Antenne – quarto aggiornamento – 8 maggio 2020

Nella giornata del 6 maggio una motrice con rimorchio si è presentata di buonora in via delle molette.

I residenti, in allerta per via della stazione radio base che Iliad vorrebbe costruire in zona, si sono subito mobilitati. I vigili urbani sono giunti in loco solo dopo che la ditta era andata via rilevando che i terreni non avevano subìto alcuna alterazione.

I residenti sono riusciti ad impedire le operazioni di trivellazione.

L’assessore all’urbanistica del comune di Marino in un suo comunicato ha dichiarato che la ditta non ha effettuato alcuno scavo e che i terreni sono rimasti intatti. Questo risultato però è dovuto non ad interventi politici, tecnici o amministrativi ma alla partecipazione diretta di chi vive in zona e si sta interessando affinché nessuna stazione radio base venga installata.

L’assessore ha inoltre ribadito che il comune non ha rilasciato nessun permesso a costruire.

Rimane quindi il dubbio sui lavori per i quali era stata chiamata la trivella: sondaggi geognostici o perforazioni per l’effettiva installazione del palo-antenna ?

Comunque, di fatto, sarebbe stato un intervento propedeutico all’installazione dell’antenna.

Anche il 19 marzo scorso una trivella trasportata da una motrice con rimorchio aveva lavorato sul terreno che ospita la già esistene stazione radio base di via dei ceraseti – Due Santi per effettuare dei carotaggi geognostici.

Purtroppo, sembra che tali sondaggi non richiedano effettivamente permessi comunali ma una semplice autorizzazione dei proprietari terrieri e, forse, una comunicazione al comune.

Il comune di Marino ha deliberato in giunta di aderire alla alleanza contro il 5G e ha avviato l’iter per non concedere i permessi a costruire relativi alle SRB.

Abbiamo già scritto di questi due provvedimenti in un articolo precedente e a quello vi rimandiamo ma in sintesi possiamo riepilogare che essi non solo non bastano ma “al massimo” hanno funzione di “ritardare” l’installazione delle antenne a via delle Molette e delle altre in previsione di costruzione “al massimo” fino a luglio 2021, poi il via libera diventa ancora più scontato dato che da luglio 2022 le compagnie telefoniche potranno sfruttare le frequenze 5G da loro acquistate nel 2018.

Siamo ormai all’8 di maggio e le richieste ufficiali inoltrate al comune per conoscere la natura della SRB di via delle molette, dei pannelli fotovoltaici in via dei ceraseti, il posizionamento di tutte le antenne esistenti (e dei progetti in via di approvazione) sul territorio comunale NON HANNO ANCORA OTTENUTO RISPOSTA.

Sono passati due mesi dalle prime carte protocollate, condite da vari solleciti, da dinieghi delle compagnie Iliad, Vodafone e ditte di installazione in opposizione alle nostre legittime richieste (motivo: segreto aziendale….vale più della trasparenza e della salute?).

Per non parlare dell’esistenza o meno del piano antenne comunale: c’è, non c’è, c’è ma è del 2002, c’è ma è del 2006, c’è una delibera comunale del 2014 votata all’unanimità per rifarlo…nel mare torbido, sfruttando l’impossibilità a riunirsi pubblicamente per organizzarsi come si dovrebbe, le compagnie telefoniche, le ditte installatrici e i proprietari dei terreni vorrebbero andare subito al sodo.

Ma non hanno fatto i conti con chi si oppone, per varie ragioni, a questo loro affare che è, di fatto, una nuova nocività.

Riproponiamo l’idea di verificare se esistono i presupposti per impugnare le autorizzazioni paesaggistiche al TAR o al Presidente della Repubblica con le tempistiche eventualmente posticipate a causa dei provvedimenti anti-Covid.

Di seguito alcuni link in cui si parla delle aste per le frequenze del 5G che hanno fruttato 6,5 miliardi di euro allo stato italiano (2018). Per comprendere che, nel nostro piccolo, ci si sta comunque battendo contro interessi enormi che però possiamo e dobbiamo contrastare.

https://www.mise.gov.it/index.php/it/comunicazioni/servizi-alle-imprese/tecnologia-5g/bando-5g

https://www.mobileworld.it/2018/10/03/frequenze-5g-asta-conclusa-bande-194151/

https://it.wikipedia.org/wiki/5G_in_Italia

Infine, pubblichiamo un paio di video per spiegare cosa è il 5G, perché in tanti se lo chiedono e per far crescere la consapevolezza in chi ancora non comprende i rischi di questa nuova tecnologia.

Aggiornamento Antenne n.3 – 27 marzo

Per quanto concerne l’elettrosmog e tutti i suoi aspetti comunichiamo che a partire da domenica 29 marzo alle 18 e per le seguenti domeniche sul canale video

https://www.youtube.com/channel/UCQ7xMlNNZIZG52In81ipn4A

andranno in onda delle conferenze con professori e medici che ci parleranno dei rischi per la salute, di come è possibile opporsi al 5G e di altri aspetti che potete leggere nella locandina

CON UN MINIMO DI INTERESSE E PARTECIPAZIONE, QUALCOSA SI OTTIENE, NON FERMIAMOCI!

L’Assemblea contro la Cementificazione ha richiesto all’assessore all’urbanistica e al dirigente all’urbanistica in data odierna, 27 marzo, informazioni sull’ubicazione delle stazioni radio base già presenti e su quelle che le aziende private intendono installare o modificare su tutto il territorio comunale.

Questo perché, al di là dei casi di via delle Molette e via dei Ceraseti, si ritiene necessario sapere se, in mancanza del Piano Antenne comunale, esista comunque una “fotografia” della situazione attuale e uno “scenario” di quella futura.

Compresa l’ipotesi che alcune stazioni radio base già esistenti possano essere modificate, ad esempio aumentandone la potenza e/o introducendo nuove bande di frequenza, in base alle esigenze non della popolazione ma delle aziende private.

Tra i dati che abbiamo richiesto ci sono appunto anche le caratteristiche tecniche riguardanti ogni stazione radio base. Attendiamo la risposta nei giorni seguenti e comunichiamo che lo scorso 24 marzo l’ufficio urbanistica ha inoltrato la nostra richiesta di conoscere i progetti di via delle Molette (nuova stazione radio base) e via dei Ceraseti (modifica stazione radio base esistente) alle aziende interessate.

Quindi si presume che la prossima settimana potremo ottenere e visionare la copia di quello che si intende installare in via delle Molette e di cosa si vuole modificare in quello di via dei Ceraseti.

Un paio di buone notizie arrivano dall’assessore all’urbanistica che ha pubblicamente comunicato alcune cose importanti, le riportiamo così come pervenute:

  1. Le autorizzazioni edilizie presentate per la realizzazione di nuove antenne hanno visto, a seguito di verifiche puntuali da parte degli uffici competenti, l’avvio del procedimento per il diniego trasmesso agli interessati con apposito procedimento di cui al prot.N.16973 del 25/03/2020.

2) Il Comune di Marino, grazie alla delibera di giunta approvata il 25/03/2020 entrerà

a far parte dell’ “Alleanza Italiana STOP 5G” vedi https://www.alleanzaitalianastop5g.it/443193497

3) La nostra amministrazione, nell’ambito della redazione dei nuovi strumenti urbanistici congiuntamente al nuovo Piano Urbanistico al quale si sta lavorando, ha già programmato nelle fasi esecutive del PUCG la redazione anche del Piano e del Regolamento Antenne. Nelle more dei nuovi strumenti urbanistici abbiamo però elaborato un atto congiunto che riguarda sia l’Urbanistica che l’Ambiente in quanto il tema delle antenne investe anche questo ambito così come quello della Salute Pubblica.

Compito nostro è andare a fondo alle questioni e, visto quanto sta accadendo da anni nella dura lotta contro la cementificazione, facciamo alcune considerazioni da comprendere con attenzione, onde evitare ad esempio che una preoccupazione si trasformi, ad esempio, in raccolte firme in cui si sbaglia pure l’oggetto su cui sono basate:

  • A) le autorizzazioni paesaggistiche rilasciate dal comune, di cui due per il ripetitore di via dei Ceraseti e una per quello delle Molette, rimangono in vigore, cioè non sono state annullate/revocate ad esempio in autotutela come avevamo richiesto; le aziende private possono quindi contare su una base di appoggio relativamente solida; resta quindi valido il nostro suggerimento rivolto ai cittadini di valutare la possibilità di impugnare le autorizzazioni paesaggistiche con un ricorso al TAR (entro il 18 aprile) o al Presidente della Repubblica (entro il 18 giugno) perché da quanto si evince dalle dichiarazioni dell’assessore, ad oggi, questa richiesta non è un’ipotesi che l’amministrazione intende praticare;
  • B) anche l’avvio dell’iter del diniego nel rilascio dei titoli a costruire le stazioni radio basi (si parla al plurale perché sembra di capire ce ne sia più di una in ballo), può essere impugnato dalle ditte private proponenti, così come ogni atto amministrativo, a prescindere dalla “ragione”; ognuno ha le proprie e a volte con degli avvocati molto bravi, con un potere economico rilevante e dei giudici più o meno accondiscendenti, non è detto che prevalgano le leggi vigenti o il buonsenso della tutela della salute pubblica (ammesso e non concesso che le leggi vigenti tutelino in questo ambito in primis la salute pubblica)
  • C) Al punto (4) della delibera contro il 5G appena approvata dal comune si legge

    Allo stesso tempo si dispone verso gli uffici di tener conto nella valutazione delle pratiche di SCIA o nelle istanze di autorizzazione, della relazione necessaria tra il rispetto dei termini temporali legati all’obbligo di terminare i lavori entro 12 mesi dalla validità del titolo autorizzatorio e la data del 1° luglio 2022 prima della quale non è possibile attivare impianto di tecnologia 5G.”

e l’assessore all’urbanistica dichiara

Con la Delibera approvata in Giunta lo scorso 25 marzo la nostra amministrazione ha inteso regolare l’istallazione di antenne telefoniche non certo per limitare le legittime aspettative imprenditoriali di chi opera nel settore, tra l’altro legittimate dalle norme, ma ha voluto altresì far prevalere l’interesse pubblico di tutela della salute ricorrendo al principio di cautela che in materia ambientale costituisce un principio fondamentale…..Da un punto di vista normativo in tema di installazione di ripetitori telefonici è necessario fare riferimento al “decreto Gasparri”, D.lgs. n. 198 del 4.9.2002, che ha concesso maggiori libertà nel posizionamento di ripetitori per la telefonia mobile sul territorio nazionale.

Tutta questa parte è interessante e riguarda per forza di cose la politica di gestione dei territori.

Perché spesso “le legittime aspettative imprenditoriali”, in qualsiasi settore, sono in contrasto con la tutela dell’ambiente e della salute di cittadini e lavoratori delle stesse imprese. Ora, allargando il discorso, ci sembra evidente soprattutto in questo periodo che un sistema basato sugli interessi dell’imprenditoria, nostrana o estera, visto che tende al massimo profitto forte del proprio potere economico tende a imporre nocività e speculazioni che c’entrano poco o nulla con i bisogni di tutti noi.

Sull’origine di tutti i mali, cioè la legge Gasparri, essendo non una calamità naturale ma un prodotto della mente di uno statista tanto geniale così come interpretato da Neri Marcorè proprio all’epoca dell’approvazione del testo, ci permettiamo di far notare che il centro-destra l’ha realizzata, il centro-sinistra l’ha criticata (e basta) e un paio di governi a guida Movimento 5 Stelle non l’ha cambiata. Insomma, una legge che va bene, di fatto, per tutto l’arco parlamentare da quasi 20 anni.

Le leggi possono cambiare, se si vuole. Di certo non lo può fare un Comune o un assessore, però magari le proprie maggioranze,volendo.

Forse però a livello parlamentare, più che il principio di precauzione, prevale e di molto l’interesse dei soggetti privati del mondo delle telecomunicazioni. Non ci sembra di dire cose inappropriate.

Sul fatto che le antenne 5G non potranno essere attivate prima del 1 luglio 2022 e che i permessi per la loro costruzione durano un anno, chiediamo pubblicamente all’assessore di farci comprendere meglio e per essere espliciti e diretti:

nel 2021 si va al voto per le elezioni comunali e fermo restando i danni provocati dalle altre forze politiche, più o meno tutte parte in causa del disastro legato all’espansione indiscriminata del cemento nel nostro territorio, se abbiamo capito bene una delle motivazioni per le quali sarebbe inutile da parte delle ditte private chiedere i permessi a costruire è proprio l’inutilità degli stessi almeno fino al 1 luglio del 2021.

A noi, messa così, ma forse abbiamo (speriamo) capito male suona un po’: ripassate dopo le elezioni.

Lo diciamo senza malizia e, purtroppo, notando i precedenti, cioè le delibere comunali del 2018 che il TAR ha annullato e che dovevano tutelarci dal cemento dei palazzinari, per via proprio delle motivazioni addotte nelle stesse che riguardavano sostanzialmente i progetti di “pubblica utilità” dei privati, ad esempio. Certo non sono state annullate solo per tali motivi, c’è altro, ok. Per esempio l’iter amministrativo del 2011 che il TAR ha preso per buono. E’ pure vero che su questo non ci pare che il Comune abbia preso parola al TAR, anche perché è stato lo stesso Comune ha agevolare tale iter, sotto i colori dell’amministrazione Palozzi, ma comunque con lo stesso “stemma” della casata Colonna. Al TAR e nelle delibere non ci risulta alcuna dichiarazione contro l’iter procedurale degli accordi di programma perché, in sintesi, il Comune dovrebbe censurare sé stesso.

Oppure, nella stessa giornata in cui si deliberava contro il 5G e si attaccava giustamente l’amministrazione precedente per il suo ruolo al servigio di Parnasi, l’attuale giunta ha approvato il PUA di Spinabella (via garofano – via ginestre) che l’anno scorso invece era stato respinto ed aveva portato ad un ricorso al TAR ora risolto con l’accordo nella costruzione di tre villini e la cementificazione di circa 3.000 mq di suolo “a vigneto” e “a frutteto”. Poca roba, ma inutile, del tutto inutile, se non atta a garantire l’interesse del privato che avrà pure ceduto 110 mq al Comune, ma ancora non abbiamo capito a cosa serve continuare a costruire e deturpare una zona comunque verde sulle pendici del Lago di Albano.

E ancora: ma quanti abitanti può sostenere il nostro comune,oltre gli attuali 45 mila e con quali risorse e servizi ?

Questo perché il Comune ufficialmente ha dichiarato che non conosce quante abitazioni sono sfitte e quante effettivamente abitate. Come si fa allora a continuare a rilasciare permessi a Palaverta, via Kennedy, Quarto S.Antonio e Due Santi ?

Perchè appunto prevalgono gli interessi imprenditoriali e forse le leggi li tutelano maggiormente, e quando si va in causa si preferisce non andare fino in fondo come nel caso del PUA ?

Non vorremo che, passato un po’ di tempo, e con eventuali pressioni delle compagnie telefoniche, in qualche modo, venisse comunque realizzata l’infrastruttura 5G o potenziata la rete già esistente.

Perché infatti, non c’è fretta.

Poniamo questi interrogativi senza alcun intento polemico ma li poniamo perché riteniamo l’unico interesse legittimo quello citato dallo stesso assessore nel “principio di precauzione” riguardante la salute di tutti noi.

Altrimenti si rischia, con le dovute proporzioni, il replicarsi di situazioni simili all’ex-ILVA, alla TAV o all’inceneritore di Parma dove ad un principio enunciato e sbandierato si può abdicare con un “ci abbiamo provato”.

L’Assemblea contro la Cementificazione invita tutti/e a partecipare direttamente e ad informarsi.

Non per provarci, ma perché è necessario respingere interessi estranei alla vivibilità dei nostri territori.

Delibera n.32 Stop 5G in PDF

Relazione Tecnica sul PUA di Spinabella in PDF

Aggiornamento Antenne n.2 – 21 marzo

L’Assemblea Contro la Cementificazione in merito al ripetitore che Iiad ed Elicom vorrebbero costruire in un vigneto di via delle Molette ribadisce

  • che il Comune di Marino ha rilasciato l’autorizzazione paesaggistica (e non il permesso a costruire);
  • che si può impugnare al TAR ogni atto amministrativo, quindi anche l’autorizzazione paesaggistica, se un parere di un ufficio legale a questo tipo di iniziativa riscontrasse degli estremi per avere successo;
  • di aver chiesto ufficialmente tramite PEC del 9 marzo inviata al protocollo comunale tutte le informazioni sul progetto della “stazione radio base” di via delle Molette e su quella di via dei Ceraseti;
  • di aver contattato telefonicamente gli uffici dell’urbanistica comunale precisando che tali informazioni dovrebbero essere fornite in tempo utile per eventuali ricorsi al TAR (che si può fare entro il 18 aprile);
  • che la risposta data dall’assessore all’urbanistica comunale alla raccolta firme tra i cittadini organizzata da altri è effettivamente corretta visto che l’oggetto della petizione è errato, e questo nonostante l’articolo che l’Assemblea Contro la Cementificazione abbia posto all’attenzione pubblica la problematica piuttosto chiaramente;
  • che, pertanto, le cose fatte un po’ al volo, senza conoscersi, senza approfondire, senza leggersi (con fatica) anche più volte un articolo piuttosto denso di informazioni, possono portare alla propagazione incontrollata di informazioni non veritiere che portano ad iniziative facilmente “smontabili”;
  • che, quindi, l’assessore ha avuto gioco facile a ringraziare i cittadini che gli hanno posto il problema e spostare la questione sui futuri atti amministrativi, tra i quali i permessi a costruire, senza fornire però informazioni sul progetto (ad esempio: è una “5G” ?) già in suo possesso e senza rispondere ai quesiti posti nel primo nostro articolo (mancanza della C.E.C, della Commissione Locale per il Paesaggio, della redazione del Piano Antenne così come da mozione n.52 votata all’unanimità dal Consiglio Comunale nel 2014, della solerzia il 23 dicembre ad effettuare un’istruttoria FAVOREVOLE al concedere l’autorizzazione paesaggistica lo stesso giorno in cui i proponenti hanno integrato la documentazione di progetto mentre dopo 12 giorni e diversi solleciti la cittadinanza non riesce ad ottenere via mail nessuna tra le informazioni richieste, come l’amministrazione valuta il fatto che la Elicom ha subìto il sequestro di un proprio impianto a Lenola poco più di un mese fa per un abuso edilizio, etc…);
  • è necessario parlarsi, in gruppo, usando magari i mezzi tecnologici ed evitando assembramenti, per discutere della problematica e l’Assemblea si sta già muovendo in tal senso; quando saremo pronti lo comunicheremo o, viceversa, se già i residenti hanno questa intenzione possono contattarci, se vogliono;
  • si suggerisce alla popolazione interessata a scaricare il modulo di richiesta atti amministrativi, compilarlo e inviarlo al protocollo comunale tramite mail sulla base di quanto riportato nell’autorizzazione paesaggistica che abbiamo allegato in pdf in fondo al primo articolo pubblicato;
  • si suggerisce di organizzare iniziative pubbliche e visibili di dissenso contro la eventuale installazione della stazione radio base perché, come dimostrato dal caso del ripetitore di via dei ceraseti, per questi lavori sembra che l’epidemia di corona-virus in corso non esista;

Se avremo dei riscontri, cioè delle informazioni sul progetto, le forniremo tramite i nostri canali (principalmente il blog http://stopcemento.noblogs.org).

PER CONTATTARCI VI PREGHIAMO DI USARE LE NOSTRE MAIL:

stopcemento@inventati.org oppure nofear@inventati.org

La valutazione che possiamo fare ad oggi, 21 marzo, è che l’assessore all’urbanistica ha segnato un punto a suo favore con la risposta puntuale ma circoscritta all’oggetto della petizione cittadina.

Attendiamo risposte ai quesiti da noi posti sopra, negli articoli precedenti e soprattutto agli atti formali già presentati i quali non sono stati finora presi in considerazione né dagli uffici preposti né dal titolare dell’assessorato all’urbanistica.

Prevedendo in anticipo che di questi tempi gli uffici siano in sotto-organico, riteniamo doveroso a maggior ragione fermare qualsiasi iter su eventuali nuove nocività che tanto le compagnie telefoniche quanto gli esimi costruttori hanno avviato in precedenza o che gli stessi vogliano intraprendere in questo periodo.

E magari, rivedere, sospendere, annullare, revocare le autorizzazioni paesaggistiche rilasciate sui ripetitori di via delle Molette e via dei Ceraseti.

Ci sembrerebbero atti concreti e di buon senso.

Quello che viene ossessivamente chiesto ad ogni cittadino in questo brutto periodo comandato a bacchetta e che deve limitarsi ad affacciarsi al balcone a fare il pupazzo ad orari prestabiliti cantando canzoni discutibili perché la grave epidemia in corso è difficilmente arrestabile avendo smantellato il Sistema Sanitario Nazionale e obbligando tuttora i lavoratori delle attività produttive non essenziali a lavorare in condizioni di insicurezza sotto la spinta di Confindustria.

Assemblea Contro la Cementificazione.

Aggiornamenti su antenne e simili

Da oggi, gli aggiornamenti sulla questione “Stazione radio base Iliad ed Elicom” che vorrebbero costruire a via delle Molette saranno disponibili quasi esclusivamente su questo blog. Evitiamo Facebook, non è uno strumento affidabile per certe cose, per quanto immediato nelle comunicazioni.

Chiunque volesse contattarci lo può fare tramite mail: nofear@inventati.org 

Meglio sarebbe incontrarci e fare assemblee, ma in questo momento è veramente complicato ed anche potenzialmente pericoloso per la salute. E siccome di salute stiamo parlando, ci sembra saggio che il “vicinato” si attivi, si parli e interroghi le autorità preposte: da quelle comunali, alla ASL, all’ARPA.

Dal canto nostro, siamo in contatto con un comitato che tratta specificatamente la questione delle antenne e del 5G. Tra ieri e oggi, siamo stati contattati da un paio di persone di via delle Molette e una di esse la stiamo facendo relazionare con il “Comitato di Tutela e Salvaguardia dell’ambiente” di Monte Porzio Catone perché tale comitato ha già intrapreso diverse battaglie contro l’elettrosmog.

Con loro stiamo cercando di organizzare un incontro on-line, forse tramite “mumble”, così possiamo tutti partecipare dalle nostre case. Appena capiremo come e quando, sentite le varie disponibilità, ne daremo comunicazione sia sul blog e (in questo caso) anche sul profilo facebook, noncheé via mail, via telefono etc…

Ecco i loro riferimenti.

https://it-it.facebook.com/comitatotutelamonteporziocatone

https://comitatotutelamonteporziocatone.wordpress.com/

Un aggiornamento preoccupante: stamattina, 19 marzo, sul terreno di via dei ceraseti al confine con la via appia, ove sorge un ripetitore Vodafone, si stavano svolgendo ulteriori lavori. Due operai stavano effettuando un carotaggio (dalle 8.30 alle 12.30) all’interno del vigneto in prossimità della recinzione che cinge la stazione radio base. Alcuni residenti sono intervenuti, notando tra l’altro la mancanza di qualsiasi recinzione di cantiere, di cartellonistica, di sistemi di sicurezza sul lavoro specifici e non (neanche le famose “mascherine” o guanti…). Sono stati allertati i vigili urbani che sono intervenuti poco dopo, comunque mentre gli operai avevano già concluso il carotaggio, e la ASL RM6 (che non ha fatto in tempo a sopraggiungere, alla quale comunque è stata inviata una comunicazione anche scritta). I vigili urbani del comune di Marino hanno risposto ai residenti che avrebbero verificato le carte della ditta e ne avrebbero informato l’ufficio urbanistico che però ci hanno detto essere chiuso per l’emergenza legata al corona-virus. Ci sono state delle rimostranze dei cittadini in tal senso: a maggior ragione, visto che verificare la regolarità o meno degli interventi sul territorio ad opera di soggetti privati che possono arrecare preoccupazione nella cittadinanza è molto complesso per la chiusura degli uffici, tali lavori andrebbero quantomeno sospesi sino alla conclusione di tale situazione. Invece, questi periodi di “emergenza” qualcuno li usa per velocizzare diciamo così i propri interessi. E non stiamo parlando della ditta intervenuta stamane, ma delle compagnie telefoniche. Comunque, eravamo al corrente di altre due autorizzazioni paesaggistiche anche su questo palo ripetitore già esistente: la prima per il rinforzo della recinzione (e i carotaggi di oggi a tale scopo si riferiscono), la seconda per l’installazione di un imprecisato numero di pannelli fotovoltaici. Con la stessa PEC nella quale chiedevamo i documenti di progetto della stazione radio-base di via delle Molette avevamo chiesto anche di conoscere i progetti sul ripetitore e il fotovoltaico di via dei Ceraseti. 

Non è che con l’emergenza in corso, ognuno “pò fà come je pare”….no?

MANTENIAMO ALTA L’ATTENZIONE, SI INIZI A MANIFESTARE PUBBLICAMENTE IL DISSENSO CONTRO OGNI IPOTESI DI INSTALLAZIONE DI (ULTERIORI) NOCIVITA’ SUL TERRITORIO. 

BELLI I CARTELLI “ANDRA’ TUTTO BENE” PERO’ MAGARI, AD ESEMPIO, SI POTREBBERO AFFIANCARNE ALTRI “NO AL RIPETITORE”, “PROFITTI PER POCHI, ONDE ELETTROMAGNETICHE PER TUTTI”, ETC…SCATENIAMO LA FANTASIA, INTERPELLIAMO LE AUTORITA’ FINO ALLO SFINIMENTO (IL LORO, NON IL NOSTRO), VEDIAMO SE SI PUO’ RICORRERE AL TAR (ENTRO IL 18 APRILE, DATA ULTIMA) E INFORMIAMOCI.

INTANTO, SE QUALCUNO VUOLE, VISTO CHE VA DI MODA AFFACCIARSI AL BALCONE CANTANDO LE COSE PIU’ IMPROBABILI E CHE POCO HANNO A CHE FARE CON UN VIRUS CHE NON CONOSCE NAZIONI NE’ CONFINI, SE PROPRIO QUALCUNO VUOLE, POTREBBE “SPARARE” DALLE PROPRIE CASSE ACUSTICHE QUESTA CHE CI SEMBRA SINTETICA, ORECCHIABILE, ADATTA E CHE HA PORTATO PURE BENE IN QUELLA SITUAZIONE SPECIFICA

Chi ha fatto palo? Iliad !

RILANCIO DELLA VITICOLTURA ?

MEGLIO UN RIPETITORE TELEFONICO

IN VIA DELLE MOLETTE

Partiamo subito con la notizia: in un terreno agricolo di via delle Molette sta per “nascere” una stazione radio base della compagnia di telecomunicazioni “Iliad”. E’ stata infatti concessa l’autorizzazione paesaggistica dal dirigente comunale dell’ufficio urbanistica, arch.Gentilini. Il responsabile del procedimento è invece l’arch.Costanzi, già dirigente dello stesso ufficio di Gentilini. L’autorizzazione è stata rilasciata lo scorso 18 febbraio alla “Iliad Italia” e alla “Elicom Radio Sistemi”. Appena venuti a conoscenza, pochi giorni fa, abbiamo chiesto tutti gli atti specifici come “Assemblea contro la cementificazione” e “Associazione contro tutte le nocività”. Infatti, dalla sola autorizzazione paesaggistica pubblicata sull’albo pretorio del sito del comune di Marino non è possibile capire l’entità del progetto.

Speriamo che queste informazioni possano venirci fornite al più presto.

Ad oggi, e siamo a metà marzo, nessun soggetto politico, né di maggioranza, né di opposizione si è interessato. E se lo faranno occorre essere chiari: le leggi sui limiti di emissione dei campi elettromagnetici sono molto “larghe” grazie al contributo del centro-sinistra con la legge quadro n.36 del 2001 e del centro-destra con il decreto e la legge Gasparri del 2002-2003 che in pratica autorizza l’installazione dei ripetitori in quanto considerati “opere di urbanizzazione primaria” come se si trattasse di fogne, rete idrica o illuminazione pubblica.

L’autorizzazione paesaggistica rilasciata dal comune di Marino è impugnabile al TAR entro 60 giorni oppure entro 120 giorni se l’eventuale ricorso è presentato al Presidente della Repubblica.

I dirigenti comunali nel concedere l’autorizzazione fanno presente che essa ricade sulle particelle 338-393-776-962 del foglio n.41 del catasto su “area di notevole interesse pubblico” ed in “zona E – terreno agricolo” con “paesaggio agrario di continuità” e “vincoli dichiarativi”.

Immagine 1: Individuazione delle particelle interessate dal progetto

Ma non si doveva rilanciare la viticoltura, orgoglio del territorio marinese, e difendere il territorio dalle speculazioni ?

A 25 euro per ogni quintale di uva raccolta, i proprietari avranno pensato che sia molto più piantare un palo solo piuttosto che un filare intero. Con buona pace del vicinato.

Le informazione estrapolate dal documento pubblicato sull’albo pretorio possono essere così sintetizzate.

Nel 2007 il Comune di Marino ha soppresso la Commissione Edilizia Comunale che poteva esprimere pareri consultivi in merito. Non molto ma sarebbe stato meglio di niente.

Il 23 dicembre scorso, lo stesso giorno che le società proponenti “Iliad” ed “Elicom” hanno protocollato una documentazione integrativa alla loro richiesta effettuata a luglio, i tecnici del comune hanno prodotto una relazione istruttoria che dichiara “compatibile” il progetto con i “vincoli paesaggistici anche in variante a precedente autorizzazione paesaggistica”.

Chiunque dica che al Comune di Marino gli uffici non sono efficienti è smentito: due giorni prima di Natale le due aziende protocollano una richiesta, essa giunge immediatamente all’ufficio preposto, dove trova la disponibilità di chi ci lavora che subito effettua una relazione istruttoria dando il via libera.

Poi, nonostante le abbuffate di capitoni, il rituale dei regali scartati il 25 e con in vista il cotechino di capodanno, viene inoltrata il 30 dicembre dal Comune alla Soprintendenza la relazione del 23 dicembre.

Da quel giorno, la Soprintendenza ai beni archeologici avrebbe avuto 20 giorni per dire qualcosa.

Non sappiamo se la settimana tra il primo dell’anno e la befana si siano ammazzati di lavoro alla Soprintendenza.

Pare di no, anche nei restanti tredici giorni successivi: loro non sono così efficienti come da noi a Marino ed in realtà non lo sono quasi mai a vedere le decine di altre autorizzazioni dove compare scritto che “sono trascorsi 20 giorni quindi vale il silenzio-assenso” perché non è stato espresso alcun parere dalla Soprintendenza Archeologica.

Sarà poca cosa, ma nel testo dell’autorizzazione c’è anche scritto a chiare lettere che al Comune di Marino non è stata costituita la “Commissione Locale per il Paesaggio” che esprime un parere obbligatorio da inviare alla Regione Lazio.

In Italia esiste una commissione per ogni cosa, di solito. In questo caso, no.

Qui da noi, per il paesaggio, si può soprassedere.

Ma perché tanta preoccupazione per l’ennesimo “palo della cuccagna” ?

Perché la cuccagna è da intendersi per i proprietari del terreno coinvolto che possono ricavare diverse migliaia di euro all’anno per un affare del genere. Per tutti gli altri, cioè per la popolazione circostante (con case che potrebbero essere di molto sotto la distanza minima dei 70 metri prevista per legge) una buona dose di campi elettromagnetici per tute le 24 ore di tutta la restante vita.

Illustrazione 2: Le distanze di sicurezza dalle abitazioni potrebbero non essere rispettate. Questo esempio ne mostra una di 50 mt, ma dipende in concreto da dove effettivamente le società vorranno realizzare la stazione radio base. Nel circondario ci sono diverse altre abitazioni.

 

Si tratta di vedere cosa prevede il progetto nel dettaglio. Ma intanto andrebbe fermato.

Anche perché nel 2014 il Movimento 5 Stelle, allora all’opposizione, presentò al Consiglio Comunale della giunta di centro destra una mozione che fu approvata all’unanimità, quindi anche dal centro-sinistra, che prevedeva la realizzazione di un “piano antenne” che modificasse quello vecchio in vigore con normative non aggiornate. E’ interessante notare che tutti la votarono e che la premessa della mozione riguardava il problema sanitario, le tensioni sociali tra i beneficiari e gli altri abitanti, il forte impatto visivo e la svalutazione degli immobili circostanti. Finora però non siamo riusciti a trovare alcuna informazione sul “piano antenne”, molto probabilmente non è stato redatto. Si è rimasti alle buone intenzioni ?

Già questo sarebbe più che sufficiente ad imporre uno stop all’ennesimo ripetitore, in una zona dove ce ne sono già diversi, purtroppo.

Anche il “piano antenne” non costituirebbe un argine invalicabile perché esso deve essere redatto con l’accordo di tutte le compagnie private. Apriti cielo…

Immagine 3: la scuola “Alessandro Silvestri” di via delle Molette dista un minimo di 160 mt dalle zone interessate

Non si tratta di tornare ai tempi delle “caverne” per intenderci, si tratta di non andare ad impiantare un’altra nocività per meri interessi speculativi e di nessuna utilità sociale. Profitti per pochi e salute a rischio per molti.

Comunque, a titolo informativo, lo scorso 31 gennaio è stata pubblicata la notizia che a Lenola in provincia di Latina la Elicom Radio Sistemi (a meno di un clamoroso caso di omonima, la stessa che vuole il ripetitore alle Molette)) ha subìto il sequestro dell’impianto installato abusivamente e già bloccato dalla Regione Lazio in seguito ad alcuni esposti presentati da comitati di cittadini.

Quindi ha ancora senso protestare organizzati e farsi sentire in tutte le sedi. Confortante.

Risultano indagate tre persone: due amministratori della società e un funzionario della Soprintendenza che ha rilasciato il via libera ai lavori (allora ci rimangiamo quanto detto sopra! Però hanno lavorato in senso contrario a quanto sperato).

Ecco, magari, un po’ di prudenza anche nella circostanza di via delle Molette non guasterebbe.

Che ogni compagnia telefonica possa installare una propria stazione radio è una diretta conseguenza del libero mercato che sta mandando velocemente in malora questo pianeta e i suoi abitanti pur di estrarre profitto in qualsiasi modo.

Queste “nocività” possono fermarsi.

L’interesse per la salute va difeso ogni giorno in ogni luogo.

Se c’è una cosa che in questi strani giorni vale come insegnamento è il non attendere che avvenga ciò che può essere evitato. Tra poco più di anno si torna a votare per le amministrative nel nostro Comune.

Possiamo rivolgere un invito alla popolazione ad autorganizzarsi perché è la migliore tutela da dinamiche di partito, tra i quali spicca quello dei palazzinari e dei cementificatori del territorio contro i quali ci battiamo da

sempre. Occhio agli show-man a caccia di consenso, ai quali della salute e della vivibilità di tutti noi non interessa un granché.

Si può vincere se c’è partecipazione diretta, cioè se ognuno fa qualcosa di concreto. Noi ci siamo.

Assemblea contro la cementificazione —- http://stopcemento.noblogs.org

Autorizzazione Paesaggistica Ripetitore Iliad via Molette – 18-02-2020 IN FORMATO PDF (prelevata dall’Albo Pretorio del Comune di Marino)

Aggiornamenti (quasi) primaverili

CEMENTO: A CHE PUNTO SIAMO ?

La scorsa estate l’Assemblea contro la Cementificazione ha realizzato e distribuito un dossier riepilogativo ma in questi pochi mesi le novità non sono mancate.

Il TAR del Lazio ha discusso i ricorsi presentati dai palazzinari che vogliono costruire 1,3 milioni di metri cubi di cemento mentre, da ormai 8 anni, non si è degnato di farlo con quanto prodotto da associazioni e cittadini che lottano contro tale ipotesi. Nel farlo, il TAR ha stabilito l’annullamento delle due delibere del Comune di Marino che nel 2018 avevano sospeso l’efficacia del protocollo di intesa Palozzi-Polverini e dei Piani Integrati (detti PRINT). Non ha però dato seguito alla richiesta di risarcimento danni per quasi 300 milioni di euro che i costruttori avevano contestualmente richiesto.

Come se l’inchiesta giudiziaria “Rinascimento” che ha svelato gli interessi tra imprenditori, politici e faccendieri non sia stata sufficiente a far comprendere anche al TAR che tutta l’operazione speculativa è marcia dal suo principio.

Il TAR ha stabilito che i costruttori possono chiedere alla Corte Costituzionale di intervenire anche sull’ampliamento del Parco dell’Appia Antica approvato in Regione un anno e mezzo fa.

Dopo il TAR, l’ultimo grado di giudizio sulla vicenda spetta al Consiglio di Stato al quale il comune di Marino ha fatto ricorso: bisognerà comunque aspettare l’udienza fissata il 17 settembre, cioè 7 mesi dopo la presentazione degli atti. Con comodo.

Il Ministero dei Beni e delle attività Culturali (MiBACT) ha proposto un vincolo di notevole interesse pubblico per circa 1200 ettari, molti dei quali ricadenti nel nostro comune. Ogni vincolo a tutele del territorio è un ulteriore granello di sabbia che può aiutare a salvaguardare la zona sempre più cementificata tra l’Ardeatina, l’Appia e la Nettunense però non è ancora definitivo. Anche su questo fronte i palazzinari faranno di tutto per tutelare le loro rendite.

Il Comune di Marino ha continuato a rilasciare permessi a costruire in buona parte delle aree soggette al cemento selvaggio: da Palaverta, a via Aldo Moro, a Quarto S.Antonio, dalla Nettunense ai dintorni del Parco Falcone. Si tratta principalmente di edifici residenziali ma anche distributori di carburanti.

Come se già non ce ne fossero abbastanza. Anche le autorizzazioni paesaggistiche vengono rilasciate frequentemente, ed in esse si legge ad esempio che “il comune non ha costituito la Commissione Locale per il Paesaggio” e che “la Sopraintendenza Archeologica non ha espresso il proprio parere quindi vale il silenzio-assenso”. E spesso queste autorizzazioni incidono su aree di pregio identificate nel PTPR.

Vogliamo ricordare un altro paio di cose: la prima è il Documento Preliminare di Indirizzo le cui linee guida sono state approvate recentemente dal Comune di Marino in vista della redazione del Piano Urbanistico, cioè del futuro PRG che l’amministrazione vorrebbe realizzare a “consumo di suolo zero”. In questo Documento si parla di 1,3 milioni di metri cubi di cemento già realizzati dal 2004 al 2016, di un aumento di 7.000 abitanti, di mancanza di servizi, di standard urbanistici inferiori ai minimi di legge (-25%), di un sistema viario al collasso e della razionalizzazione di scempi come Costa Caselle, via Kennedy, Quarto S.Antonio, Palaverta, Torre Paolina.e via Aldo Moro. Tutto ciò dovrebbe avvenire cercando di recuperare la viticoltura del territorio ma tutto il comparto è in crisi, il lavoro nero è dilagante nel settore e le cantine pagano l’uva una miseria al quintale. E sui terreni una volta agricoli vengono sempre più rilasciati permessi a costruire a favore dei proprietari o di società immobiliari, nonché autorizzazioni paesaggistiche per antenne di ogni tipo di operatore telefonico e pannelli fotovoltaici

Insomma, questo DPI è molto ben scritto, sembra un prezioso documento, si parla di strumenti di partecipazione diretta di cittadini e associazioni. Però esso si scontra con quanto avviene quotidianamente sotto gli occhi della stessa amministrazione comunale, la quale dopo aver per alcuni mesi interrotto il rilascio dei permessi a costruire appena insediatasi nel 2016, ha di fatto stabilito che tutte le zone in cui le ruspe erano già in azione, Mugilla inclusa, potevano tranquillamente continuare a riempirsi di cemento. Siamo così arrivati a circa 45.000 abitanti, con “zone di completamento” con le gru al lavoro e molti appartamenti costruiti ancora sfitti. A proposito, l’amministrazione non conosce, a suo dire, quanti appartamenti ci siano nel “suo” comune né sa quanti di essi siano abitati e quanti sfitti. Non ci sembra poco questa mancanza, specie se si vuole progettare, programmare, partecipare…

Nello stesso DPI si cita il rispetto di una determina regionale che fissa i limiti di anidride carbonica emanata dal sottosuolo per poter rilasciare i permessi a costruire: per anni abbiamo chiesto che questa fosse attuata, ad esempio, a Mugilla e ci è sempre stato risposto che è una “motivazione debole”. Adesso invece viene tirata fuori dal cassetto come se nulla fosse ?

Infine, uno studio sugli standard urbanistici, quello previsto per ottobre 2016, è stato finalmente redatto e doveva costituire la base dell’azione amministrativa per arrivare ad una delibera di sospensiva in autotutela, come annunciato a suo tempo. Ebbene, lo studio è ricco di lacune per stessa ammissione di chi lo ha redatto, praticamente inutilizzabile, e infatti non risulta neanche citato nel DPI.

Nel frattempo, con l’inizio precoce della campagna elettorale, i vecchi pescecani politici al soldo dei palazzinari sono pronti a mettere a frutto gli accordi con gli speculatori di ogni sorta.

Non ci sono alternative alla partecipazione diretta alle questioni che interessano decine di migliaia di persone nel nostro comune. Se ciò avviene tramite la delega, la catastrofe è annunciata ed è già in larga parte visibile. Altro che “svolta verde”.

Venerdì 28 febbraio, presidio alla Regione Lazio per la chiusura della discarica di Roncigliano

https://noinceneritorealbano.noblogs.org/post/2020/02/24/venerdi-28-febbraio-presidio-alla-presidenza-dellaregione-lazio-via-rosa-raimondi-garibaldi-7-garbatella-h-10-30/

Venerdì 28 febbraio, Presidio alla presidenza della Regione Lazio, via Rosa Raimondi Garibaldi 7, Garbatella, h 10.30

PARTENZA PULLMAN ore 9,30 DAL VILLAGGIO ARDEATINO

Andiamo a rivendicare la revoca/sospensione dell’ordinanza regionale del 31 ottobre scorso con la quale la ing.a Flaminia Tosini ha trasferito l’autorizzazione Integrata Ambientale dell’impianto meccanico biologico di Roncigliano dalla Pontina Ambiente di Cerroni alla Colle Verde srl di Cristiano Cesaro. Questo atto consentirebbe al signore ultimo arrivato di trattare rifiuti per i prossimi 20 anni e oltre, in un territorio che, a partire dall’incendio del TMB avvenuto il 30 giugno 2016, ha dimostrato di saper fare a meno di TMB, discarica e inceneritore.

Chiederemo come, vigente l’interdittiva prefettizia antimafia del 22 marzo 2014, la Regione Lazio abbia potuto pensare di prorogare l’AIA del 2009 per il solo fatto che la Pontina in quella data aveva aggiornato la fidejussione per l’impianto.

Chiederemo come, in presenza di un atto che impedisce ogni rapporto con la P.A., la Pontina dopo il marzo 2014 abbia potuto continuare a svolgere un servizio essenziale dei 10 comuni dei Castelli e riscuotere le relative spettanze, nonché partecipare alle varie conferenze dei servizi al Comune di Albano e alla Regione Lazio dopo gli sforamenti molteplici dei limiti per gli inquinanti nelle falde nell’area Cancelliera – Villaggi Ardeatini.

Nella giostra delle leggi che regolano la validità dell’AIA è difficile raccapezzarsi ma una cosa è chiara: il 13 agosto 2019 sono trascorsi 10 anni dall’AIA del 13 agosto 2009 e la voltura alla Colle Verde dell’ottobre scorso è arrivata fuori tempo massimo.

All’atto dell’apertura della revisione dell’AIA per mano della stessa Tosini e nelle successive sedute fino al maggio del 2016 tutti convenivano sul fatto che il TMB della Pontina era una grossa fonte di guai da non riproporre. Il fatto che oggi si pretenda di ripristinarlo ante incendio è un abominio, ancora di più ora che le migliori tecnologie da adottare (BAT) sono cambiate proprio nel 2018 per Direttiva Europea recepita.

A distanza di 6 anni  dal rapporto ARPA DEL 2014, che elencava 19 violazioni delle prescrizioni AIA, il quadro gestionale del sito di Roncigliano non è cambiato se non per il fatto che il capannone del TMB è distrutto per metà.

LA REGIONE DEVE RITIRARE L’ORDINANZA DEL 31 OTTOBRE SCORSO, IL SITO DI RONCIGLIANO VA CHIUSO E BONIFICATO, VA IMPEDITO QUALUNQUE NUOVO IMPIANTO A CALDO CHE TRATTI RIFIUTI.

Coordinamento contro l’inceneritore di Albano

SI SCRIVE TAV, SI LEGGE ‘NDRANGHETA…

“Parlateci di Roberto Rosso e della ‘ndrangheta in Piemonte”. 

Lo sapevano nel 2012 “Elio e le storie tese”, al minuto 3.15 è abbastanza esplicito…che anno il 2012, ma ci torneremo in seguito…

Roberto Rosso, assessore regionale alla Regione Piemonte, in quota al partito di Fratelli d’Italia è uno dei molti amici dei mafiosi arrestati nell’inchiesta di pochi giorni fa denominata “Fenice” che ha scoperto, indovinate un pò, un ampio giro di collusioni tra il mondo politico, quello imprenditoriale e quello mafioso. Roberto Rosso è anche un fervente propositore dell’opera contro cui una Valle e una larga fetta del Paese si oppone ormai da decenni: la famigerata linea TAV Torino-Lione.

Non preoccupatevi. Torino è già ben collegata con Lione, a doppio binario, con passaggio dei treni TGV. In più c’è l’autostrada che ha devastato il Frejus e altre due statali: quella del Moncenisio, e quella del Monginevro. No, l’Italia non è e non resterà “isolata dal resto d’Europa” se non verrà realizzata l’inutile “grande opera”. Tranquilli.

Se proprio c’è qualcosa di cui dovreste preoccuparvi è che dietro la disinformazione dei mass media, l’interesse dei politici di ogni schieramento e quello dei “poveri” imprenditori di Confindustria, nonché di diversi sindacati “gialli”, c’è qualcosa che va oltre la devastazione e il saccheggio del territorio (che già basterebbe…). Ci sono gli interessi della mafia che agisce al nord non meno che al sud. Roberto Russo, italiano purosangue, patriota del partito dell’ex-ministro Giorgia Meloni, è accusato di aver concordato l’acquisto di un pacchetto di voti pagando tangenti alla ‘ndrangheta che opera a Torino e dintorni. Di lui si ricordano le partecipazioni ai cortei pro-TAV dello scorso anno organizzate dalle signore della Torino-bene, le cosiddette “madamin”. E infatti, sostenere la TAV vuol dire gestire dal punto di vista politico miliardi di euro da spartirsi con le società vincitrici degli appalti, tra le quali quelle mafiose. Nell’inchiesta che ha portato al suo arresto, dalle intercettazioni si evince che boss mafiosi di un certo calibro si incontrarono prima delle elezioni con esponenti politici chiedendo loro di continuare con i cantieri a Chiomonte, dove c’è un buco che è il tunnel geognostico spesso proposto da giornalisti (diciamo poco attenti…) come il tunnel dove dovrebbe passare il TAV.

Per ulteriori considerazioni, rimandiamo all’articolo di Marco Revelli dal titolo “Non tutti i SI-TAV sono mafiosi, ma tutti i mafiosi sono SI-TAV” e anche a quanto scritto dal movimento No Tav in merito all’imbarazzante situazione venutasi a creare per i sostenitori dell’opera.

Però mentre viene scoperta l’acqua calda, le porte del carcere si sono aperte per 4 attivisti NO TAV: Mattia, Giorgio, Luca e Nicoletta. Prima di continuare, vi invitiamo a prendervi una mezz’oretta di tempo per vedere questo video pubblicato nel 2015, se non andiamo errati, che ripercorre – fino ad allora – le tappe della repressione poliziesca e della persecuzione giudiziaria che ha subìto il movimento che lotta contro la linea ad alta velocità / alta capacità

A parte Caselli, vanno ricordati i due PM che hanno formato il “pool” contro i No Tav e hanno condotto processi di massa anche molto velocemente con il cosiddetto pugno di ferro: ecco alcune delle inchieste che li riguardano, come inquisiti !

https://www.notav.info/post/padalino-il-pm-anti-notav-indagato-per-abuso-di-ufficio/

http://contropiano.org/news/politica-news/2019/05/17/padalino-il-pm-anti-notav-riceveva-favori-da-unazienda-interdetta-per-mafia-0115530

Le strane amicizie del Pm Rinaudo. Parte V. Rinaudo Furioso

Torniamo ora all’attualità. Il 30 dicembre i carabinieri hanno eseguito l’arresto di Nicoletta Dosio, storica militante No Tav, 73enne, insegnante in pensione. Deve scontare un anno di pena. Se dal minuto 5.22 del TG3 delle ore 14.20 del 31 dicembre vi venisse in mente di cercare di capire il motivo esatto per il quale Nicoletta è finita in carcere, non ci si riuscireste. Fate una prova…

http://www.tg3.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-f9d91d8a-52a5-47f6-90db-fe2204e5342b-tg3.html#p=

Però nel servizio si vedono le immagini dell’assalto al cantiere di Chiomonte ripresi in una delle tante manifestazioni che ci sono state nel corso degli ultimi 15 anni. Quindi si potrebbe intuire che Nicoletta abbia, ad esempio, tirato un sasso che ha ferito qualche uomo in divisa. Macché, siete fuoristrada, anzi fuori autostrada per essere più precisi. Ma non è colpa vostra. Ve lo diciamo noi: Nicoleta ha partecipato al blocco del casello di Avigliana lungo l’autostrada del Frejus a marzo del 2012, oltre 7 anni fa, durato la bellezza di 20 minuti durante i quali le auto sono state fatte passare senza pagare l’esoso pedaggio. Il danno accertato per la società che gestisce l’autostrada (leggasi, la società che fa i profitti e che lascia gli spicci allo Stato) è di 600 euro.

Ecco quanto accaduto a marzo del 2012 in questo breve video durante la protesta “Oggi paga Monti” (allora presidente del consiglio)

La sentenza ha colpito sia Nicoletta che altri 11 militanti del movimento. La Cassazione ha ribadito il suo concorso “morale” ed il fatto che “impugnava uno striscione” sulla corsia del Telepass. Nicoletta ha rifiutato le pene alternative perchè sostiene di non aver nulla di cui vergognarsi. E infatti grosso è stato l’imbarazzo dei carabinieri quando si sono trovati centinaia di paesani, amici, conoscenti e attivisti di Nicoletta durante il suo prelievo coatto dall’abitazione per il trasporto in carcere alle Vallette di Torino, dove la aspettavano purtroppo altri 3 NO TAV già in prigione per altre proteste

Ma cosa successe quel 2012 in Val di Susa ? A febbraio i Comitati No TaV decidono di opporsi agli espropri dei terreni di loro proprietà e all’allargamento del cantiere già in essere dall’estate del 2011 in Val Clarea (dopo lunghe giornate di battaglia l’estate 2011…). La società LTF si presenta con centinaia di poliziotti e altre forze dell’ordine, nonché con i militari, per imporre la volontà di prendere possesso della zona. Luca Abbà, 37enne, conosce bene quella terra e elude i controlli fuggendo dal presidio della “Baita Clarea” dove si trovata insieme ad altri attivisti per difendere dall’esproprio i terreni privati. Luca però viene inseguito da un “cacciatore di Sardegna”, cioè da un carabiniere. Il carabiniere se lo vuole “sgobbare”, come si dice in gergo, non certo impedirgli di salire sul traliccio dell’alta tensione su cui Luca si rifugia suo malgrado.Questo va ricordato, a scanso di equivoci, cioè delle versioni date in pasto dalla forze dell’ordine a tutti i giornalisti. Da quel traliccio, prima di subire una violenta scossa elettrica e cadere, Abbà fa una breve corrispondenza in diretta su Radio Blackout, storica emittente torinese

Luca subito dopo cade a terra folgorato e va in coma profondo. La sua vita si salva ma fa oltre 100 giorni in ospedale. Luca, in questo 2020, si trova agli arresti presso lo stesso carcere di Nicoletta. Come è piccolo il mondo, specie a Torino. Specie in una prigione. In questi due articoli, tra i quali una intervista di Luca, si ripercorre quanto accaduto in quel giorno di febbraio 2012

https://torino.repubblica.it/cronaca/2012/06/23/news/luca_abb_ecco_com_andata_quel_giorno_sul_traliccio-37813238/

https://www.globalist.it/news/2016/05/08/manifestante-no-tav-fulminato-su-un-traliccio-8145.html

La gente della Valle e il resto dei comitati in tutto lo stivale si mobilitarono e si incazzarono perché l’allora capo della Polizia, tale Manganelli (un nome, un programma), aveva pronosticato che nella dura lotta contro il TAV avrebbe potuto scapparci il morto. E infatti, ci sono andati vicino. Dalla parte dei manifestanti, of course. Mentre decine di migliaia di persone organizzavano proteste in sostegno dei No Tav e in solidarietà con Luca, in Valle si dava il via all’occupazione delle arterie stradali e autostradali, anche per impedire alle forze dell’ordine di continuare la loro opera di repressione che si è potuta ammirare nel video intitolato “Archiviato”. 

Per 4 giorni i No Tav mostrano che davvero paura non ne hanno

E la polizia si diede alla pazza gioia: cariche con i manganelli, idranti sulla folla in pieno inverno e…un caffè preso in un bar nel modo che si può ammirare qui sotto.

In questo clima maturò la protesta che portò Nicoletta ed altri 11 ad essere prima accusati e poi condannati a 20 anni complessivi di pena per aver “osato” alzare per 20 minuti le sbarre di un casello. 

E poche settimane dopo, anche ai Castelli Romani, ad Albano precisamente, la polizia non aveva ancora smaltito l’euforia data dal caffè di quel bar di Chianocco: con bastoni e manganelli, due ragazzi subirono fratture agli arti superiori e una donna anziana, che peraltro non era una manifestante ma si trovava lì per caso, venne “sgambettata” e fatta cadere. Fu ricoverata al pronto soccorso di Albano (che non esiste più, per la cronaca). La manifestazione era contro la discarica e l’inceneritore di Roncigliano ma molte erano le bandiere No Tav portate al corteo proprio per ribadire la vicinanza e la partecipazione con le idee e le pratiche dei valsusini. Si contarono anche un arresto di un ragazzo minorenne, una denuncia per 50 manifestanti e un processo per altri 17 conclusosi con l’assoluzione per tutti.

Torniamo a Torino, torniamo “all’oggi”. Dunque, l’8 dicembre in Val di Susa partecipato corteo di 10-15.000 persone insieme ai giovani del Friday for Future

Il 25 dicembre, sì, proprio a Natale, manifestazione No Tav sotto al carcere di Torino in solidarietà con Giorgio,Mattia e Luca

Il 1 gennaio, a Bussoleno, comune della Val di Susa, migliaia di nuovo in corteo per Nicoletta, da 48 ore in carcere anche lei

Insomma, la lotta in Valle non si ferma mai.

Più o meno, abbiamo fatto il punto. Non è solo un treno. E’ molto ma molto di più. Vi invitiamo a scrivere ai detenuti No Tav

Ed, infine, riportiamo due lettere da dietro le sbarre. La prima è di Giorgio, spedita anche a Nicoletta pochi giorni prima del suo stesso arresto. La seconda è scritta da Nicoletta

Lettera di Giorgio

Cari compagne e compagni,

il presidio di ieri sera è stato apprezzato dai detenuti del Blocco B, sia la buona musica e i saluti, sia i fuochi. Nel pomeriggio del 25 dicembre, con un “tranello”, hanno trasferito Mattia in una sezione diversa, non so quale (forse il Blocco C). Al rientro dal cortile dell’area ci eravamo rifiutati di rientrare in cella. Premessa: giovedì 19 dicembre avevamo fatto una “domandina” per richiedere la “socialità” almeno nel giorno di Natale, visto che nella sezione “Nuovi Giunti” non viene mai concessa. “Socialità” vorrebbe dire stare nel corridoio dalle 17 alle 19 a chiacchierare e camminare. Venerdì 20 dicembre avevamo fatto una seconda “domandina” per poter usufruire del servizio pizza interno (di cui non sapevo l’esistenza), nell’impossibilità da parte nostra di poter fare la spesa settimanale. Ben 10 pizze per la sera di Natale da distribuire tra tutti in sezione (34 presenti). Sabato 21 dicembre per “aiutare” le nostre richieste ci siamo rifiutati di rientrare in cella, così era arrivato un ispettore che, dopo averci ascoltato, se n’era andato con le solite scontate e inconcludenti risposte. Così giovedì 25 dicembre ci siamo rifiutati di rientrare. Dopo i classici “consigli utili” non richiesti dal capo posto per farci desistere e velate minacce, siamo rimasti per una oretta abbondante nel corridoio e siamo rientrati in cella. Con una scusa (telegramma?) dunque Mattia è andato verso la rotonda e non è più tornato, nessun problema l’avevamo messo in conto. Sarà più “utile” in un’altra in un’altra sezione. Nei giorni precedenti parecchi detenuti della sezione volevano partecipare, ma abbiamo preferito non esporli ad inevitabili provvedimenti disciplinari (il famoso, qui dentro, “rapportino” anticamera del consiglio di disciplina).

Qui qualsiasi cosa dici devi farlo nella maniera più semplice possibile, senza vanità, linguaggio chiaro, senza essere contorto. Curiose le argomentazioni per non concedere le pizze, dovevamo prenderne una testa e non potevamo ordinarne dieci in due persone così cercavamo di “comprarci” il consenso della sezione per future proteste. Ma quel che proprio non capivano era che noi due volevamo spendere ben 80 euro di pizze per gli altri prigionieri. Una scena comica e surreale alla rotonda del Blocco B: ispettore, capoposto, cinque o sei guardie ci guardavano stralunati come fossimo dei marziani, non volevano credere a quello che noi volevamo fare. La sezione dove sono, la nona, dovrebbe essere adibita a un servizio di osservazione per i nuovi arrivati, non durare più di 5 giorni, in realtà si sta 20/25 giorni: no TV, no socialità, misere arie dalle 9 alle 10:15 al mattino e dalle 13 alle 14:15 al pomeriggio, tre per volta si va alle docce fino alle 16:30, poi chiusura totale in cella fino alle 8 del mattino successivo. La maggioranza qui non possiede soldi per fare la spesa a malapena comprano tabacco e generi per la pulizia personale. Da Francesca Frediani, che ringraziamo per la visita, abbiamo saputo di Roberto Rosso e un mattino lo abbiamo scorto in un cortile dell’area lontano dal nostro. Ringraziamo la Cassa Antirep. le Alpi Occidentali grazie alla cui “rapidità” possiamo spedire questa lettera: in tutta la sezione non c’era un francobollo. Concludo riportando la frase che Mattia ha scritto sul muro della cella: “non vi è rimedio per la nascita e per la morte salvo godersi l’intervallo”, non so di chi è la citazione.

Un saluto a tutti,

No Tav

Lettera di Nicoletta
 

Sto bene, sono contenta della scelta che ho fatto perché è il risultato di una causa giusta e bella, la lotta NoTav che è anche la lotta per un modello di società diverso e nasce dalla consapevolezza che quello presente non è l’unico dei mondi possibili.

Sento la solidarietà collettiva e provo di persona cosa sia una famiglia di lotta. L’appoggio e l’affetto che mi avete dimostrato quando sono stata arrestata, e le manifestazioni la cui eco mi è arrivata da lontano, confermano che la scelta è giusta e che potrò portarla fino in fondo con gioia.

Parlo di voi alle altre detenute e ripeto che la solidarietà data a me è per tutte le donne e gli uomini che queste mura insensate rinchiudono.

In questo stesso carcere ci sono anche altri cari compagni, Giorgio, Mattia e Luca che sento più che mai vicini ed abbraccio.

Un abbraccio ed un bacio a tutte e tutti voi.

Siamo dalla parte giusta.

Avanti NoTav!

Incontro pubblico su rifiuti e cemento alla Biblioteca Popolare di S.Maria delle Mole

Nel territorio in cui viviamo è da anni in corso una vasta cementificazione che mette insieme gli interessi imprenditoriali e quelli dei partiti politici. Il TAR del Lazio ha dato ragione ai costruttori che avevano presentato ricorso contro alcuni provvedimenti del consiglio comunale di Marino. Lo stesso tribunale che in 8 anni non ha voluto esprimersi sui ricorsi presentati dai comitati cittadini che lottano contro il progetto da un milione di metri cubi di cemento. A pochi passi da qui, lungo la via Ardeatina, l’impianto TMB della discarica di Roncigliano andato a fuoco nel 2016 rischia di essere riattivato grazie ad una nuova autorizzazione regionale mentre le buche della “Ecofer” alla Falcognana vengono indicate come possibili siti per i rifiuti della città di Roma, in eterna emergenza

Già nel 2013 una grande mobilitazione popolare, con 10.000 persone in corteo al centro di Roma, riuscì a fermare il primo tentativo di rendere la “Ecofer” la discarica che avrebbe sostituito la famigerata Malagrotta.

Nel frattempo, la lotta contro l’inceneritore, il TMB e la discarica di Roncigliano non si è mai fermata ed ha visto 500 persone manifestare ad Albano lo scorso 7 dicembre.

I partiti in continua campagna elettorale cercano invece visibilità proponendo gli inceneritori come soluzione e intervengono contro la “Ecofer” solamente perché nelle adiacenze ci sono i progetti di Parnasi e “DeA Capital” per quasi 25.000 nuovi abitanti: 12.500 al Gotto d’Oro e altrettanti a S.Palomba e Paglian Casale. Se a tutto ciò si aggiunge l’inquinamento dovuto agli aerei e il rumore causato dalle nuove rotte, il quadro sull’invivibilità del territorio si completa.

Che cosa sta accadendo ? Quali sono i soggetti che portano avanti progetti di devastazione dei territori ? Come organizzarsi per opporsi efficacemente e in tempo utile ?

Facciamo il punto della situazione parlandone insieme alla “Bibliopop”, venerdì 20 dicembre, dalle ore 18.00.

Assemblea contro la cementificazione e Biblioteca Popolare

http://stopcemento.noblogs.org — stopcemento@inventati.org

Manifesto 20 dic 2019 alla Bibliopop contro rifiuti e cemento in PDF

Dal corteo di Albano una risposta alle speculazioni che generano emergenze

RIFIUTI, AEREI E CEMENTO: LA POPOLAZIONE SI MOBILITA E NON SI PRESTA AGLI INTERESSI DEI PARTITI IN CAMPAGNA ELETTORALE

Sabato 7 dicembre circa 500 persone hanno partecipato al corteo organizzato dal Coordinamento contro l’inceneritore attraversando strade di Albano per protestare contro l’autorizzazione regionale che consentirà all’impianto di trattamento meccanico biologico di Roncigliano di tornare in funzione dopo l’incendio del giugno 2016. L’impianto TMB si trova all’interno della discarica lungo la via Ardeatina e quindi è presumibile che anch’essa torni a disposizione per continuare a essere riempita causando ulteriori danni in aggiunta ai suoi ormai 40 anni di attività.

L’Assemblea contro la Cementificazione di Marino ha partecipato al corteo, come in tutte le altre occasioni, insieme ad altre associazioni e movimenti di lotta del territorio per dare seguito all’idea di unire le forze contro ogni tipo di nocività come ben sintetizzato dallo striscione d’apertura: l’imprenditoria tricolore ed estera, in cerca di facili guadagni, vuole imporre i propri “progetti” nel quadrante di Agro Romano in cui viviamo e per farlo foraggia tutti i partiti dell’arco parlamentare, come già dimostrato da diverse inchieste tra le quali spicca la “nostra” Risorgimento con il costruttore Parnasi coinvolto insieme agli uomini di riferimento di Lega, PD, M5S e Forza Italia.

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Negli ultimi mesi i cambi delle traiettorie di decollo degli aerei e i ripetuti sforamenti negli orari notturni hanno provocato vive proteste da parte degli abitanti delle frazioni di Marino e di Ciampino, però il TAR, l’ENAC e AdR fanno fronte comune insieme alle compagnie aeree come la Ryanair e le soluzioni come i decreti ministeriali non vedono mai alcuna efficacia.

In queste ultime settimane si è riacceso il “gioco” del toto-discarica perché Roma è di nuovo in emergenza con la gestione dei suoi rifiuti. Non proprio una novità, si può dire. Per questo motivo la discarica di rifiuti pericolosi della società “Ecofer Ambiente” situata in via Ardeatina, nel comune di Roma in zona Falcognana ma confinante con il comune di Marino, è diventata una delle maggiori candidate ad ospitare centinaia di tonnellate quotidiane di rifiuti della capitale. Già nell’estate del 2013 ci fu questo rischio e solo la mobilitazione popolare , conclusasi con un corteo di 10.000 persone a Roma, riuscì a bloccare la creazione di una nuova Malagrotta. Però nel frattempo la “Ecofer” si è dotata di un terzo invaso, per una volumetria autorizzata insieme ai primi due di circa 2,2 milioni di metri cubi di rifiuti smaltibili ed ora questa nuova buca fa “gola” per i profitti che potrebbe generare ma anche perché potrebbe, temporaneamente, salvare i partiti politici al governo della Regione Lazio (cioè il PD) e garantire ad AMA un sito di smaltimento in vista della prossima chiusura della discarica di Colleferro. Così da evitare di peggiorare l’attuale consueto disastro che si vede ogni giorno all’interno della città di Roma. In questo caso però i 5 Stelle al Campidoglio e anche al governo nazionale andrebbero in difficoltà rispetto al loro elettorato dato che, da sempre, sono dichiaratamente contro discariche e inceneritori ma, da quando governano, continuano comunque ad utilizzarli per gestire i rifiuti capitolini magari fuori dalla vista dei cittadini romani, qualche km più in là come in Abruzzo.

In questo contesto, si inseriscono poi i movimenti dei partiti politici di opposizione: da Fratelli d’Italia alla Lega (sempre più “selfisti” con tutti i nomi ben elencati per ricordarseli al momento del voto), passando per Forza Italia, i quali provano a farsi campagna elettorale strizzando l’occhio ai comitati cittadini che si battono a difesa dei territori e della salute. Memorabile la scena del senatore Brunetta che si è incatenato per la durata record di ben 30 secondi al cancello della “Ecofer” per far convergere su di sé i riflettori di tutti i mezzi di informazione e che durante il presidio dei cittadini è intervenuto affermando senza vergogna che al “Nord Italia tutto funziona bene, i problemi sono solo qui da noi al Sud, c’è la terra dei fuochi in Campania e il termovalorizzatore di Brescia funziona benissimo”. Qualcuno di noi, presente a quel presidio, è intervenuto contestando le affermazioni del deputato e ha precisato che nel fantastico Nord Italia Brescia è in cima alla classifica delle città più inquinate d’Italia, grazie anche al contributo delle sue industrie e dell’inceneritore tanto caro a Brunetta ma contestato da oltre 40 comitati locali. Inoltre, sempre al Nord non si contano gli incendi negli impianti di stoccaggio dei rifiuti, anche pericolosi, e in ultimo tutti abbiamo visto le immagini di Venezia sommersa per oltre una settimana dal mare mentre il MOSE, costato oltre 5 miliardi di fondi pubblici, è solo la storia di una inutile grande opera che però almeno è stata utile ai colleghi della coalizione di centro-destra, come Galan, che si sono intascati oltre un miliardo di tangenti.

Bisogna quindi evitare di affidarsi a questi soggetti che solo perché residenti occasionalmente proprio nei pressi della “Ecofer” sostengono la vertenza ma in realtà fanno molti danni e, in passato, hanno spesso accusato comitati di altri territori di essere “egoisti” (o “nimby”, in inglese) usando la più violenta repressione e persecuzione, come nel caso dei No-Tav in Val di Susa. Anche qui da noi a Marino diversi politici locali che fanno comunella coi palazzinari, come già successo nel 2013, si stanno muovendo dicendo che “siamo tutti sulla stessa barca”, solo perché in realtà temono che i loro profitti basati sul mercato immobiliare e sugli 1,3 milioni di metri cubi di cemento contro i quali lottiamo da anni possano venir danneggiati dalla presenza dei rifiuti della “Ecofer”. A queste meschine manovre vanno sommate purtroppo altre due lottizzazioni per un totale di 11.000 possibili nuovi residenti e denominate “S.Palomba” e “Paglian Casale” che sono state approvate in questi ultimi anni dalle giunte romane e che ricadono lungo via Ardeatina proprio nella zona tra la “Ecofer” e la discarica di Roncigliano. In particolare, a S.Palomba, vicino Pavona-Cancelliera ci sono già diversi sbancamenti per i lavori di costruzione delle opere propedeutiche ai palazzi per 4.000 nuovi abitanti previsti per l’housing sociale approvato dalla giunta Raggi lo scorso anno. La Cassa Depositi e Prestiti garantirà 150 milioni di euro alla società “DeA Capital” per tale iniziativa: di “housing” ci sarà altro cemento, di “sociale” ci sarà la garanzia dei fondi pubblici, come al solito. Ricordiamo che la “DeA Capital” è la stessa società che, in accordo con Parnasi, prevede di costruire al Gotto d’Oro altri palazzoni per 4.000 nuovi residenti, per il progetto approvato dalla giunta Palozzi a Marino e da quella Polverini nel 2013 in Regione Lazio.

Infine, è notizia recente che il TAR ha di nuovo “colpito”: stavolta ha dato ragione ai palazzinari di Mugilla, la zona a ridosso delle scuole di via Maroncelli a S.Maria delle Mole, annullando le delibere comunali della giunta 5 Stelle di Marino che lo scorso anno affermavano la “sospensione dell’efficacia” sia del “Protocollo di intesa del 2011” che dei “PRINT” riguardanti il Masterplan da 1,3 milioni di metri cubi. A breve comunicheremo un’analisi più approfondita però si può già sostenere che il Tribunale Amministrativo Regionale ha fatto carta straccia dei provvedimenti comunali sostenendo le “ragioni” dei palazzinari senza aver neanche preso in considerazione i ricorsi dei comitati cittadini depositati ormai da 8 anni negli stessi uffici. Dovremo quindi presto dare una risposta concreta a questa presa di posizione che tutela gli interessi degli speculatori a danno della popolazione che vive nei territori delle frazioni di Marino.

Tutte queste continue emergenze sono causate e gestite sempre dagli stessi attori. Cerchiamo di non stare al loro gioco ma di organizzarsi davvero tra di noi per non farsi travolgere dai forti interessi economici che hanno individuato nel nostro quadrante di Agro Romano una zona per loro molto appetibile. E non abbocchiamo agli allisciamenti che i vari partiti in perenne campagna elettorale fanno durante le loro pubblicitarie apparizioni nelle occasioni dove la gente si raduna preoccupata da quanto sta accadendo.

Continuiamo ad invitare tutti/e ad ampliare la partecipazione alla lotta.

Assemblea contro la Cementificazione – riunione ogni lunedì alle 21.30 presso il CdQ di S.Maria delle Mole in via N.Tommaseo (adiacente alla scuola “Elsa Morante”)

Coordinamento contro l’inceneritore di Albano – riunione ogni martedì alle 21.30 presso la sede della circoscrizione a Cecchina, in via Rocca di Papa.

ps: un sentito ringraziamento a quanti da Magliano Sabino, Guidonia, Roma e dal resto della provincia hanno partecipato al corteo del 7 dicembre per cercare di unire le lotte. Per chi invece si è fatto l’ennesimo selfie elettorale con il proprio partituncolo fascistoide mezz’ora dopo la partenza del corteo nella stessa piazza da dove ci eravamo radunati non ci sono parole che descrivano bene la tristezza infinita nascosta dietro la solitudine dei sorrisi sfoggiati solo per fotografarsi. Da una parte le lotte, con centinaia di persone, dall’altra uno smartphone e qualche politico di professione o in cerca di uno strapuntino al prossimo giro di voti…