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Parliamo del piano antenne di Marino: una ciofeca, utile solo ai gestori.

Per i comuni singoli cittadini o per quelli organizzati in comitati di rompiscatole, comunque soggetti che per le istituzioni spesso non sanno di cosa (s)parlano si tratta del “Piano Antenne”.

Per chi se ne occupa da addetto ai lavori, il nome è ben più altisonante: “Piano di riassetto analitico delle emissioni elettromagnetiche territoriali”, al quale non può non essere associato il miliardesimo acronimo dei tempi moderni, ovvero “P.R.A.E.E.T.”

Quello che continueremo a chiamare per brevità “Piano Antenne”, di cui il Comune di Marino è stato finora sprovvisto, in generale non garantisce la popolazione dalle esposizioni ai campi elettromagnetici delle SRB (Stazioni Radio Base, cioè il sistema palo-antenne-cabine per telefonia mobile), senza considerare quindi gli elettrodotti che invece lavorano a frequenze estremamente basse e altrettanto,se non di più, pericolosi.

Il piano favorisce i gestori telefonici, ai quali non è comunque impedito nulla: potranno comunque piazzare un impianto dove vorranno mettendosi d’accordo con i proprietari di immobili e terreni

Questo accade in virtù della “Legge Gasparri” del 2001, approvata dal centro-destra, mai cambiata né dal centro-sinistra né dal Movimento 5 Stelle.

Tale legge equipara le SRB alle fogne, quindi opere di primaria importanza contro le quali non ci si può (potrebbe) opporre. Conosciamo bene molti posti dove la rete idrica e quella fognaria sono inesistenti o malridotte, però l’urgenza di vederle sistemate da parte dei comuni non esiste in quei casi. Per le antenne invece, l’iter per l’approvazione e l’installazione è velocissimo proprio grazie a tale escamotage.

Il “piano antenne” è un accordo tra gestori telefonici e il Comune che redige il piano affidandosi, come nel nostro caso, ad un lavoro svolto da una ditta esterna. Spesso, viene solo fotografata la situazione “sregolata” già esistente sul territorio comunale, si ascoltano le esigenze dei gestori e, se si fa avanti qualche comitato, solo successivamente e spesso per meri motivi elettorali si cambia di qualche metro l’ipotesi di un nuovo impianto.

Quando a febbraio del 2020 comunicammo alla popolazione l’avvenuta concessione dell’autorizzazione paesaggistica alla “ELICOM RADIO SISTEMI” e ad “ILIAD” per la SRB in via delle Molette da parte dell’ufficio urbanistica, l’amministrazione comunale, in difficoltà verso la cittadinanza, si sbrigò ad approvare una delibera di giunta nella quale dichiarava di voler entrare nell’ALLEANZA CONTRO IL 5G”.

Ricordiamo che la “ELICOM RADIO SISTEMI” ha subìto il sequestro di un suo impianto a Lenola (Latina) lo scorso anno per abusivismo edilizio in un’area di proprietà comunale dove vige il vincolo di inedificabilità assoluta e dove la stessa giunta comunale aveva ritenuto necessario la sola SCIA della ditta, a fronte invece degli esposti presentati dalla popolazione. Bel precedente di “collaborazione” pubblico-privato. E, nonostante ciò, la stessa identica società vorrebbe piazzare la sua SRB nel nostro comune, come se niente fosse? Dove è finita l’intransigenza ai limiti dell’ossessione legalitaria nei confronti di chi ha simili “precedenti” ?

https://latinatu.it/lenola-sequestro-della-stazione-radio-il-sindaco-responsabilita-e-delle-precedenti-amministrazioni/

L’antenna in questione, peraltro, è sia 3G, 4G che 4G+. Il 5G sarebbe solo la classica ciliegina sulla torta.

Quella delibera di giunta era e rimane una mera dichiarazione di intenti, del tutto inutile ai fini pratici per chi non vuole vivere sotto ulteriori ed inutili esposizioni elettromagnetiche.

Di recente, le ditte incaricate dai proponenti hanno provato il “blitz” ma sono state fermamente respinte dai residenti e si è svolto alcuni giorni fa un incontro pubblico “in loco” con gli assessori Trinca e Tammaro che hanno ribadito che il Comune di Marino non può fermare, anche volendo, l’installazione della SRB.

Tutto vero. Poteva però tergiversare o evitare l’autorizzazione paesaggistica, perché non lo ha fatto ?

Solo la vigilanza attiva e la mobilitazione dei residenti ha finora impedito l’installazione di un vero e proprio impianto industriale, non distante tra l’altro rispetto alla scuola elementare e per l’infanzia “A.Silvestri”.

Si conferma l’inutilità della delibera “NO 5G” e il fatto che nessuno ha dato seguito alla richiesta formale di un anno fa di conoscere l’ubicazione e la tipologia di tutti gli impianti esistenti e di quelli nuovi che i gestori vorrebbero installare. Ci fu assicurato che avremmo avuto in poco tempo queste importanti informazioni, ma ciò non è avvenuto mentre ora troviamo “qualcosa” solo sulla mappatura di cui parleremo a breve…

A dicembre 2020, infatti, per la modica cifra di 24.000 euro, con la determina 1286 in via diretta è stato assegnato l’incarico di redigere il “Piano Antenne” alla società “Progetto PRAEET” (dal nome poco originale), che si trova alle Mole di Albano.

det_01286_10-12-2020 – Qui il testo in PDF della determina di assegnazione dell’incarico

Questa società ha già redatto il piano riguardante Albano che è stato già approvato e messo in atto.

Regolamento di Albano PRAEET in PDF

Il 24 febbraio, il verbale n.14 della Giunta Comunale di Marino ha approvato gli “Elaborati Preliminari”. Considerate le festività, i tempi sono stati veramente brevi, anche se non si tratta ancora del piano definitivo.

dlg_00014_24-02-20211- Qui la Delibera di Giunta Comunale che approva il piano preliminare

A breve, non è possibile sapere quando, l’amministrazione comunale tramite il dirigente all’urbanistica e non sappiamo chi altri, incontrerà i gestori telefonici per prendere visione dei loro progetti di rete. Così è scritto.

ConvocazionegestoriMarino20211- Qui la bozza snza data esplicita per la convocazione del dirigente all’urbanistica del Comune di Marino per partecipare all’incontro con i gestori

Nonostante ci sia questa situazione in evoluzione, avvengono un paio di tentativi da parte delle società interessate a piazzare la SRB a via delle Molette: possibile che nessuno gli abbia chiesto quantomeno di attendere l’approvazione definitiva del “Piano Antenne” ?

Già questo, unito alla legislazione vigente e alle conferme date dagli assessori competenti dovrebbe far comprendere l’inservibilità ai fini della tutela della salute del “PRAEET” che sarà approvato dopo il tavolo tra amministrazione e gestori. E’ una torta che solo per il 5G vale oltre 6 miliardi di euro che lo Stato si appresta ad incassare a seguito delle concessioni delle frequenze ai vari operatori, così come da risultati dell’asta avvenuta nel 2018.

https://it.wikipedia.org/wiki/5G_in_Italia

Sembra una situazione piccola e locale quella di via delle Molette, ma il piano nazionale per il 5G vede come controparti attori molto potenti, che calano sui territori forti dell’accordo a suon di miliardi con lo stato, con amministrazioni comodamente esautorate dal poter intervenire efficacemente e con le ditte che effettuano i “Piani Antenne” che di media certificano le situazioni già esistenti e fanno i copia-incolla di regolamenti validi per ogni comune, più qualche piantina “a cavolo”, come nel “nostro” caso.

Volendo verificare le nostre supposizioni, abbiamo confrontato articolo per articolo i regolamenti di Albano (vigente) e di Marino (preliminare) redatti dalla società “Progetto PRAEET”, pensando di trovare gli stessi contenuti.

Possiamo già affermare che quello approvato preliminarmente dal nostro Comune a guida 5 Stelle è addirittura peggiore di quello vigente ad Albano, targato PD che tutto è fuorché un partito amico dell’ambiente.

Proposta Regolamento preliminare Comune d iMarino in PDF

Vale la pena ricordare che qualsiasi tipo di partito di opposizione non ha avuto nulla da dire finora, immaginando la loro “fatica” per la campagna elettorale che non prevede di certo andarsi a mettere contro i gestori di telefonia per difendere la salute dei cittadini o la tutela del territorio. Di certo, ci scommettiamo, nessun candidato sarà andato a leggersi e ad analizzare il regolamento preliminare. Vanno quindi respinti, secondo noi, sin da subito i tentativi di voler ricevere una spalla da qualsiasi soggetto partitico si affacciasse solo ora a via delle Molette.

Innanzitutto, partiamo dalla mappatura degli impianti esistenti, delle “aree preferenziali” e dei “siti sensibili” (scuole, ospedali,etc…) che è stata redatta palesemente da chi non conosce il territorio del comune che gli ha concesso 24.000 euro. Forse è una cifra troppo bassa per alzare il sedere dalla poltrona del proprio ufficio.

Si evince, ma aspettiamo una smentita che difficilmente arriverà, che la società ha redatto tale mappa, almeno per individuare le scuole, al massimo con qualche ricerca su internet.

Infatti gli edifici evidenziati come “scuole” in molti casi non sono scuole e coincidono, casualmente, con gli stessi errori fatti da “Google Maps”: è il caso, ad esempio, della scuola “Ippolito Nievo” di Cava dei Selci, della scuola “D’Azeglio” a Marino (confusa con la “Carissimi”, che neanche viene citata nell’elenco) e anche della “Silvestri” di via delle Molette, cioè di quella più vicina al sito della SRB che la “ELICOM” e “ILIAD” vorrebbero installare. Si sono dimenticati di censire ed evidenziare la scuola elementare “Verdi” e l’asilo “Ciari” di via Maroncelli a S.Maria delle Mole e la paritaria “S.Chiara” di via Manzoni. Ecco qui la mappa in formato alleggerito che conferma le nostre affermazioni, unitamente all’elenco in PDF del tutto incompleto.

Elenco SRB presenti a Marino 2021 in PDF

Elenco Provvisorio siti sensibili in PDF

Questo fa capire che anche gli uffici tecnici comunali, il suo dirigente, tutti gli assessori e il sindaco che hanno votato l’approvazione preliminare non hanno controllato o riconosciuto questi gravi errori e mancanze.

Già questo sarebbe bastato per far capire la “serietà” di tale società chiamata a redigere il piano e la superficialità, come minimo, di chi gli ha affidato tale compito. Sarebbe da rompere qualsiasi contratto posto in essere con la stessa e chiederle i danni per la perdita di tempo.

La delibera comunale di approvazione del preliminare si propone di raggiungere il seguente ambizioso obiettivo

il Comune di Marino intende minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettrici,magnetici ed elettromagnetici dotando il territorio di uno strumento di PianificazioneTerritoriale per la localizzazione degli impianti di telefonia mobile, in grado di garantire ilcorretto insediamento urbanistico e territoriale, nel rispetto di uniformi criteri di tutela dellasalute, dell’ambiente e del territorio;

Se già dalla mappatura si sbaglia e nessuno se ne è accorto tra le decine di persone che avrebbero potuto e dovuto, è lecito porsi come minimo la domanda: “ma che stanno a dormì ?”

Ma questo è solo l’inizio, passiamo alla comparazione tra i due piani, articolo per articolo.

Fermo restando che pure quello vigente per il Comune di Albano certifica le criticità esistenti e che nessuno di questa amministrazione o di quelle che verranno dopo potrà avere buoni strumenti per opporsi ad eventuali antenne che non facciano parte del piano che sarà approvato. Le ragioni stanno da un lato, le leggi dall’altro.

Questo perché l’approvazione del piano, ribadiamo, accelera l’iter procedurale per la costruzione di antenne nei siti approvati ma non impedisce che i gestori possano comunque installarle altre in luoghi diversi nello stesso comune. E’ un concetto chiave, riteniamo di doverlo evidenziare chiaramente.

La comparazione tra i due piani antenne redatti dalla stessa società occupa circa 8 pagine, tra citazioni testuali e considerazioni. Per chiunque voglia leggere tutto, e vi invitiamo a provarci, mettiamo a disposizione qui il nostro PDF

Possiamo sintetizzare gli aspetti che riteniamo più interessanti, in ordine sparso, trovati e non trovati (o modificati) nei due regolamenti. E ci viene da porre la domanda all’amministrazione e alla società: in fase di redazione vi siete già confrontati ? Chi lo ha fatto ? Quando ? Quale regolamento originale la “Progetto PRAEET” ha esposto all’attenzione dei soggetti tecnici del comune eventualmente consultati ? Si può averne visione così capiamo anche come si sia “evoluto” nella seguente “ciofeca” ?

  1. Ad Albano le società che vogliono costruire una SRB DEVONO installare a proprie spese un monitoraggio attivo h24 con delle centraline che pubblicano i dati giornalmente sul sito del comune e viene anche specificato che gli oneri per la locazione dei terreni/siti comunali o per le concessioni di permessi su siti privati devono essere vincolati a utilizzi per la tutela ambientale, servizi ricreativi e a scomputo per il monitoraggio. Sul sito comunale dei “nostri vicini” ci sono effettivamente i monitoraggi pubblicati. Nel regolamento marinese, di questo non vi è la minima traccia e anzi i soldi incassati dal comune non è scritto come saranno utilizzati.

  2. Ad Albano viene specificato che vanno rese pubbliche sul sito comunale le caratteristiche principali dell’impianto, non appena ricevuta l’istanza per l’installazione dello stesso e fino al termine dei lavori. A Marino c’è l’esplicito divieto di pubblicare i dati caratteristici dell’impianto nonostante l’istanza vada comunque pubblicata, seppure solamente per 30 giorni dalla data di ricezione

  3. Ad Albano le misure di mitigazione prevedono esplicitamente la delocalizzazione degli impianti esistenti, a Marino questa ipotesi non viene esplicitata e si parla solo di risanamento in termini generali

  4. Se non c’è una rete di monitoraggio, a cosa serve istituire un “Gruppo Tecnico” per controllo, verifiche e valutazioni a Marino? “Famo a naso” ?

  5. A Marino viene specificata la distanza minima di 50 metri per l’installazione delle SRB mentre ad Albano il limite non viene specificato. Purtroppo, la normativa generale e numerose sentenze amministrative dimostrano che le società che fanno ricorso contro tale limite vincono sempre. Vedere ad esempio quanto citato a pag.18 di questa sentenza del Consiglio di Stato

    http://dirittoambiente.net//file/territorio_sentenze_307.pdf

  1. A Marino i “vincoli insuperabili” si potranno comunque “superare” installando le “micro celle”, che come ci ricorda il sito dell’operatore Fastweb “pur essendo molto importanti già nel[…]3G e[…] 4G LTE. Il loro vero punto di forza sarà però nell’implementazione delle reti di nuova generazione, le cosiddette reti 5G, per le quali le small cells rappresentano l’insostituibile struttura portante”. Con la delibera “NO al 5G” si afferma un’intenzione, con il regolamento operativo preliminare si suggerisce di superare vincoli insuperabili tramite una tecnologia che sarà sfruttata proprio per il 5G.

  2. In entrambi i comuni, se i gestori hanno impianti che sforano i limiti, avranno 12 mesi mesi per presentare un piano di risanamento, così come previsto dalla legge nazionale, ma ad Albano il comune addebiterà le spese di istruttoria ai gestori inquinanti, a Marino invece no, saranno quindi i cittadini a sostenerle.

  3. Una volta approvato il piano, le istanze dei gestori saranno subito accolte. Se non ci sarà risposta, nel comune di Marino vigerà una sorta di silenzio-assenso dopo 90 giorni, mentre ad Albano non c’è questo limite temporale. In sostanza, comunque, il piano redatto serve più ai gestori per velocizzare le pratiche che ai cittadini per controllare cosa accade.

  4. Albano specifica che i controlli sugli impianti vanno fatti ogni anno e che il personale incaricato per effettuarli non può ricevere opposizione dai gestori e dai proprietari. Marino, che non esplicita come eventualmente dotarsi degli apparecchi di controllo, coerentemente non specifica neanche ogni quanto questi controlli dovrebbero avvenire.

  5. Il comune di Albano prevede alcune tempistiche certe, predispone anche i cambiamenti urbanistici per l’attuazione del piano, fornisce indicazioni sul bilancio comunale ma la cosa più importante è che specifica che se il sindaco rileva gravi pericoli per l’incolumità pubblica può intervenire con propri provvedimenti. A Marino questa ipotesi non è prevista nel piano in fase di approvazione definitiva

Un’ultima considerazione sui monitoraggi che effettuano ad Albano: in molti dei punti inizialmente indagati, i dati non sono più aggiornati da 2-3-4 anni e non viene comunicato l’esito dei controlli annuali.

Per fare un esempio, l’Ospedale S.Giuseppe è dal 2017 che non viene più monitorato, come si evince a questo link

http://tools.sinproambiente.it/area_amministrazione/file_upload/monitoraggi/01_Albano-2_11_18_07AF.pdf

Questo a significare, forse, che il PRAEET è più una pietra tombale sulla questione “elttrosmog”, e serve a mitigare non tanto gli eventuali effetti sulla salute umana, quanto le lotte per contrastare il continuo insediamento di impianti SRB.

Articolo redatto dall’Assemblea contro la Cementificazione – http://stopcemento,noblogs.org

ALLE MOLETTE I CITTADINI RESPINGONO IL BLITZ: L’ANTENNA NON PASSA!

E’ passato un anno esatto da quando il dirigente comunale all’urbanistica del Comune di Marino concesse l’autorizzazione paesaggistica alla nota azienda ILIAD e alla ELICOM RADIO SISTEMI per l’installazione di una stazione radio base (SRB) alta la bellezza di 24 metri, con 17 antenne settoriali, 9 parabole e numerose cabine per la loro alimentazione elettrica e la loro gestione.

Secondo il progetto, tali antenne ospiteranno sia ILIAD che altri gestori di rete ed opereranno sulle frequenze del 3G, del 4G, del 4G+ e del 5G.

Era già successo alcuni mesi fa che l’azienda costruttrice di questo impianto tentasse di raggiungere il terreno, che si trova in una traversa di via delle Molette, a Castelluccia, frazione di Marino prossima alla via Nettunense.

E già allora i residenti scesero in strada e riuscirono a bloccare i tentativi di sondaggio e di successiva installazione della SRB.

A metà febbraio è successo di nuovo, e stavolta una ditta incaricata dai soggetti privati interessati all’affare, cioè la ditta costruttrice e uno dei proprietari del terreno che riceverà un cospicuo canone annuale a quattro zeri, era stata mandata all’imbocco della traversa per rimuovere due pesanti cubi di cemento che i residenti avevano piazzato sulla propria via di acceso al terreno.

E li avevano rimossi ma i cittadini residenti si sono subito organizzati per raddoppiarne il numero.

L’intervento di forze dell’ordine e vigili urbani è stato, solo a parole per fortuna, volto a spaventare la cittadinanza che è scesa in strada in buon numero a difendere anche il giorno successivo la propria salute dalle speculazioni e dalla mancanza di qualsiasi trasparenza e informazione da parte degli organi territoriali.

Nel frattempo, via delle Molette e la scuola “Silvestri” si sono riempite di striscioni contro “l’antenna”, come si può vedere dalle foto.

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C’è molta preoccupazione e il comportamento subdolo dei diretti interessati “all’affare” che solo ora che non sono riusciti nel blitz hanno provato a parlare coi residenti, non è stato preso bene da chi li ha di fatto respinti.

C’è una particolarità: il terreno interessato è di chi non tiene per nulla in considerazione il vicinato e la prossimità con la scuola “Silvestri” (10 classi per le elementari, più alcune sezioni per l’asilo), ma la via di accesso è dei condomini e su di essa vige solamente un diritto di passaggio.

Ma i mezzi d’opera che servirebbero per i carotaggi e l’installazione della SRB non passano: sia per i pesanti cubi di cemento, sia per la vigilanza posta in essere da una rete di persone che non ha per nulla intenzione di vedere messa a rischio la propria salute oltre che a trovarsi vicino non più ad un terreno agricolo ma ad un vero e proprio impianto industriale.

La paura di una nuova nocività ha dato vita ad un circolo positivo fatto di incontri per strada, qualche battuta, discussioni, ricerca di informazioni e anche un po’ di socialità che si era persa in questo lungo periodo di pandemia.

Insomma, da una situazione che si poteva e si doveva evitare sta nascendo non solo una risposta autorganizzata da parte della popolazione di Castelluccia ma, grazie anche al clima primaverile, una voglia di socialità “in presenza” che nessuna onda elettromagnetica sarebbe in grado di sostituire.

Mica male, di questi tempi.

Conoscendo bene le dinamiche elettorali marinesi, c’è da aspettarsi di tutto da parte di chi avrà interesse a cavalcare la mobilitazione di chi sta giorno e notte sbattendosi per evitare che la zona sia insidiata dalla SRB.

Starà ai cittadini che si stanno autorganizzando evitare che gli esponenti locali dei vari partiti li dividano promettendo loro un “miracoloso” intervento, dopo che la legge Gasparri (centro-destra) ha fatto si che le antenne fossero assimilate ad opere primarie come le fogne e né il centro-sinistra, né i cinquestelle hanno minimanente pensato a cambiare tale legge, origine di tutti i mali.

Anzi, nel 2018, con al governo M5S e Lega, è avvenuta la vendita delle frequenze per il 5G ai gestori telefonici che ha fruttato oltre 6 miliardi di euro allo Stato. E’ ovvio quindi che sia la legislazione, sia le azioni di istituzioni e rappresentanti delle stesse debbano garantire alle multinazionali come ILIAD di poter installare quel che vogliono.

La delibera di giunta comunale con cui, in fretta e furia, il Comune di Marino si è apprestato un anno fa ad aderire alla “Alleanza contro il 5G” è una dichiarazione di intenti, peraltro molto ambigua, che in realtà non è nulla di operativo.

Gli atti concreti, infatti, sono stati l’autorizzazione paesaggistica rilasciata a dicembre 2019, l’intervento dei vigili urbani in questi giorni che hanno minacciato sanzioni contro i cittadini e il progetto preliminare del “piano antenne” appena approvato e di cui avremo modo di scrivere in un articolo dettagliato a breve.

Se la capacità di mantenere alta l’attenzione e di costruire partecipazione sarà quella già in atto, allora ci sarà la possibilità di risparmiare il territorio dall’installazione di una nuova nocività ambientale.

Come infatti è successo a S.Maria delle Mole, dove in zona Green House, in piena notte è stato installato un sistema di antenne alto 36 metri e che è stato sequestrato ed ora è sotto ordine di demolizione grazie al pronto intervento dei cittadini. Anche di questo ci occuperemo prossimamente.

L’Assemblea contro la cementificazione fa notare che adesso si stanno evidenziando anche le contraddizioni tra gli interessi di chi gioca al monopoli su un terreno agricolo divenuto un sito per un impianto nocivo e le agenzie immobiliari che chiedono ai cittadini di rimuovere gli striscioni perché gli acquirenti devono rimanere ignari della situazione.

Bell’esempio di imprenditorialità nostrana, non c’è che dire.

In mezzo a questi “giochetti”, purtroppo e per fortuna, un sacco di gente che non ci sta a mettere a rischio la propria salute perché qualcuno, senza farsi troppi problemi, ha la bava alla bocca e non vede l’ora di chiudere i propri affari.

Anzi, a maggior ragione in un contesto di sanità territoriale ai minimi termini grazie ai tagli effettuati in tanti anni, c’è maggiore attenzione da parte di (quasi) tutti per evitare inutili ulteriori rischi per la salute.

Seguiranno aggiornamenti sulla mobilitazione, sul piano antenne comunale e sulla SRB del Green House.

Intanto, pensiamo sia il caso che tutti vedano di persona cosa sta accadendo e quale è la risposta della popolazione.

Anche perché, finora, nessun organo di informazione si è degnato di farlo.

Aggiornamenti su antenne e simili

Da oggi, gli aggiornamenti sulla questione “Stazione radio base Iliad ed Elicom” che vorrebbero costruire a via delle Molette saranno disponibili quasi esclusivamente su questo blog. Evitiamo Facebook, non è uno strumento affidabile per certe cose, per quanto immediato nelle comunicazioni.

Chiunque volesse contattarci lo può fare tramite mail: nofear@inventati.org 

Meglio sarebbe incontrarci e fare assemblee, ma in questo momento è veramente complicato ed anche potenzialmente pericoloso per la salute. E siccome di salute stiamo parlando, ci sembra saggio che il “vicinato” si attivi, si parli e interroghi le autorità preposte: da quelle comunali, alla ASL, all’ARPA.

Dal canto nostro, siamo in contatto con un comitato che tratta specificatamente la questione delle antenne e del 5G. Tra ieri e oggi, siamo stati contattati da un paio di persone di via delle Molette e una di esse la stiamo facendo relazionare con il “Comitato di Tutela e Salvaguardia dell’ambiente” di Monte Porzio Catone perché tale comitato ha già intrapreso diverse battaglie contro l’elettrosmog.

Con loro stiamo cercando di organizzare un incontro on-line, forse tramite “mumble”, così possiamo tutti partecipare dalle nostre case. Appena capiremo come e quando, sentite le varie disponibilità, ne daremo comunicazione sia sul blog e (in questo caso) anche sul profilo facebook, noncheé via mail, via telefono etc…

Ecco i loro riferimenti.

https://it-it.facebook.com/comitatotutelamonteporziocatone

https://comitatotutelamonteporziocatone.wordpress.com/

Un aggiornamento preoccupante: stamattina, 19 marzo, sul terreno di via dei ceraseti al confine con la via appia, ove sorge un ripetitore Vodafone, si stavano svolgendo ulteriori lavori. Due operai stavano effettuando un carotaggio (dalle 8.30 alle 12.30) all’interno del vigneto in prossimità della recinzione che cinge la stazione radio base. Alcuni residenti sono intervenuti, notando tra l’altro la mancanza di qualsiasi recinzione di cantiere, di cartellonistica, di sistemi di sicurezza sul lavoro specifici e non (neanche le famose “mascherine” o guanti…). Sono stati allertati i vigili urbani che sono intervenuti poco dopo, comunque mentre gli operai avevano già concluso il carotaggio, e la ASL RM6 (che non ha fatto in tempo a sopraggiungere, alla quale comunque è stata inviata una comunicazione anche scritta). I vigili urbani del comune di Marino hanno risposto ai residenti che avrebbero verificato le carte della ditta e ne avrebbero informato l’ufficio urbanistico che però ci hanno detto essere chiuso per l’emergenza legata al corona-virus. Ci sono state delle rimostranze dei cittadini in tal senso: a maggior ragione, visto che verificare la regolarità o meno degli interventi sul territorio ad opera di soggetti privati che possono arrecare preoccupazione nella cittadinanza è molto complesso per la chiusura degli uffici, tali lavori andrebbero quantomeno sospesi sino alla conclusione di tale situazione. Invece, questi periodi di “emergenza” qualcuno li usa per velocizzare diciamo così i propri interessi. E non stiamo parlando della ditta intervenuta stamane, ma delle compagnie telefoniche. Comunque, eravamo al corrente di altre due autorizzazioni paesaggistiche anche su questo palo ripetitore già esistente: la prima per il rinforzo della recinzione (e i carotaggi di oggi a tale scopo si riferiscono), la seconda per l’installazione di un imprecisato numero di pannelli fotovoltaici. Con la stessa PEC nella quale chiedevamo i documenti di progetto della stazione radio-base di via delle Molette avevamo chiesto anche di conoscere i progetti sul ripetitore e il fotovoltaico di via dei Ceraseti. 

Non è che con l’emergenza in corso, ognuno “pò fà come je pare”….no?

MANTENIAMO ALTA L’ATTENZIONE, SI INIZI A MANIFESTARE PUBBLICAMENTE IL DISSENSO CONTRO OGNI IPOTESI DI INSTALLAZIONE DI (ULTERIORI) NOCIVITA’ SUL TERRITORIO. 

BELLI I CARTELLI “ANDRA’ TUTTO BENE” PERO’ MAGARI, AD ESEMPIO, SI POTREBBERO AFFIANCARNE ALTRI “NO AL RIPETITORE”, “PROFITTI PER POCHI, ONDE ELETTROMAGNETICHE PER TUTTI”, ETC…SCATENIAMO LA FANTASIA, INTERPELLIAMO LE AUTORITA’ FINO ALLO SFINIMENTO (IL LORO, NON IL NOSTRO), VEDIAMO SE SI PUO’ RICORRERE AL TAR (ENTRO IL 18 APRILE, DATA ULTIMA) E INFORMIAMOCI.

INTANTO, SE QUALCUNO VUOLE, VISTO CHE VA DI MODA AFFACCIARSI AL BALCONE CANTANDO LE COSE PIU’ IMPROBABILI E CHE POCO HANNO A CHE FARE CON UN VIRUS CHE NON CONOSCE NAZIONI NE’ CONFINI, SE PROPRIO QUALCUNO VUOLE, POTREBBE “SPARARE” DALLE PROPRIE CASSE ACUSTICHE QUESTA CHE CI SEMBRA SINTETICA, ORECCHIABILE, ADATTA E CHE HA PORTATO PURE BENE IN QUELLA SITUAZIONE SPECIFICA

Chi ha fatto palo? Iliad !

RILANCIO DELLA VITICOLTURA ?

MEGLIO UN RIPETITORE TELEFONICO

IN VIA DELLE MOLETTE

Partiamo subito con la notizia: in un terreno agricolo di via delle Molette sta per “nascere” una stazione radio base della compagnia di telecomunicazioni “Iliad”. E’ stata infatti concessa l’autorizzazione paesaggistica dal dirigente comunale dell’ufficio urbanistica, arch.Gentilini. Il responsabile del procedimento è invece l’arch.Costanzi, già dirigente dello stesso ufficio di Gentilini. L’autorizzazione è stata rilasciata lo scorso 18 febbraio alla “Iliad Italia” e alla “Elicom Radio Sistemi”. Appena venuti a conoscenza, pochi giorni fa, abbiamo chiesto tutti gli atti specifici come “Assemblea contro la cementificazione” e “Associazione contro tutte le nocività”. Infatti, dalla sola autorizzazione paesaggistica pubblicata sull’albo pretorio del sito del comune di Marino non è possibile capire l’entità del progetto.

Speriamo che queste informazioni possano venirci fornite al più presto.

Ad oggi, e siamo a metà marzo, nessun soggetto politico, né di maggioranza, né di opposizione si è interessato. E se lo faranno occorre essere chiari: le leggi sui limiti di emissione dei campi elettromagnetici sono molto “larghe” grazie al contributo del centro-sinistra con la legge quadro n.36 del 2001 e del centro-destra con il decreto e la legge Gasparri del 2002-2003 che in pratica autorizza l’installazione dei ripetitori in quanto considerati “opere di urbanizzazione primaria” come se si trattasse di fogne, rete idrica o illuminazione pubblica.

L’autorizzazione paesaggistica rilasciata dal comune di Marino è impugnabile al TAR entro 60 giorni oppure entro 120 giorni se l’eventuale ricorso è presentato al Presidente della Repubblica.

I dirigenti comunali nel concedere l’autorizzazione fanno presente che essa ricade sulle particelle 338-393-776-962 del foglio n.41 del catasto su “area di notevole interesse pubblico” ed in “zona E – terreno agricolo” con “paesaggio agrario di continuità” e “vincoli dichiarativi”.

Immagine 1: Individuazione delle particelle interessate dal progetto

Ma non si doveva rilanciare la viticoltura, orgoglio del territorio marinese, e difendere il territorio dalle speculazioni ?

A 25 euro per ogni quintale di uva raccolta, i proprietari avranno pensato che sia molto più piantare un palo solo piuttosto che un filare intero. Con buona pace del vicinato.

Le informazione estrapolate dal documento pubblicato sull’albo pretorio possono essere così sintetizzate.

Nel 2007 il Comune di Marino ha soppresso la Commissione Edilizia Comunale che poteva esprimere pareri consultivi in merito. Non molto ma sarebbe stato meglio di niente.

Il 23 dicembre scorso, lo stesso giorno che le società proponenti “Iliad” ed “Elicom” hanno protocollato una documentazione integrativa alla loro richiesta effettuata a luglio, i tecnici del comune hanno prodotto una relazione istruttoria che dichiara “compatibile” il progetto con i “vincoli paesaggistici anche in variante a precedente autorizzazione paesaggistica”.

Chiunque dica che al Comune di Marino gli uffici non sono efficienti è smentito: due giorni prima di Natale le due aziende protocollano una richiesta, essa giunge immediatamente all’ufficio preposto, dove trova la disponibilità di chi ci lavora che subito effettua una relazione istruttoria dando il via libera.

Poi, nonostante le abbuffate di capitoni, il rituale dei regali scartati il 25 e con in vista il cotechino di capodanno, viene inoltrata il 30 dicembre dal Comune alla Soprintendenza la relazione del 23 dicembre.

Da quel giorno, la Soprintendenza ai beni archeologici avrebbe avuto 20 giorni per dire qualcosa.

Non sappiamo se la settimana tra il primo dell’anno e la befana si siano ammazzati di lavoro alla Soprintendenza.

Pare di no, anche nei restanti tredici giorni successivi: loro non sono così efficienti come da noi a Marino ed in realtà non lo sono quasi mai a vedere le decine di altre autorizzazioni dove compare scritto che “sono trascorsi 20 giorni quindi vale il silenzio-assenso” perché non è stato espresso alcun parere dalla Soprintendenza Archeologica.

Sarà poca cosa, ma nel testo dell’autorizzazione c’è anche scritto a chiare lettere che al Comune di Marino non è stata costituita la “Commissione Locale per il Paesaggio” che esprime un parere obbligatorio da inviare alla Regione Lazio.

In Italia esiste una commissione per ogni cosa, di solito. In questo caso, no.

Qui da noi, per il paesaggio, si può soprassedere.

Ma perché tanta preoccupazione per l’ennesimo “palo della cuccagna” ?

Perché la cuccagna è da intendersi per i proprietari del terreno coinvolto che possono ricavare diverse migliaia di euro all’anno per un affare del genere. Per tutti gli altri, cioè per la popolazione circostante (con case che potrebbero essere di molto sotto la distanza minima dei 70 metri prevista per legge) una buona dose di campi elettromagnetici per tute le 24 ore di tutta la restante vita.

Illustrazione 2: Le distanze di sicurezza dalle abitazioni potrebbero non essere rispettate. Questo esempio ne mostra una di 50 mt, ma dipende in concreto da dove effettivamente le società vorranno realizzare la stazione radio base. Nel circondario ci sono diverse altre abitazioni.

 

Si tratta di vedere cosa prevede il progetto nel dettaglio. Ma intanto andrebbe fermato.

Anche perché nel 2014 il Movimento 5 Stelle, allora all’opposizione, presentò al Consiglio Comunale della giunta di centro destra una mozione che fu approvata all’unanimità, quindi anche dal centro-sinistra, che prevedeva la realizzazione di un “piano antenne” che modificasse quello vecchio in vigore con normative non aggiornate. E’ interessante notare che tutti la votarono e che la premessa della mozione riguardava il problema sanitario, le tensioni sociali tra i beneficiari e gli altri abitanti, il forte impatto visivo e la svalutazione degli immobili circostanti. Finora però non siamo riusciti a trovare alcuna informazione sul “piano antenne”, molto probabilmente non è stato redatto. Si è rimasti alle buone intenzioni ?

Già questo sarebbe più che sufficiente ad imporre uno stop all’ennesimo ripetitore, in una zona dove ce ne sono già diversi, purtroppo.

Anche il “piano antenne” non costituirebbe un argine invalicabile perché esso deve essere redatto con l’accordo di tutte le compagnie private. Apriti cielo…

Immagine 3: la scuola “Alessandro Silvestri” di via delle Molette dista un minimo di 160 mt dalle zone interessate

Non si tratta di tornare ai tempi delle “caverne” per intenderci, si tratta di non andare ad impiantare un’altra nocività per meri interessi speculativi e di nessuna utilità sociale. Profitti per pochi e salute a rischio per molti.

Comunque, a titolo informativo, lo scorso 31 gennaio è stata pubblicata la notizia che a Lenola in provincia di Latina la Elicom Radio Sistemi (a meno di un clamoroso caso di omonima, la stessa che vuole il ripetitore alle Molette)) ha subìto il sequestro dell’impianto installato abusivamente e già bloccato dalla Regione Lazio in seguito ad alcuni esposti presentati da comitati di cittadini.

Quindi ha ancora senso protestare organizzati e farsi sentire in tutte le sedi. Confortante.

Risultano indagate tre persone: due amministratori della società e un funzionario della Soprintendenza che ha rilasciato il via libera ai lavori (allora ci rimangiamo quanto detto sopra! Però hanno lavorato in senso contrario a quanto sperato).

Ecco, magari, un po’ di prudenza anche nella circostanza di via delle Molette non guasterebbe.

Che ogni compagnia telefonica possa installare una propria stazione radio è una diretta conseguenza del libero mercato che sta mandando velocemente in malora questo pianeta e i suoi abitanti pur di estrarre profitto in qualsiasi modo.

Queste “nocività” possono fermarsi.

L’interesse per la salute va difeso ogni giorno in ogni luogo.

Se c’è una cosa che in questi strani giorni vale come insegnamento è il non attendere che avvenga ciò che può essere evitato. Tra poco più di anno si torna a votare per le amministrative nel nostro Comune.

Possiamo rivolgere un invito alla popolazione ad autorganizzarsi perché è la migliore tutela da dinamiche di partito, tra i quali spicca quello dei palazzinari e dei cementificatori del territorio contro i quali ci battiamo da

sempre. Occhio agli show-man a caccia di consenso, ai quali della salute e della vivibilità di tutti noi non interessa un granché.

Si può vincere se c’è partecipazione diretta, cioè se ognuno fa qualcosa di concreto. Noi ci siamo.

Assemblea contro la cementificazione —- http://stopcemento.noblogs.org

Autorizzazione Paesaggistica Ripetitore Iliad via Molette – 18-02-2020 IN FORMATO PDF (prelevata dall’Albo Pretorio del Comune di Marino)