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Un estate al TAR

Il 3 agosto 2011 il Consiglio Comunale di Marino, allora guidato dal centro-destra di Adriano Palozzi, approvava le delibere inerenti il “Masterplan” da 1,3 milioni di metri cubi di cemento per 12.500 nuovi abitanti.
C’eravamo allora, ci siamo ancora oggi, per contrastare lo scempio.
Abbiamo distribuito in piazza e nella zona tra via della Repubblica e il Parco della Pace il seguente volantino e il dossier contro la cementificazione.
Vi invitiamo a leggerli entrambi

Potete scaricare il dossier a questo link

Dossier 2019

Volantino 3 agosto 2019 in PDF

Luglio, col TAR dietro l’angolo….

 

COMUNICATO: FERMARE I PALAZZINARI, LA VERA EMERGENZA

L’Assemblea contro la Cementificazione di Marino ha elaborato un “dossier” di 12 pagine riguardante i progetti di devastazione e saccheggio del territorio a vantaggio degli speculatori immobiliari che, in accordo con alcuni partiti politici, hanno pianificato una colata di 1,3 milioni di metri cubi di cemento per 12.500 nuovi facoltosi abitanti su un’area di 160 ettari di Agro Romano, di pregio paesaggistico e ricca di ritrovamenti archeologici.

In questi giorni è in distribuzione e a breve sarà pubblicato su stopcemento.noblogs.org.

Tra i progetti approvati nel 2011, c’è anche quello di un centro commerciale tra i più grandi d’Italia: 100.000 metri cubi, di fronte al Gotto d’Oro. I “clienti” di tale eco-mostro saranno garantiti dai circa 5.000 abitanti del progetto di edilizia residenziale “Ecovillage”. E’ questo “lo sviluppo del territorio” che vorrebbe essere imposto alla già numerosa popolazione delle frazioni di Marino.

Dall’approvazione di questi progetti, i comitati locali si sono da subito opposti mobilitandosi sul territorio e presentando diversi ricorsi al TAR, i quali però non sono ancora stati discussi dall’organo di giustizia amministrativa che dispone di tutti gli elementi necessari a imporre l’annullamento degli atti sin dal 2012.

Lo stesso TAR sollecitato dai costruttori ha invece dato udienza ed emesso sentenze se i proponenti dei ricorsi sono i soggetti che giocano a un “Monopoli” poco divertente, che rischia di portare da 45.000 a quasi 60.000 gli abitanti marinesi, con tutte le nefaste ricadute del caso: dalle criticità delle falde acquifere, alla viabilità, dalla cementificazione del suolo, allo smaltimento dei rifiuti e la distruzione di un intero quadrante di Agro Romano.

Il 19 luglio il TAR discuterà il merito del ricorso presentato da numerose società coinvolte negli affari del Masterplan. Esse chiedono l’annullamento di due delibere comunali, approvate nel 2018, che sospendono l’efficacia del “protocollo di intesa” e dei “Piani Integrati”. Inoltre, citano il comune di Marino e la Regione Lazio per una somma di quasi 300 milioni di euro di indennizzo.

L’Assemblea contro la Cementificazione ritiene necessario annullare o revocare tutti gli atti prodotti negli anni precedenti che hanno provocato questa situazione. Vale la pena ricordare che se sul fronte amministrativo la palla è al TAR, sul fronte penale lo scorso anno la magistratura ha svelato i legami tra i costruttori (Parnasi, titolare del progetto Ecovillage) e i politici locali locali e regionali (Palozzi, Forza Italia e Civita, PD) con il faccendiere che doveva limare alcune situazioni proprio qui a Marino (Lanzalone, Cinque Stelle).

Gli elementi ci sono tutti per rispedire ai mittenti le richieste di indennizzo che, anzi, dovrebbero andare a carico, ad esempio, delle società che hanno costruito diversi abusi edilizi certificati nel comprensorio “La Casa nel Parco” nella zona archeologica di “Mugilla” a S.Maria delle Mole.

Queste società, pur perdendo il ricorso al TAR contro il comune di Marino lo scorso anno, il quale aveva imposto loro lo stop ai lavori nel 2017 dopo la presentazione di diversi esposti da parte dell’Assemblea, hanno clamorosamente potuto proseguire nella costruzione di 8 palazzine in spregio a tale vittoriosa sentenza.

L’ampliamento del Parco Regionale dell’Appia Antica, approvato in pompa magna lo scorso ottobre, ha inoltre aggirato tale nuovo agglomerato di case pur essendo lo stesso all’interno dell’area archeologica. Fino a quando la zonizzazione e il piano d’assetto non saranno approvati, i 1000 ettari in più di cui dispone il Parco saranno tutelati da non edificabilità, ma tale provvedimento resta comunque provvisorio e non garantisce nulla in futuro.

Una nota infine sui legali dei costruttori che citano addirittura la Costituzione a tutela degli interessi dell’iniziativa economica privata “dimenticando” che tale articolo così prosegue Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale[…]”. Gli interessi delle società speculatrici e devastatrici del nostro territorio sono l’esatto opposto di qualsiasi forma di “utilità sociale”. A fronte di un calo demografico generale e di numerosi appartamenti lasciati sfitti, si vuole continuare a distruggere per sempre interi quadranti di territorio.

Quale è la logica se non quella di generare una situazione speculativa, da un lato, e di emergenza abitativa dall’altro, come abbiamo visto in questi giorni con lo sgombero di centinaia di famiglie che non possono permettersi di pagare un mutuo o un affitto ?

Marino, 18 luglio 2019

Assemblea contro la Cementifcazione — http://stopcemento.noblogs.org –- stopcemento@inventati.org

Comunicato – 18 luglio in PDF

Il terrore: ecco come i palazzinari vogliono fare profitti dimenticandosi dell’inchiesta “Rinascimento”

L’articolo a pag.12 de “Il Caffè” uscito il 4 luglio riporta le richieste dettagliate di risarcimento che alcune società coinvolte nel “Masterplan” da 1,3 milioni di metri cubi a Marino hanno presentato perché l’amministrazione comunale “5 Stelle” ha approvato due delibere nel 2018 che sospendevano l’efficacia del Protocollo di Intesa e dei PRINT di via Divino Amore, via Mazzamagna e Mugilla.

In questi anni, l’Assemblea contro la Cementificazione ha più volte sostenuto che gli atti inerenti il “Masterplan” andavano annullati o revocati e la stessa amministrazione grillina paventava ricorsi amministrativi da parte dei costruttori che avrebbero potuto richiedere cifre dai 600 milioni a 1,3 miliardi euro.

Era a tutti evidente che qualsiasi minimo atto ostativo nei confronti degli interessi dei palazzinari avrebbe comunque scatenato un contenzioso legale ed eventuali richieste risarcitorie.

Cifre da capogiro.

Però, se si tratta di “soli” 281 milioni di euro, come riporta l’articolo del settimanale, è già un passo avanti rispetto alle previsioni fatte dall’amministrazione comunale in carica, i costruttori sono stati magnanimi..ci si conceda la battuta.

Il 19 luglio il TAR discuterà nel merito i ricorsi delle società che vogliono continuare la devastazione dell’Agro Romano perché la loro necessità di profitti viene prima della tutela del territorio, della vivibilità per i numerosi residenti e pendolari, del consumo abnorme di falde acquifere sempre più in deficit e sempre più inquinate, dei problemi della depurazione per una vera e propria nuova piccola città e così’ via.

L’Assemblea Contro la Cementificazione ha presentato ricorso al TAR sin dal 2012, così come altri comitati e associazioni. I motivi per l’annullamento di tutte le delibere dell’amministrazione di centro-destra targata Adriano Palozzi che sosteneva gli interessi dei costruttori sono esposti all’interno di quei ricorsi. Se, di grazia, il TAR, la Regione Lazio, il Comune di Marino volessero procedere a mettere l’unica pietra accettabile su quei terreni, quella tombale, su questo scellerato progetto, gliene saremmo grati. Neanche troppo, visto che sarebbe semplicemente un atto giusto e consequenziale a quanto da sempre affermato da tutti in ogni sede. 

Nell’articolo giornalistico si cita anche il fatto che per i risarcimenti saranno chiamati in causa i singoli consiglieri che hanno votato le delibere. Immaginiamo che molti saranno svenuti solamente a leggere il titolo. Speriamo che questa vera e proprio intimidazione, per quanto legale, non produca ulteriori effetti negativi sulla vertenza. Insomma, detto senza mezzi termini, nessuno si caghi sotto, visto che si sapeva contro quali soggetti ci si metteva contro. Forse, sarebbe il caso di portare tutte le carte inerenti al Masterplan in Procura, a meno che non lo si sia già fatto, così come più volte annunciato dall’assessore all’urbanistica

Così, tanto per dar un pò di lavoro anche agli avvocati penalisti. Non che gliene manchi, proprio sui medesimi “proponenti” del “Masterplan”.

I costruttori possono chiedere 281 milioni, 1 miliardo, la Luna e Marte, possono chiedere tutto.

In risposta troveranno solo l’opposizione organizzata di chi non si piega ai loro interessi.

Anche perchè nei nostri nostri “dindaroli” c’è poco o nulla, e non è sicuramente a loro disposizione.

Alcune note a margine

  1. Ecovillage è di Parnasi. Parnasi è finito agli arresti per l’inchiesta del 2018 denominata “Risorgimento” riguardante sia lo stadio di “Tor di Valle” sia i suoi rapporti con Civita (ex assessore all’urbanistica in Regione, PD), Adriano Palozzi (consigliere e vice-presidente della Regione, Forza Italia) e Luca Lanzalone (ex presidente ACEA, messo lì dai 5 Stelle di Roma). Con diverse elargizioni di denaro cercava di mandare avanti i progetti da quasi 5.000 abitanti in zona via Divino Amore, davanti al Gotto d’Oro di Marino. Ecco la “pubblica utilità” e il “recupero degli standard urbanistici” di cui il 3 agosto 2011 si parlava in seduta di consiglio comunale marinese. Nell’articolo non è ricordato, allora si integra tale mancanza, origine della fantasmagorica pianificazione urbanistica contro la quale l’Assemblea sta combattendo da 8 anni,
  2. Mugilla, ovvero le società “Le Mole 2” e “Cristina s.r.l.”. Un area di inedificabilità assoluta ed archeologica è magicamente diventata con un tratto di penna colorata “Zona C – Espansione” per la bellezza di 17 palazzi, di cui 8 già quasi completati. Sono state circondate verso l’unico lato verde le scuole per l’infanzia “Ciari” e “Verdi” che ospitano centinaia di alunni di via Maroncelli a S.Maria delle Mole. I primi giorni di lavori, casualmente, sono state chiuse due aule della primaria “Verdi” con tanto di intervento dei vigili del fuoco perchè si erano formate delle crepe. L’anno successivo è crollato parte del muro di recinzione che divide il cantiere dalla scuola “Verdi”. I permessi a costruire sono stati rilasciati dall’ex dirigente all’urbanistica Petrini senza che le ditte avessero ottemperato alla obbligatoria relazione di studio dei gas edogeni richiesta dalla Regione: oltre il 5% di CO2 nell’aria e scatta il divieto di costruzione, tra il 2% e il 5% ci sono limitazioni. A ottobre 2018 la Regione Lazio amplia i confini del perimetro del Parco Regionale dell’Appia Antica, contiguo a Mugilla, però evitando proprio la lottizzazione in fase di costruzione. Infine, ma si potrebbe continuare, ci sono ben 3 relazioni dei tecnici comunali che certificano che gli 8 palazzi costruiti sono in abuso sulle altezze previste e, quindi, con cubature maggiori di quanto stabilito. Il Comune di Marino vinse contro il ricorso dei costruttori che si opposero allo stop ai lavori, intimato dal precedente dirigente all’urbanistica Cuffaro. Però non venne preso alcun provvedimento dopo una simile, importante, vittoria. I palazzi continuano ad essere costruiti. Si potrebbe parlare anche a lungo della pubblicità de “La Casa nel Parco” (così si chiama a livello commerciale la lottizzazione di Mugilla) proprio su “Il Caffè” negli scorsi mesi nella quale si cita che si sono risparmiati 60.000 mc di altri palazzi con l’accordo fatto con l’amministrazione Palozzi. Questi filantropi omettono di dire che non hanno fatto nessuno sconto ma hanno solo “spostato” le cubature in località Mazzamagna, vicino al Gotto d’Oro, sempre all’interno del “Masterplan” approvato nel 2011. Il gioco delle tre carte insomma. Perchè un giornale che riceve pubblicità dai costruttori dovrebbe evidenziare queste piccolezze magari nella pagina affianco ? Non si è mai visto, e infatti non si è visto, e ci pensa chi è partecipe delle lotte ad evidenziarlo, altrimenti cosa ci sta a fare ?
  3. La procedura di V.I.A. (Valutazione di Impatto Ambientale) riguardava la zona residenziale e il centro commerciale (quest’ultimo un mostro da 100.000 metri cubi!) di competenza di Parnasi e soci, in particolare della “DeA Capital” che ha rilevato il progetto (si tratta di una società 60% De Agostini e 30% INPS, soldi dei lavoratori insomma…). Ebbene nelle intercettazioni dell’inchiesta “Risorgimento” la “DeA Capital” e Parnasi interloquivano sul terreno dello stadio di Tor di Valle perché il costruttore romano voleva capitalizzare senza mettere un mattone. Come? Avendo acquistato per 42 milioni i terreni (di cui oltre 20 non li vuole ancora pagare) li voleva rivendere a 200 milioni proprio a “DeA Capital”, la quale gli avrebbe risposto “Si però riprenditi almeno a 25 milioni i terreni di Ecovillage a Marino che per ora il progetto è bloccato”. Insomma questi soggetti, difesi dal meglio dell’italica avvocatura, giocano a Monopoli, trasformando terreni verdi in terreni di edificazione, fregandosene altamente del fatto che lo scempio che hanno progettato ricadrà negativamente su un territorio vasto come 300 campi da calcio, compreso tra la Nettunense, l’Appia e l’Ardeatina, perennemente bloccate dal traffico nelle ore di punta.

Per chi volesse leggere l’articolo de “Il Caffè”, ecco il link

file:///D:/Lotte/Ambiente%20e%20Territorio/Palazzi/Cementificazione/Articoli%20di%20giornale/Caff%C3%A8%20-%20pag%2012%20-%20281%20milioni%20chiesti%20come%20risarcimento%20da%20Ecovillage%20-%204%20luglio%202019-pagine-12.pdf

Giovedi 29 novembre h.18.00 – Incontro pubblico alla “Bibliopop” di S.Maria delle Mole

COMUNICATO

Giovedì 29 novembre dalle ore 18.00 presso la “Biblioteca Popolare” a S.Maria delle Mole(via Mameli-via Bassi), l’Assemblea contro la Cementificazione di Marino invita la popolazione a partecipare ad un incontro pubblico per condividere le informazioni riguardanti l’ampliamento del Parco dell’Appia Antica e le vicende connesse al progetto da 1,3 milioni di metri cubi di cemento del Masterplan 2011.

Si cercherà di comprendere quali tutele nella zona del Gotto d’Oro verranno assicurate dall’art.7 della legge n°7 votata di recente in Regione Lazio e cosa accadrà nelle zone escluse da tale ampliamento, per esempio Mugilla e Mazzamagna.

I progetti di “Parnasi” e “DeA Capital” da oltre 4.000 nuovi abitanti e un mega centro-commerciale sono effettivamente archiviati, anche alla luce dell’operazione della magistratura che a giugno ha svelato i legami tra imprenditoria e partiti politici che si mettevano a disposizione del miglior offerente ?

Perché nella zona di Mugilla si continua a costruire attorno alle scuole “Verdi” e “Ciari” ed essa non è stata inclusa, come inizialmente previsto, nella nuova perimetrazione del Parco dell’Appia Antica ?

Ci sarà spazio per accennare di altri progetti che nulla di buono portano al territorio di Marino e ai suoi abitanti, come un nuovo centro commerciale sulla via Nettunense e l’eventualità che il Palaghiaccio lasciato all’incuria dalla società che lo gestiva diventi un Esselunga, cioè cambi destinazione d’uso.

Infine, scopriremo insieme se i danni causati dai costruttori che stanno cementificando intere zone quali Palaverta, Quarto S.Antonio, Castagnole, Costa Caselle hanno subito una battuta d’arresto oppure continuano ad essere rilasciati dal Comune di Marino permessi a costruire nonostante la conclamata assenza di servizi pubblici di tutti i tipi.

Saranno proiettate immagini, cartine e documentazione utili a comprendere meglio la situazione.

Marino ha superato i 45.000 abitanti. Dopo 20 anni di stabilità, dal 2001 la classe politica e imprenditoriale ha deciso di mettere a profitto i luoghi in cui viviamo e da allora ogni anno si cresce di circa 1.000 abitanti.

C’è ancora la necessità di continuare ad organizzarci per difendere le condizioni minime di vivibilità nel territorio in cui viviamo.

Per questo invitiamo di nuovo tutti/e a partecipare alle iniziative, ad iniziare dall’incontro di giovedì 29 e dalle riunioni settimanali che si svolgono tutti i lunedì alle 21.30 presso la sede del CdQ di S.Maria (via N.Tommaseo, accanto alla scuola “Morante”).

Marino, 27 novembre 2018

Assemblea contro la Cementificazione

http://stopcemento.noblogs.org — stopcemento@inventati.org

Locandina incontro 29 novembre – Stopcemento – in PDF

Comunicato per assemblea del 29 novembre – Stop Cementoo in PDF

Ampliamento del Parco dell’Appia Antica: dentro “via del Divino Amore”, fuori “Mugilla” e “Mazzamagna”

L’Assemblea contro la Cementificazione apprende con soddisfazione l’ampliamento del perimetro del Parco dell’Appia Antica che includerà anche la zona di “via del Divino Amore” ove Parnasi, INPS, Ecovillage, DeA Capital tentano da anni di insediare 5.000 nuovi abitanti ed un enorme centro commerciale.

In attesa della pubblicazione sul bollettino ufficiale della Regione Lazio, a seguito della discussione e della votazione avvenuta in sede di consiglio regionale dello scorso 24 settembre, ci sembra doveroso rendere pubbliche alcune considerazioni sull’argomento.

Se l’ampliamento del Parco dell’Appia Antica sarà efficace contro la speculazione dei palazzinari (in atto formalmente dal 2011) allora significherà la salvaguardia di centinaia di ettari nel solo comune di Marino che potranno finalmente evitare di essere messi a profitto a scapito dei residenti e dei pendolari ed un grosso pericolo sarà scampato dopo anni di lotte nelle piazze, nei dintorni dei cantieri e nelle sedi istituzionali.

Probabilmente tale decisione è anche frutto anche dell’operazione “Rinascimento” che ha svelato quello che tutti sospettavano, cioè i legami tra il palazzinaro Parnasi e i gruppi politici presenti in Regione Lazio e nell’amministrazione comunale di Roma. Ricordiamo infatti che in cambio di favori verso il noto palazzinaro romano risulta(va)no a suo libro paga Palozzi (ex sindaco marinese e vice-presidente della Regione, Forza Italia), Michele Civita (ex assessore regionale, PD) e Luca Lanzalone (già presidente ACEA, Movimento 5 Stelle).

Quello che invece ancora non ci torna riguarda la zona denominata “Mugilla” dove alcuni costruttori locali sono riusciti negli ultimi anni a costruire 8 palazzine (su 17 previste) proprio di fianco a due importanti plessi scolastici di S.Maria delle Mole, in piena zona archeologica, adiacente al Parco dell’Appia Antica.
Tanto che gli stessi palazzinari hanno chiamato tale scempio “La Casa nel Parco”.

Nel corso degli anni sono stati presentati diversi ricorsi al TAR, ancora pendenti e mai discussi, ma anche diversi esposti proprio al Comune di Marino riguardanti sia la normativa regionale sulle emissioni di CO2 non rispettata dai costruttori sia la violazione palese del costruito che portò, a luglio 2017, alla sospensione dei lavori nei cantieri.

Già nel 2016 il Comune di Marino a guida M5S poteva e doveva intervenire per bloccare la costruzione di almeno 4 delle 8 attuali palazzine, frutto di due permessi a costruire rilasciati dalla precedente amministrazione di centro-destra tramite l’allora dirigente comunale Petrini.

Il TAR ha poi dato ragione allo stesso Comune di Marino che aveva fatto sospendere i lavori di costruzione a Mugilla (ordinanza luglio 2017, sentenza maggio 2018) ma tale vittoria non ha avuto seguito nonostante un nuovo nostro recente esposto che chiedeva di agire in tal senso: così i lavori delle ditte locali proseguono tranquillamente e, ormai, la scuola elementare e l’asilo si ritrovano face-to-face ai nuovi palazzi in vendita a caro prezzo.

La cementificazione di Mugilla, metà delle cubature previste (a cui vanno sommati gli abusi edilizi degli stessi costruttori), sembra essere continuo oggetto di contrattazione con le controparti societarie le quali risultano peraltro morose nei confronti del Comune di Marino per altri insediamenti edilizi. Perché permettere a tali soggetti di continuare l’opera di devastazione e di saturazione urbanistica in una frazione che ha sempre più abitanti e sempre meno servizi pubblici ?

E’ di questi giorni la notizia di controlli in 44 cantieri edili proprio a S.Maria delle Mole con la denuncia di 15 titolari di altrettante ditte e multe per 33.000 euro nei loro confronti, per un’opera di contrasto al lavoro nero ed alle condizioni di (in)sicurezza in cui gli operai spesso vengono a trovarsi. In questi casi, fateci caso, mancano sempre i nomi delle ditte, quelli dei denunciati, le foto in prima pagina e tutto ciò che di solito avviene per altri “mostri”. Ma qui si tratta di imprenditori e allora si usa il guanto di velluto…

http://www.castellinotizie.it/2018/09/29/marino-lavoro-nero-nei-cantieri-edili-15-denunciati-a-santa-maria-delle-mole/amp/

Infine, la zona di cui si parla meno, quella di Mazzamagna (adiacente a quella di via del Divino Amore) preoccupa non tanto per un imminente pericolo di costruzione quanto perché comunque prevede l’insediamento di 3.000 abitanti e anch’essa non farà parte del Parco dell’Appia Antica. Non vorremmo che ulteriori cubature venissero delocalizzate in tale area dove, tra l’altro, è prevista comunque la costruzione di un centro commerciale dal nome evocativo: “Marino Green”. Il quale potrebbe fare il paio con un’altra non proprio piccola speculazione: la conversione del palaghiaccio in centro commerciale “Esselunga”, la quale sembra abbia acquistato 4 anni fa la proprietà dello storico impianto realizzato in occasione dei mondiali di calcio di “Italia 90”. Tanti bei milioni di euro spesi da una società privata sono giustificabili solo con la certezza del cambio di destinazione d’uso. E chi c’era 4 anni fa ad amministrare il comune di Marino ? Qualcuno che abbia fornito tale certezza che, ad oggi, non è per nulla stata smentita dalla nuova amministrazione. Staremo a vedere se ciò avverrà, come ci auguriamo.

Nei prossimi giorni dovrebbe essere pubblicato ufficialmente tutto quello che concerne l’ampliamento del Parco dell’Appia Antica mentre lo scorso 10 agosto il consiglio comunale di Marino ha approvato una delibera che prosegue l’iter di sospensione dell’efficacia dei PRINT Mugilla-Mazzamagna-Divino Amore che, ad oggi, non trova ancora spazio nell’albo pretorio. In attesa di questi documenti, la lotta contro la cementificazione non può dirsi conclusa ma, anzi, va rilanciato lo spazio di discussione e approfondimento settimanale che portiamo avanti dal lontano 2011.

Appuntamento quindi lunedì 1 ottobre, ore 21.30, presso la sede del CdQ di S.Maria delle Mole, via N.Tommaseo.

3 agosto 2011 : il consiglio comunale votava a favore dello scempio

COMUNICATO

VENERDI 3 AGOSTO, INIZIATIVA CONTRO LA CEMENTIFICAZIONE IN ZONA VIA DIVINO AMORE A MARINO

Il 3 agosto 2011 il consiglio comunale di Marino, allora a guida centro-destra con a capo il sindaco Adriano Palozzi, approvava l’accordo di programma sottoscritto con la governatrice del Lazio, Renata Polverini, ed una serie di altre delibere che componevano il “Masterplan” da complessivi 1,3 milioni di metri cubi di cemento e 12.500 nuovi residenti.

Da subito comitati e associazioni si univano per contrastare il progetto che, se messo in pratica, farebbe scempio di zone verdi e archeologiche, aggravando le problematiche idriche e di smaltimento dei rifiuti, rendendo ancor più complicata la vivibilità per la popolazione residente e per quella che ogni giorno si trova imbottigliata tra l’Appia, l’Ardeatina e la Nettunense.

Gli interessi dei palazzinari come Parnasi e le società ad esso collegate o con cui fa affari (vedi DeA Capital ed Ecovillage) sono stati attenzionati di recente dagli organi di giustizia facendo emergere la trama, per nulla occulta secondo noi, di relazioni che lo stesso costruttore aveva stabilito con lo stesso Palozzi (divenuto vice-presidente del consiglio regionale), Michele Civita (ex assessore PD in regione) e Luca Lanzalone (presidente ACEA in quota Movimento 5 Stelle). Secondo le motivazioni dai sodali politici di Parnasi, la cementificazione di Marino e quella di Tor di Valle riguardante lo stadio della Roma e il business park erano occasioni di “riqualificazione” e di “recupero degli standard” per i territori interessati.

E’ ormai evidente ciò che sostenevamo da anni: si trattava di un mercimonio e di una speculazione a favore solo di interessi privati sia dei costruttori che dei politici e dei manager pubblici da lui assoldati, a danno delle popolazioni che vivono, lavorano, studiano e attraversano le zone interessate.

Venerdì 3 agosto l’Assemblea contro la Cementificazione promuove un’iniziativa pubblica in zona “Poggio delle Magnolie-Gotto d’Oro”, lungo via del Divino Amore, nei pressi dei terreni che Parnasi, in affari con “DeA Capital” sta tentando di trasformare da verdi a residenziali (5.000 nuovi abitanti) e in un mega-centro commerciale da 100.00 metri cubi.

Dalle ore 19.00 inizieremo con un’assemblea che farà il punto della situazione sulle novità emerse negli ultimi mesi, tra le quali il paventato allargamento del perimetro del Parco dell’Appia Antica tramite accordo PD-M5S in regione, i ricorsi presentati dai costruttori, la situazione nel cantiere di “Mugilla-Maroncelli” a S.Maria delle Mole e l’esposto da noi presentato di recente per bloccarne i lavori.
Faremo luce sulle responsabilità politiche che garantivano e garantiscono i costruttori in merito ai loro progetti.

Alle 20.30 la serata prosegue con una cena all’aperto, a libera sottoscrizione, una serie di filmati proiettati su grande schermo e, volendo, con l’osservazione del cielo stellato d’agosto.
L’iniziativa si concluderà con la premiazione per la migliore dedica scritta su un mattone o un calcinaccio al costruttore, politico o manager più simpatico.

Invitiamo pertanto alla massima partecipazione chiunque sia interessato ad opporsi ai progetti speculativi in atto e, ancora una volta, annunciamo che la mobilitazione non si fermerà fino a quando la pietra tombale non verrà posta sopra il “Masterplan” tramite il suo annullamento, la sua revoca o attraverso un qualsiasi atto formale che impedisca la devastazione di circa 200 ettari di territorio comunale.

Marino, 31 luglio 2018

ASSEMBLEA CONTRO LA CEMENTIFICAZIONE – stopcemento@inventati.org http://stopcemento.noblogs.org

Comunicato 31 luglio per iniziativa Gotto D’Oro del 3 agosto 2018 in pdf

Presentato un esposto per chiedere il blocco dei lavori a Mugilla

COMUNICATO

Esposto contro il proseguimento dei lavori de “La casa nel Parco” nella zona di Mugilla a S.Maria delle Mole.

L’Assemblea contro la Cementificazione di Marino ha presentato un esposto alla Polizia Municipale per chiedere di fermare nuovamente i lavori del cantiere “La casa nel Parco” a S.Maria delle Mole, nell’area archeologica chiamata Mugilla, proprio a ridosso dei plessi scolastici “Verdi” e “Ciari”.

A maggio il TAR ha dato ragione al Comune di Marino respingendo il ricorso presentato dai costruttori che avevano ottenuto in un primo momento (durato 7 mesi!) la “sospensiva del provvedimento di sospensione dei lavori” firmato nel luglio 2017 dall’allora dirigente all’urbanistica comunale ing.Marco Cuffaro.

A seguito di nostri esposti del 2016, il Comune di Marino aveva effettuato tre sopralluoghi tecnici nell’area di cantiere che conta ad oggi 6 palazzi quasi costruiti e 2 in futura costruzione. Le relazioni dei tecnici comunali

hanno riportato abusi e mancanze che l’ex dirigente Cuffaro trasformò nello stop ai lavori il 12 luglio 2017.

Per due mesi i cantieri rimasero fermi, fino a quando il TAR non accolse in via provvisoria il ricorso dei costruttori che si basava su meri errori formali (data e protocollo). Entrando nel merito della discussione nelle udienze successive,il Comune di Marino ha prodotto atti che lo hanno portato a vincere la causa amministrativa.

L’ordinanza emessa dall’ex dirigente Cuffaro certificava le violazioni avvenute e non aveva data di scadenza. Avendo inoltre verificato in questi mesi che le società “Cristina” e “Le Mole 2” che si occupano della devastazione di “Mugilla” avrebbero dovuto “ripristinare lo stato autorizzatorio” entro il 26 maggio abbiamo chiesto all’arch.Gentilini, attuale dirigente all’urbanistica comunale, se ciò fosse avvenuto nei tempi.

Ci è stato risposto che le società non hanno ottemperato a tale richiesta ed hanno ottenuto una proroga con scadenza ai primi di luglio.

Prima di presentare l’esposto abbiamo fatto presente all’arch.Gentilini che avendo il Comune di Marino vinto la causa al TAR contro i costruttori ritenevamo in vigore l’ordinanza di sospensione dei lavori firmata dal suo predecessore. Secondo lo stesso dirigente comunale, invece, essa era in qualche modo decaduta/superata a seguito dell’interlocuzione formale tra comune e costruttori e che la vittoria al TAR può essere intesa come un’arma per bloccare l’eventuale richiesta di edificazione di altre 9 palazzine.

Il progetto “La Casa nel Parco” infatti ne prevede ben 17 in totale ma ai tempi delle famigerate giunte Silvagni-Palozzi l’ex dirigente Petrini fece in tempo a siglare 2 permessi a costruire per le prime 8 palazzine.

Ci chiediamo come mai per inadempienze anche gravi sul costruito e dopo aver vinto al TAR i devastatori di Mugilla debbano eventualmente scontare gli abusi e il mancato rispetto della convenzione su qualcosa che ancora non hanno chiesto, cioè i permessi a costruire per altri 9 edifici, e non su quello che stanno realizzando.

L’esposto presentato si è quindi reso necessario per sollecitare un pronto intervento del comune nei confronti dei costruttori e si associa alla richiesta di due atti amministrativi.

Il primo, il testo del dispositivo o della sentenza del TAR che ha dato ragione al Comune, di cui ancora non disponiamo. Il secondo, la verifica del pagamento degli oneri di costruzione a Mugilla per un totale di 95.000 euro che la società “La Mole srl” doveva versare nelle casse comunali entro lo scorso 9 giugno.

Entro il 29 luglio dovremmo ottenere risposta a queste richieste di atti amministrativi.

Si fermi definitivamente ogni speculazione edilizia, a iniziare dai cantieri di Mugilla, per proseguire con le ipotesi di centri commerciali Ecovillage, Esselunga e Marino Green.

Si annullino o revochino gli atti riguardanti il Masterplan, basati esclusivamente sul mercimonio di interessi tra palazzinari e politici locali. Gli interessi ed i bisogni della popolazione residente e di coloro che lavorano o transitano a Marino e nelle frazioni sono totalmente opposti a quelli che i costruttori vorrebbero imporre.

A breve annunceremo altre iniziative pubbliche in merito alla questione ed invitiamo a partecipare tutti/e al “Discamping” organizzato dal “Coordinamento contro l’inceneritore di Albano” che si svolgerà nei pressi della discarica di Roncigliano nei giorni di sabato 21 e domenica 22 luglio.

Assemblea contro la cementificazione – stopcemento@inventati.org – http://stopcemento.noblogs.org

Comunicato 17 luglio 2018 – Esposto Mugilla in pdf

Comunicato su assemblea pubblica di venerdì 29 giugno a S.Maria delle Mole

COMUNICATO

VENERDI’ 29 ORE 18.00 – S.MARIA DELLE MOLE

ASSEMBLEA PUBBLICA CONTRO LA CEMENTIFICAZIONE

L’ “Assemblea contro la Cementificazione” organizza venerdì 29 giugno alle ore 18.00 in piazza P.Togliatti a S.Maria delle Mole una nuova iniziativa pubblica per discutere della situazione riguardante il “Masterplan” da un milione e trecentomila metri cubi e 12.500 nuovi abitanti approvato nel 2011 dall’allora giunta Palozzi.

Come abbiamo sostenuto sin da subito, gli interessi dei costruttori come Parnasi e di fondi di investimento come DeA Capital–Idea Fimit sono andati a braccetto in modo trasversale con numerosi esponenti politici di centro-destra e centro-sinistra ai quali si sono aggiunti di recente anche politici del movimento 5 stelle (la lega era già interna tramite il centro-destra a queste dinamiche).

Il “Masterplan” di Marino si è dimostrato pedina di scambio per le speculazioni di importanti società che hanno operato in questi anni anche per la paventata costruzione dello stadio della Roma e del relativo business park cercando di by-passare qualsiasi reale interesse pubblico pur di cementificare centinaia di ettari di verde.

Evidenziamo che a due settimane dagli arresti e dalle intercettazioni rese pubbliche dalla procura di Roma nessun partito politico presente nell’assemblea capitolina, in quella marinese e in quella regionale ha portato la questione nella rispettiva aula consiliare. E probabilmente la discussione sull’inchiesta denominata “Rinascimento” non farà mai parte di nessun ordine del giorno di nessuna amministrazione coinvolta.

Parnasi e i suoi collaboratori hanno finanziato tutti i partiti, senza distinzione alcuna, perché i suoi progetti dovevano andare in porto a qualunque costo.

La situazione marinese fu direttamente gestita dall’ex sindaco ed attuale vice-presidente regionale Adriano Palozzi insieme all’allora presidente della Regione Lazio Renata Polverini che con un accordo di programma da noi contestato in ogni sede decisero che 200 ettari di Agro Romano avrebbero dovuto sparire a vantaggio di palazzi e centri commerciali.

La situazione non cambiò con l’ascesa di Zingaretti che tramite l’assessore Civita non si preoccupò mai di contrastare i piani dei costruttori, anzi, come dimostra l’ultima inchiesta era anche quest’ultimo arruolato a pieno titolo tra i faccendieri di Parnasi.

L’idea di Parnasi era di rivendere a DeA Capital per 200 milioni di euro i terreni di Tor di Valle (comprati a 40 milioni) e di riacquistare quelli marinesi sempre da DeA Capital per 25 milioni. Questi terreni che valevano poco sono così diventati oggetto di una spaventosa rivalutazione che avrebbe portato 140 milioni di euro a vantaggio di Parnasi utilizzando quanto evidentemente imparato durante qualche partita a “monòpoli”.

Con il cambio di giunta comunale a Marino, in questi anni abbiamo continuato a chiedere di annullare/revocare le delibere cementizie e fermare i cantieri a Mugilla, ove costruttori locali hanno già distrutto metà di quanto vorrebbero, circondando le scuole elementari e per l’infanzia con palazzine in piena area verde e archeologica.

Finora, i provvedimenti presi dall’amministrazione comunale sono stati molto timidi eppure sono stati impugnati da DeA Capital e costruttori locali. Oltre la promessa di Palozzi di far pressione sul sindaco marinese Colizza per sbloccare la lottizzazione di via Divino Amore (480.000 metri cubi tra commerciale e residenziale) emerge l’interesse di Lanzalone, presidente dell’ACEA, dirigente di area “5 stelle”, il quale per il suo “interessamento” aveva ottenuto la promessa di ricevere in cambio quasi 100.000 euro tramite false consulenze a favore della società Ecovillage,

Ecovillage è direttamente coinvolta nella speculazione marinese e Lanzalone avrebbe dovuto fare pressione sull’amministrazione “cinque stelle” per mandare avanti il progetto di devastazione di via del Divino Amore.

Nel 2011 non c’era alcun interesse pubblico nel paventato “recupero di standard urbanistici” sostenuto da Palozzi per giustificare tutta l’operazione speculativa. Lo denunciammo sin da subito, e infatti manca ad oggi ogni progetto di servizio pubblico per ulteriori 12.500 abitanti.

In virtù di questo e per la salvaguardia delle minime condizioni di vivibilità del territorio continuiamo a chiedere la revoca delle delibere inerenti il “Masterplan” del 2011 e tutti gli atti conseguenti alla quale si deve aggiungere la confisca di tutti i terreni delle società coinvolte e l’ampliamento del perimetro del Parco dell’Appia Antica.

Solo con tali provvedimenti verrà messa un’unica grossa pietra sopra gli appetiti dei palazzinari e dei loro sodali politici. Ogni altra iniziativa che gira intorno alla questione senza bloccarla effettivamente lascia spazio al malaffare, alla corruttela e infine alla distruzione di un prezioso spazio di decompressione dalla metropoli sempre più – inutilmente – estesa.

ASSEMBLEA CONTRO LA CEMENTIFICAZIONE – Marino – 26 giugno 2018

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Comunicato Stop Cemento 26 giugno 2018 in formato PDF

Non manca più nessuno, solo non si vedono i due leocorni…

FUORI IL “SISTEMA PARNASI”
DAL NOSTRO TERRITORIO

In questi giorni è emerso in tutto il suo squallore l’asservimento di vari esponenti delle istituzioni agli interessi imprenditoriali di Luca Parnasi, il capo della società immobiliare Parsitalia.

A quanto pare, da bravo palazzinaro, Parnasi ha foraggiato un po’ tutti: il centrodestra come il centrosinistra, la Lega come i cinque stelle. A Marino, Parsitalia ha messo radici fin dal 2011, quando la giunta Palozzi convalidò il disastroso Masterplan del Divino Amore, una maxi-cementificazione di oltre un milione di metri cubi, che finora, grazie all’opposizione dei comitati, non si è ancora concretizzata.

Nel frattempo, in quel progetto è entrata anche Dea Capital, una società partecipata dal gruppo DeAgostini e dall’INPS, salita agli onori delle cronache la scorsa estate, quando fece sgomberare dalle forze dell’ordine decine di famiglie che abitavano in un edificio di sua proprietà a Roma in Piazza Indipendenza.

Il nome della Dea Capital è spuntato fuori anche nel corso delle indagini sullo Stadio della Roma.

Parnasi, infatti, sperava di replicare a Tor di Valle lo stesso meccanismo che gli era riuscito a Marino: comprare i terreni a prezzo ridotto, ottenere l’approvazione dei progetti dai politici compiacenti e rivendere il tutto alla solita Dea Capital, guadagnando milioni di euro sulle nostre spalle; in poche parole, la più classica delle speculazioni edilizie. Il gruppo De Agostini-INPS si era detto disponibile all’affare, a patto che Parnasi si ricomprasse le sue ex quote della cementificazione del Divino Amore; un costo che il palazzinaro, tallonato da debiti milionari contratti con le banche, era anche pronto a pagare pur di incassare i proventi dell’affare stadio. Parnasi avrebbe così guadagnato 140 milioni di euro dal nulla, semplicemente giocando a “monòpoli” sulle spalle di chi vive nei territori soggetti a tale enorme speculazioni.

Lo stesso Parnasi assicurava a Lanzalone, l’ex presidente dell’ACEA, di area grillina, che Dea Capital gli avrebbe rilasciato una consulenza fasulla da 90.000 euro. In cambio, il super tecnico avrebbe dovuto esercitare pressioni sull’attuale amministrazione marinese per sbloccare definitivamente il famigerato progetto del Divino Amore. Del resto, nonostante il provvedimento di sospensione votato dal consiglio comunale di Marino a febbraio, tutto è ancora in piedi. Anzi, è in corso presso la Regione Lazio il procedimento di Valutazione d’Impatto Ambientale per il centro commerciale da 100mila metri cubi previsto dal Masterplan.

Altro che opere pubbliche, riqualificazioni, bio-edilizia ed eco-villaggi: le uniche motivazioni per la devastazione di centinaia di ettari di verde e di aree archeologiche sono sempre i profitti di pochi soggetti in grado però di accordarsi con politici, manager e organi di informazione.

Le chiacchiere stanno davvero a zero.

Attiviamoci in prima persona per fermare questa banda di speculatori.

Le delibere che permettono la cementificazione vanno revocate subito!

VENERDI’ 29 GIUGNO, ORE 18.00,

PIAZZA TOGLIATTI, S. MARIA DELLE MOLE

ASSEMBLEA PUBBLICA

ASSEMBLEA CONTRO LA CEMENTIFICAZIONE

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Domenica 3 giugno: Passeggiata intorno ai cantieri del Gotto d’Oro

COMUNICATO

DOMENICA 3 GIUGNO – ORE 10.30

PASSEGGIATA CONTRO LA CEMENTIFICAZIONE DI MARINO

ritrovo presso il piazzale del “Gotto d’Oro”, in via Divino Amore 347

La Regione Lazio ha deciso di far ripartire il procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) per la costruzione del mega centro commerciale da 100.000 metri cubi in zona Gotto d’Oro a Marino, nel quadrante tra la via Appia, la via Nettunense e la via Ardeatina.

Tale scempio è sostenuto dalle società “DeA Capital” (De Agostini e INPS) ed “Ecovillage” (Parnasi) ed era stato fermato lo scorso anno grazie ai comitati e alle associazioni del territorio che avevano inondato gli uffici preposti di “osservazioni” contrarie alla speculazione.

Attorno al centro commerciale sono previste due nuove “frazioni”: 5.000 abitanti per il progetto della Ecovillage e 3.000 abitanti per Mazzamagna.

Questi nuovi abitanti servirebbero al centro commerciale come clienti dello stesso.

Per il progetto da 5.000 abitanti a favore di Ecovillage, per ora, la V.I.A. è bloccata e lo scorso anno si faceva notare alla Regione che l’impatto del centro commerciale non può essere scorporato dal progetto residenziale. Tale escamotage voluto dai costruttori risulta per loro utile dato che facendo percorsi separati, in tempi leggermente diversi, i due progetti troverebbero meno ostacoli.

Un’altra notizia, stavolta positiva, riguarda la sentenza del TAR del Lazio che l’8 maggio ha respinto il ricorso dei costruttori de “La Casa nel Parco”, cioè delle società “Cristina” e “Le Mole 2” attualmente impegnati a devastare l’area di Mugilla intorno alle scuole “Ciari” e “Verdi” di via Maroncelli a S.Maria delle Mole.

Dopo mesi di iniziative pubbliche, esposti e richieste da parte dell’Assemblea contro la Cementificazione, il comune di Marino effettuò i controlli nei cantieri e scoprì evidenti irregolarità, tali da emettere un provvedimento di sospensione dei lavori a luglio 2017, il quale però durò solo due mesi.

Infatti, il TAR, in prima istanza, diede ragione ai palazzinari. Dopo quasi un anno, entrando nel merito, gli abusi edilizi ed il mancato rispetto della convenzione con il comune sono stati riconosciuti anche dal TAR e, quindi, i lavori di costruzione degli 8 palazzi sui 17 previsti andrebbero di nuovo fermati.

Usiamo il condizionale perché l’amministrazione marinese ha più volte espresso la volontà di far mettere a norma gli speculatori di Maroncelli sul costruito e sul costruendo dichiarando, tra l’altro, che non è del tutto scongiurata l’ipotesi della costruzione di nuovi palazzi.

Infine, gli ultimi aggiornamenti riguardano un nuovo ricorso al TAR presentato dai costruttori del centro commerciale, della enorme zona residenziale a suo contorno e della zona di Muglla: essi hanno impugnato la delibera del consiglio comunale marinese approvata lo scorso febbraio che prevede la sospensione degli effetti del Masterplan da 12.500 abitanti, cioè che diede il via a tutta la vicenda nel 2011. Il ricorso mette quindi insieme costruttori con grandi capitali e costruttori locali, tutti impegnati a cementificare centinaia di ettari di Agro Romano dove non sono previsti né progettati servizi pubblici di alcun tipo (scuole, ambulatori, ospedali, centri ricreativi, centri anziani, parchi) andando così a gravare ulteriormente sulla vita di decine di migliaia di persone e di pendolari che si ritroverebbero a fare i conti con situazioni che vanno dalla mancanza di acqua all’aggravamento della viabilità ordinaria, all’inquinamento di falde. Per non parlare della devastazione completa di un paesaggio splendido che si è conservato in qualche modo nel corso dei millenni e che, ad ogni scavo, presenta ritrovamenti archeologici importanti e già in parte noti alla soprintendenza.

Per quanto riguarda i ricorsi presentati dall’Assemblea contro la Cementificazione, dal Comitato Argine Divino Amore e da altre associazioni del territorio sin dal 2011, il TAR del Lazio non ha ancora voluto esaminarli.

Ridurre però tutta la vicenda ad un contenzioso legale sarebbe un grave errore : è in gioco una posta molto alta che solo aumentando i livelli di partecipazione e mobilitazione può costruire quei rapporti di forza che tutelino l’interesse generale della collettività.

La situazione è questa. Pertanto, domenica 3 giugno invitiamo tutti/e a partecipare ad una nuova passeggiata nei luoghi dei cantieri limitrofi al Gotto d’Oro.

Marino, 31 maggio 2018

Assemblea contro la cementificazione

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Comunicato 30 maggio Assemblea contro la Cementificazione in PDF

Volantino per passeggiata 3 giugno 2018 Gotto d’Oro in PDF