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Parliamo del piano antenne di Marino: una ciofeca, utile solo ai gestori.

Per i comuni singoli cittadini o per quelli organizzati in comitati di rompiscatole, comunque soggetti che per le istituzioni spesso non sanno di cosa (s)parlano si tratta del “Piano Antenne”.

Per chi se ne occupa da addetto ai lavori, il nome è ben più altisonante: “Piano di riassetto analitico delle emissioni elettromagnetiche territoriali”, al quale non può non essere associato il miliardesimo acronimo dei tempi moderni, ovvero “P.R.A.E.E.T.”

Quello che continueremo a chiamare per brevità “Piano Antenne”, di cui il Comune di Marino è stato finora sprovvisto, in generale non garantisce la popolazione dalle esposizioni ai campi elettromagnetici delle SRB (Stazioni Radio Base, cioè il sistema palo-antenne-cabine per telefonia mobile), senza considerare quindi gli elettrodotti che invece lavorano a frequenze estremamente basse e altrettanto,se non di più, pericolosi.

Il piano favorisce i gestori telefonici, ai quali non è comunque impedito nulla: potranno comunque piazzare un impianto dove vorranno mettendosi d’accordo con i proprietari di immobili e terreni

Questo accade in virtù della “Legge Gasparri” del 2001, approvata dal centro-destra, mai cambiata né dal centro-sinistra né dal Movimento 5 Stelle.

Tale legge equipara le SRB alle fogne, quindi opere di primaria importanza contro le quali non ci si può (potrebbe) opporre. Conosciamo bene molti posti dove la rete idrica e quella fognaria sono inesistenti o malridotte, però l’urgenza di vederle sistemate da parte dei comuni non esiste in quei casi. Per le antenne invece, l’iter per l’approvazione e l’installazione è velocissimo proprio grazie a tale escamotage.

Il “piano antenne” è un accordo tra gestori telefonici e il Comune che redige il piano affidandosi, come nel nostro caso, ad un lavoro svolto da una ditta esterna. Spesso, viene solo fotografata la situazione “sregolata” già esistente sul territorio comunale, si ascoltano le esigenze dei gestori e, se si fa avanti qualche comitato, solo successivamente e spesso per meri motivi elettorali si cambia di qualche metro l’ipotesi di un nuovo impianto.

Quando a febbraio del 2020 comunicammo alla popolazione l’avvenuta concessione dell’autorizzazione paesaggistica alla “ELICOM RADIO SISTEMI” e ad “ILIAD” per la SRB in via delle Molette da parte dell’ufficio urbanistica, l’amministrazione comunale, in difficoltà verso la cittadinanza, si sbrigò ad approvare una delibera di giunta nella quale dichiarava di voler entrare nell’ALLEANZA CONTRO IL 5G”.

Ricordiamo che la “ELICOM RADIO SISTEMI” ha subìto il sequestro di un suo impianto a Lenola (Latina) lo scorso anno per abusivismo edilizio in un’area di proprietà comunale dove vige il vincolo di inedificabilità assoluta e dove la stessa giunta comunale aveva ritenuto necessario la sola SCIA della ditta, a fronte invece degli esposti presentati dalla popolazione. Bel precedente di “collaborazione” pubblico-privato. E, nonostante ciò, la stessa identica società vorrebbe piazzare la sua SRB nel nostro comune, come se niente fosse? Dove è finita l’intransigenza ai limiti dell’ossessione legalitaria nei confronti di chi ha simili “precedenti” ?

https://latinatu.it/lenola-sequestro-della-stazione-radio-il-sindaco-responsabilita-e-delle-precedenti-amministrazioni/

L’antenna in questione, peraltro, è sia 3G, 4G che 4G+. Il 5G sarebbe solo la classica ciliegina sulla torta.

Quella delibera di giunta era e rimane una mera dichiarazione di intenti, del tutto inutile ai fini pratici per chi non vuole vivere sotto ulteriori ed inutili esposizioni elettromagnetiche.

Di recente, le ditte incaricate dai proponenti hanno provato il “blitz” ma sono state fermamente respinte dai residenti e si è svolto alcuni giorni fa un incontro pubblico “in loco” con gli assessori Trinca e Tammaro che hanno ribadito che il Comune di Marino non può fermare, anche volendo, l’installazione della SRB.

Tutto vero. Poteva però tergiversare o evitare l’autorizzazione paesaggistica, perché non lo ha fatto ?

Solo la vigilanza attiva e la mobilitazione dei residenti ha finora impedito l’installazione di un vero e proprio impianto industriale, non distante tra l’altro rispetto alla scuola elementare e per l’infanzia “A.Silvestri”.

Si conferma l’inutilità della delibera “NO 5G” e il fatto che nessuno ha dato seguito alla richiesta formale di un anno fa di conoscere l’ubicazione e la tipologia di tutti gli impianti esistenti e di quelli nuovi che i gestori vorrebbero installare. Ci fu assicurato che avremmo avuto in poco tempo queste importanti informazioni, ma ciò non è avvenuto mentre ora troviamo “qualcosa” solo sulla mappatura di cui parleremo a breve…

A dicembre 2020, infatti, per la modica cifra di 24.000 euro, con la determina 1286 in via diretta è stato assegnato l’incarico di redigere il “Piano Antenne” alla società “Progetto PRAEET” (dal nome poco originale), che si trova alle Mole di Albano.

det_01286_10-12-2020 – Qui il testo in PDF della determina di assegnazione dell’incarico

Questa società ha già redatto il piano riguardante Albano che è stato già approvato e messo in atto.

Regolamento di Albano PRAEET in PDF

Il 24 febbraio, il verbale n.14 della Giunta Comunale di Marino ha approvato gli “Elaborati Preliminari”. Considerate le festività, i tempi sono stati veramente brevi, anche se non si tratta ancora del piano definitivo.

dlg_00014_24-02-20211- Qui la Delibera di Giunta Comunale che approva il piano preliminare

A breve, non è possibile sapere quando, l’amministrazione comunale tramite il dirigente all’urbanistica e non sappiamo chi altri, incontrerà i gestori telefonici per prendere visione dei loro progetti di rete. Così è scritto.

ConvocazionegestoriMarino20211- Qui la bozza snza data esplicita per la convocazione del dirigente all’urbanistica del Comune di Marino per partecipare all’incontro con i gestori

Nonostante ci sia questa situazione in evoluzione, avvengono un paio di tentativi da parte delle società interessate a piazzare la SRB a via delle Molette: possibile che nessuno gli abbia chiesto quantomeno di attendere l’approvazione definitiva del “Piano Antenne” ?

Già questo, unito alla legislazione vigente e alle conferme date dagli assessori competenti dovrebbe far comprendere l’inservibilità ai fini della tutela della salute del “PRAEET” che sarà approvato dopo il tavolo tra amministrazione e gestori. E’ una torta che solo per il 5G vale oltre 6 miliardi di euro che lo Stato si appresta ad incassare a seguito delle concessioni delle frequenze ai vari operatori, così come da risultati dell’asta avvenuta nel 2018.

https://it.wikipedia.org/wiki/5G_in_Italia

Sembra una situazione piccola e locale quella di via delle Molette, ma il piano nazionale per il 5G vede come controparti attori molto potenti, che calano sui territori forti dell’accordo a suon di miliardi con lo stato, con amministrazioni comodamente esautorate dal poter intervenire efficacemente e con le ditte che effettuano i “Piani Antenne” che di media certificano le situazioni già esistenti e fanno i copia-incolla di regolamenti validi per ogni comune, più qualche piantina “a cavolo”, come nel “nostro” caso.

Volendo verificare le nostre supposizioni, abbiamo confrontato articolo per articolo i regolamenti di Albano (vigente) e di Marino (preliminare) redatti dalla società “Progetto PRAEET”, pensando di trovare gli stessi contenuti.

Possiamo già affermare che quello approvato preliminarmente dal nostro Comune a guida 5 Stelle è addirittura peggiore di quello vigente ad Albano, targato PD che tutto è fuorché un partito amico dell’ambiente.

Proposta Regolamento preliminare Comune d iMarino in PDF

Vale la pena ricordare che qualsiasi tipo di partito di opposizione non ha avuto nulla da dire finora, immaginando la loro “fatica” per la campagna elettorale che non prevede di certo andarsi a mettere contro i gestori di telefonia per difendere la salute dei cittadini o la tutela del territorio. Di certo, ci scommettiamo, nessun candidato sarà andato a leggersi e ad analizzare il regolamento preliminare. Vanno quindi respinti, secondo noi, sin da subito i tentativi di voler ricevere una spalla da qualsiasi soggetto partitico si affacciasse solo ora a via delle Molette.

Innanzitutto, partiamo dalla mappatura degli impianti esistenti, delle “aree preferenziali” e dei “siti sensibili” (scuole, ospedali,etc…) che è stata redatta palesemente da chi non conosce il territorio del comune che gli ha concesso 24.000 euro. Forse è una cifra troppo bassa per alzare il sedere dalla poltrona del proprio ufficio.

Si evince, ma aspettiamo una smentita che difficilmente arriverà, che la società ha redatto tale mappa, almeno per individuare le scuole, al massimo con qualche ricerca su internet.

Infatti gli edifici evidenziati come “scuole” in molti casi non sono scuole e coincidono, casualmente, con gli stessi errori fatti da “Google Maps”: è il caso, ad esempio, della scuola “Ippolito Nievo” di Cava dei Selci, della scuola “D’Azeglio” a Marino (confusa con la “Carissimi”, che neanche viene citata nell’elenco) e anche della “Silvestri” di via delle Molette, cioè di quella più vicina al sito della SRB che la “ELICOM” e “ILIAD” vorrebbero installare. Si sono dimenticati di censire ed evidenziare la scuola elementare “Verdi” e l’asilo “Ciari” di via Maroncelli a S.Maria delle Mole e la paritaria “S.Chiara” di via Manzoni. Ecco qui la mappa in formato alleggerito che conferma le nostre affermazioni, unitamente all’elenco in PDF del tutto incompleto.

Elenco SRB presenti a Marino 2021 in PDF

Elenco Provvisorio siti sensibili in PDF

Questo fa capire che anche gli uffici tecnici comunali, il suo dirigente, tutti gli assessori e il sindaco che hanno votato l’approvazione preliminare non hanno controllato o riconosciuto questi gravi errori e mancanze.

Già questo sarebbe bastato per far capire la “serietà” di tale società chiamata a redigere il piano e la superficialità, come minimo, di chi gli ha affidato tale compito. Sarebbe da rompere qualsiasi contratto posto in essere con la stessa e chiederle i danni per la perdita di tempo.

La delibera comunale di approvazione del preliminare si propone di raggiungere il seguente ambizioso obiettivo

il Comune di Marino intende minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettrici,magnetici ed elettromagnetici dotando il territorio di uno strumento di PianificazioneTerritoriale per la localizzazione degli impianti di telefonia mobile, in grado di garantire ilcorretto insediamento urbanistico e territoriale, nel rispetto di uniformi criteri di tutela dellasalute, dell’ambiente e del territorio;

Se già dalla mappatura si sbaglia e nessuno se ne è accorto tra le decine di persone che avrebbero potuto e dovuto, è lecito porsi come minimo la domanda: “ma che stanno a dormì ?”

Ma questo è solo l’inizio, passiamo alla comparazione tra i due piani, articolo per articolo.

Fermo restando che pure quello vigente per il Comune di Albano certifica le criticità esistenti e che nessuno di questa amministrazione o di quelle che verranno dopo potrà avere buoni strumenti per opporsi ad eventuali antenne che non facciano parte del piano che sarà approvato. Le ragioni stanno da un lato, le leggi dall’altro.

Questo perché l’approvazione del piano, ribadiamo, accelera l’iter procedurale per la costruzione di antenne nei siti approvati ma non impedisce che i gestori possano comunque installarle altre in luoghi diversi nello stesso comune. E’ un concetto chiave, riteniamo di doverlo evidenziare chiaramente.

La comparazione tra i due piani antenne redatti dalla stessa società occupa circa 8 pagine, tra citazioni testuali e considerazioni. Per chiunque voglia leggere tutto, e vi invitiamo a provarci, mettiamo a disposizione qui il nostro PDF

Possiamo sintetizzare gli aspetti che riteniamo più interessanti, in ordine sparso, trovati e non trovati (o modificati) nei due regolamenti. E ci viene da porre la domanda all’amministrazione e alla società: in fase di redazione vi siete già confrontati ? Chi lo ha fatto ? Quando ? Quale regolamento originale la “Progetto PRAEET” ha esposto all’attenzione dei soggetti tecnici del comune eventualmente consultati ? Si può averne visione così capiamo anche come si sia “evoluto” nella seguente “ciofeca” ?

  1. Ad Albano le società che vogliono costruire una SRB DEVONO installare a proprie spese un monitoraggio attivo h24 con delle centraline che pubblicano i dati giornalmente sul sito del comune e viene anche specificato che gli oneri per la locazione dei terreni/siti comunali o per le concessioni di permessi su siti privati devono essere vincolati a utilizzi per la tutela ambientale, servizi ricreativi e a scomputo per il monitoraggio. Sul sito comunale dei “nostri vicini” ci sono effettivamente i monitoraggi pubblicati. Nel regolamento marinese, di questo non vi è la minima traccia e anzi i soldi incassati dal comune non è scritto come saranno utilizzati.

  2. Ad Albano viene specificato che vanno rese pubbliche sul sito comunale le caratteristiche principali dell’impianto, non appena ricevuta l’istanza per l’installazione dello stesso e fino al termine dei lavori. A Marino c’è l’esplicito divieto di pubblicare i dati caratteristici dell’impianto nonostante l’istanza vada comunque pubblicata, seppure solamente per 30 giorni dalla data di ricezione

  3. Ad Albano le misure di mitigazione prevedono esplicitamente la delocalizzazione degli impianti esistenti, a Marino questa ipotesi non viene esplicitata e si parla solo di risanamento in termini generali

  4. Se non c’è una rete di monitoraggio, a cosa serve istituire un “Gruppo Tecnico” per controllo, verifiche e valutazioni a Marino? “Famo a naso” ?

  5. A Marino viene specificata la distanza minima di 50 metri per l’installazione delle SRB mentre ad Albano il limite non viene specificato. Purtroppo, la normativa generale e numerose sentenze amministrative dimostrano che le società che fanno ricorso contro tale limite vincono sempre. Vedere ad esempio quanto citato a pag.18 di questa sentenza del Consiglio di Stato

    http://dirittoambiente.net//file/territorio_sentenze_307.pdf

  1. A Marino i “vincoli insuperabili” si potranno comunque “superare” installando le “micro celle”, che come ci ricorda il sito dell’operatore Fastweb “pur essendo molto importanti già nel[…]3G e[…] 4G LTE. Il loro vero punto di forza sarà però nell’implementazione delle reti di nuova generazione, le cosiddette reti 5G, per le quali le small cells rappresentano l’insostituibile struttura portante”. Con la delibera “NO al 5G” si afferma un’intenzione, con il regolamento operativo preliminare si suggerisce di superare vincoli insuperabili tramite una tecnologia che sarà sfruttata proprio per il 5G.

  2. In entrambi i comuni, se i gestori hanno impianti che sforano i limiti, avranno 12 mesi mesi per presentare un piano di risanamento, così come previsto dalla legge nazionale, ma ad Albano il comune addebiterà le spese di istruttoria ai gestori inquinanti, a Marino invece no, saranno quindi i cittadini a sostenerle.

  3. Una volta approvato il piano, le istanze dei gestori saranno subito accolte. Se non ci sarà risposta, nel comune di Marino vigerà una sorta di silenzio-assenso dopo 90 giorni, mentre ad Albano non c’è questo limite temporale. In sostanza, comunque, il piano redatto serve più ai gestori per velocizzare le pratiche che ai cittadini per controllare cosa accade.

  4. Albano specifica che i controlli sugli impianti vanno fatti ogni anno e che il personale incaricato per effettuarli non può ricevere opposizione dai gestori e dai proprietari. Marino, che non esplicita come eventualmente dotarsi degli apparecchi di controllo, coerentemente non specifica neanche ogni quanto questi controlli dovrebbero avvenire.

  5. Il comune di Albano prevede alcune tempistiche certe, predispone anche i cambiamenti urbanistici per l’attuazione del piano, fornisce indicazioni sul bilancio comunale ma la cosa più importante è che specifica che se il sindaco rileva gravi pericoli per l’incolumità pubblica può intervenire con propri provvedimenti. A Marino questa ipotesi non è prevista nel piano in fase di approvazione definitiva

Un’ultima considerazione sui monitoraggi che effettuano ad Albano: in molti dei punti inizialmente indagati, i dati non sono più aggiornati da 2-3-4 anni e non viene comunicato l’esito dei controlli annuali.

Per fare un esempio, l’Ospedale S.Giuseppe è dal 2017 che non viene più monitorato, come si evince a questo link

http://tools.sinproambiente.it/area_amministrazione/file_upload/monitoraggi/01_Albano-2_11_18_07AF.pdf

Questo a significare, forse, che il PRAEET è più una pietra tombale sulla questione “elttrosmog”, e serve a mitigare non tanto gli eventuali effetti sulla salute umana, quanto le lotte per contrastare il continuo insediamento di impianti SRB.

Articolo redatto dall’Assemblea contro la Cementificazione – http://stopcemento,noblogs.org

ALLE MOLETTE I CITTADINI RESPINGONO IL BLITZ: L’ANTENNA NON PASSA!

E’ passato un anno esatto da quando il dirigente comunale all’urbanistica del Comune di Marino concesse l’autorizzazione paesaggistica alla nota azienda ILIAD e alla ELICOM RADIO SISTEMI per l’installazione di una stazione radio base (SRB) alta la bellezza di 24 metri, con 17 antenne settoriali, 9 parabole e numerose cabine per la loro alimentazione elettrica e la loro gestione.

Secondo il progetto, tali antenne ospiteranno sia ILIAD che altri gestori di rete ed opereranno sulle frequenze del 3G, del 4G, del 4G+ e del 5G.

Era già successo alcuni mesi fa che l’azienda costruttrice di questo impianto tentasse di raggiungere il terreno, che si trova in una traversa di via delle Molette, a Castelluccia, frazione di Marino prossima alla via Nettunense.

E già allora i residenti scesero in strada e riuscirono a bloccare i tentativi di sondaggio e di successiva installazione della SRB.

A metà febbraio è successo di nuovo, e stavolta una ditta incaricata dai soggetti privati interessati all’affare, cioè la ditta costruttrice e uno dei proprietari del terreno che riceverà un cospicuo canone annuale a quattro zeri, era stata mandata all’imbocco della traversa per rimuovere due pesanti cubi di cemento che i residenti avevano piazzato sulla propria via di acceso al terreno.

E li avevano rimossi ma i cittadini residenti si sono subito organizzati per raddoppiarne il numero.

L’intervento di forze dell’ordine e vigili urbani è stato, solo a parole per fortuna, volto a spaventare la cittadinanza che è scesa in strada in buon numero a difendere anche il giorno successivo la propria salute dalle speculazioni e dalla mancanza di qualsiasi trasparenza e informazione da parte degli organi territoriali.

Nel frattempo, via delle Molette e la scuola “Silvestri” si sono riempite di striscioni contro “l’antenna”, come si può vedere dalle foto.

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C’è molta preoccupazione e il comportamento subdolo dei diretti interessati “all’affare” che solo ora che non sono riusciti nel blitz hanno provato a parlare coi residenti, non è stato preso bene da chi li ha di fatto respinti.

C’è una particolarità: il terreno interessato è di chi non tiene per nulla in considerazione il vicinato e la prossimità con la scuola “Silvestri” (10 classi per le elementari, più alcune sezioni per l’asilo), ma la via di accesso è dei condomini e su di essa vige solamente un diritto di passaggio.

Ma i mezzi d’opera che servirebbero per i carotaggi e l’installazione della SRB non passano: sia per i pesanti cubi di cemento, sia per la vigilanza posta in essere da una rete di persone che non ha per nulla intenzione di vedere messa a rischio la propria salute oltre che a trovarsi vicino non più ad un terreno agricolo ma ad un vero e proprio impianto industriale.

La paura di una nuova nocività ha dato vita ad un circolo positivo fatto di incontri per strada, qualche battuta, discussioni, ricerca di informazioni e anche un po’ di socialità che si era persa in questo lungo periodo di pandemia.

Insomma, da una situazione che si poteva e si doveva evitare sta nascendo non solo una risposta autorganizzata da parte della popolazione di Castelluccia ma, grazie anche al clima primaverile, una voglia di socialità “in presenza” che nessuna onda elettromagnetica sarebbe in grado di sostituire.

Mica male, di questi tempi.

Conoscendo bene le dinamiche elettorali marinesi, c’è da aspettarsi di tutto da parte di chi avrà interesse a cavalcare la mobilitazione di chi sta giorno e notte sbattendosi per evitare che la zona sia insidiata dalla SRB.

Starà ai cittadini che si stanno autorganizzando evitare che gli esponenti locali dei vari partiti li dividano promettendo loro un “miracoloso” intervento, dopo che la legge Gasparri (centro-destra) ha fatto si che le antenne fossero assimilate ad opere primarie come le fogne e né il centro-sinistra, né i cinquestelle hanno minimanente pensato a cambiare tale legge, origine di tutti i mali.

Anzi, nel 2018, con al governo M5S e Lega, è avvenuta la vendita delle frequenze per il 5G ai gestori telefonici che ha fruttato oltre 6 miliardi di euro allo Stato. E’ ovvio quindi che sia la legislazione, sia le azioni di istituzioni e rappresentanti delle stesse debbano garantire alle multinazionali come ILIAD di poter installare quel che vogliono.

La delibera di giunta comunale con cui, in fretta e furia, il Comune di Marino si è apprestato un anno fa ad aderire alla “Alleanza contro il 5G” è una dichiarazione di intenti, peraltro molto ambigua, che in realtà non è nulla di operativo.

Gli atti concreti, infatti, sono stati l’autorizzazione paesaggistica rilasciata a dicembre 2019, l’intervento dei vigili urbani in questi giorni che hanno minacciato sanzioni contro i cittadini e il progetto preliminare del “piano antenne” appena approvato e di cui avremo modo di scrivere in un articolo dettagliato a breve.

Se la capacità di mantenere alta l’attenzione e di costruire partecipazione sarà quella già in atto, allora ci sarà la possibilità di risparmiare il territorio dall’installazione di una nuova nocività ambientale.

Come infatti è successo a S.Maria delle Mole, dove in zona Green House, in piena notte è stato installato un sistema di antenne alto 36 metri e che è stato sequestrato ed ora è sotto ordine di demolizione grazie al pronto intervento dei cittadini. Anche di questo ci occuperemo prossimamente.

L’Assemblea contro la cementificazione fa notare che adesso si stanno evidenziando anche le contraddizioni tra gli interessi di chi gioca al monopoli su un terreno agricolo divenuto un sito per un impianto nocivo e le agenzie immobiliari che chiedono ai cittadini di rimuovere gli striscioni perché gli acquirenti devono rimanere ignari della situazione.

Bell’esempio di imprenditorialità nostrana, non c’è che dire.

In mezzo a questi “giochetti”, purtroppo e per fortuna, un sacco di gente che non ci sta a mettere a rischio la propria salute perché qualcuno, senza farsi troppi problemi, ha la bava alla bocca e non vede l’ora di chiudere i propri affari.

Anzi, a maggior ragione in un contesto di sanità territoriale ai minimi termini grazie ai tagli effettuati in tanti anni, c’è maggiore attenzione da parte di (quasi) tutti per evitare inutili ulteriori rischi per la salute.

Seguiranno aggiornamenti sulla mobilitazione, sul piano antenne comunale e sulla SRB del Green House.

Intanto, pensiamo sia il caso che tutti vedano di persona cosa sta accadendo e quale è la risposta della popolazione.

Anche perché, finora, nessun organo di informazione si è degnato di farlo.

Antenne – quarto aggiornamento – 8 maggio 2020

Nella giornata del 6 maggio una motrice con rimorchio si è presentata di buonora in via delle molette.

I residenti, in allerta per via della stazione radio base che Iliad vorrebbe costruire in zona, si sono subito mobilitati. I vigili urbani sono giunti in loco solo dopo che la ditta era andata via rilevando che i terreni non avevano subìto alcuna alterazione.

I residenti sono riusciti ad impedire le operazioni di trivellazione.

L’assessore all’urbanistica del comune di Marino in un suo comunicato ha dichiarato che la ditta non ha effettuato alcuno scavo e che i terreni sono rimasti intatti. Questo risultato però è dovuto non ad interventi politici, tecnici o amministrativi ma alla partecipazione diretta di chi vive in zona e si sta interessando affinché nessuna stazione radio base venga installata.

L’assessore ha inoltre ribadito che il comune non ha rilasciato nessun permesso a costruire.

Rimane quindi il dubbio sui lavori per i quali era stata chiamata la trivella: sondaggi geognostici o perforazioni per l’effettiva installazione del palo-antenna ?

Comunque, di fatto, sarebbe stato un intervento propedeutico all’installazione dell’antenna.

Anche il 19 marzo scorso una trivella trasportata da una motrice con rimorchio aveva lavorato sul terreno che ospita la già esistene stazione radio base di via dei ceraseti – Due Santi per effettuare dei carotaggi geognostici.

Purtroppo, sembra che tali sondaggi non richiedano effettivamente permessi comunali ma una semplice autorizzazione dei proprietari terrieri e, forse, una comunicazione al comune.

Il comune di Marino ha deliberato in giunta di aderire alla alleanza contro il 5G e ha avviato l’iter per non concedere i permessi a costruire relativi alle SRB.

Abbiamo già scritto di questi due provvedimenti in un articolo precedente e a quello vi rimandiamo ma in sintesi possiamo riepilogare che essi non solo non bastano ma “al massimo” hanno funzione di “ritardare” l’installazione delle antenne a via delle Molette e delle altre in previsione di costruzione “al massimo” fino a luglio 2021, poi il via libera diventa ancora più scontato dato che da luglio 2022 le compagnie telefoniche potranno sfruttare le frequenze 5G da loro acquistate nel 2018.

Siamo ormai all’8 di maggio e le richieste ufficiali inoltrate al comune per conoscere la natura della SRB di via delle molette, dei pannelli fotovoltaici in via dei ceraseti, il posizionamento di tutte le antenne esistenti (e dei progetti in via di approvazione) sul territorio comunale NON HANNO ANCORA OTTENUTO RISPOSTA.

Sono passati due mesi dalle prime carte protocollate, condite da vari solleciti, da dinieghi delle compagnie Iliad, Vodafone e ditte di installazione in opposizione alle nostre legittime richieste (motivo: segreto aziendale….vale più della trasparenza e della salute?).

Per non parlare dell’esistenza o meno del piano antenne comunale: c’è, non c’è, c’è ma è del 2002, c’è ma è del 2006, c’è una delibera comunale del 2014 votata all’unanimità per rifarlo…nel mare torbido, sfruttando l’impossibilità a riunirsi pubblicamente per organizzarsi come si dovrebbe, le compagnie telefoniche, le ditte installatrici e i proprietari dei terreni vorrebbero andare subito al sodo.

Ma non hanno fatto i conti con chi si oppone, per varie ragioni, a questo loro affare che è, di fatto, una nuova nocività.

Riproponiamo l’idea di verificare se esistono i presupposti per impugnare le autorizzazioni paesaggistiche al TAR o al Presidente della Repubblica con le tempistiche eventualmente posticipate a causa dei provvedimenti anti-Covid.

Di seguito alcuni link in cui si parla delle aste per le frequenze del 5G che hanno fruttato 6,5 miliardi di euro allo stato italiano (2018). Per comprendere che, nel nostro piccolo, ci si sta comunque battendo contro interessi enormi che però possiamo e dobbiamo contrastare.

https://www.mise.gov.it/index.php/it/comunicazioni/servizi-alle-imprese/tecnologia-5g/bando-5g

https://www.mobileworld.it/2018/10/03/frequenze-5g-asta-conclusa-bande-194151/

https://it.wikipedia.org/wiki/5G_in_Italia

Infine, pubblichiamo un paio di video per spiegare cosa è il 5G, perché in tanti se lo chiedono e per far crescere la consapevolezza in chi ancora non comprende i rischi di questa nuova tecnologia.

Aggiornamento Antenne n.3 – 27 marzo

Per quanto concerne l’elettrosmog e tutti i suoi aspetti comunichiamo che a partire da domenica 29 marzo alle 18 e per le seguenti domeniche sul canale video

https://www.youtube.com/channel/UCQ7xMlNNZIZG52In81ipn4A

andranno in onda delle conferenze con professori e medici che ci parleranno dei rischi per la salute, di come è possibile opporsi al 5G e di altri aspetti che potete leggere nella locandina

CON UN MINIMO DI INTERESSE E PARTECIPAZIONE, QUALCOSA SI OTTIENE, NON FERMIAMOCI!

L’Assemblea contro la Cementificazione ha richiesto all’assessore all’urbanistica e al dirigente all’urbanistica in data odierna, 27 marzo, informazioni sull’ubicazione delle stazioni radio base già presenti e su quelle che le aziende private intendono installare o modificare su tutto il territorio comunale.

Questo perché, al di là dei casi di via delle Molette e via dei Ceraseti, si ritiene necessario sapere se, in mancanza del Piano Antenne comunale, esista comunque una “fotografia” della situazione attuale e uno “scenario” di quella futura.

Compresa l’ipotesi che alcune stazioni radio base già esistenti possano essere modificate, ad esempio aumentandone la potenza e/o introducendo nuove bande di frequenza, in base alle esigenze non della popolazione ma delle aziende private.

Tra i dati che abbiamo richiesto ci sono appunto anche le caratteristiche tecniche riguardanti ogni stazione radio base. Attendiamo la risposta nei giorni seguenti e comunichiamo che lo scorso 24 marzo l’ufficio urbanistica ha inoltrato la nostra richiesta di conoscere i progetti di via delle Molette (nuova stazione radio base) e via dei Ceraseti (modifica stazione radio base esistente) alle aziende interessate.

Quindi si presume che la prossima settimana potremo ottenere e visionare la copia di quello che si intende installare in via delle Molette e di cosa si vuole modificare in quello di via dei Ceraseti.

Un paio di buone notizie arrivano dall’assessore all’urbanistica che ha pubblicamente comunicato alcune cose importanti, le riportiamo così come pervenute:

  1. Le autorizzazioni edilizie presentate per la realizzazione di nuove antenne hanno visto, a seguito di verifiche puntuali da parte degli uffici competenti, l’avvio del procedimento per il diniego trasmesso agli interessati con apposito procedimento di cui al prot.N.16973 del 25/03/2020.

2) Il Comune di Marino, grazie alla delibera di giunta approvata il 25/03/2020 entrerà

a far parte dell’ “Alleanza Italiana STOP 5G” vedi https://www.alleanzaitalianastop5g.it/443193497

3) La nostra amministrazione, nell’ambito della redazione dei nuovi strumenti urbanistici congiuntamente al nuovo Piano Urbanistico al quale si sta lavorando, ha già programmato nelle fasi esecutive del PUCG la redazione anche del Piano e del Regolamento Antenne. Nelle more dei nuovi strumenti urbanistici abbiamo però elaborato un atto congiunto che riguarda sia l’Urbanistica che l’Ambiente in quanto il tema delle antenne investe anche questo ambito così come quello della Salute Pubblica.

Compito nostro è andare a fondo alle questioni e, visto quanto sta accadendo da anni nella dura lotta contro la cementificazione, facciamo alcune considerazioni da comprendere con attenzione, onde evitare ad esempio che una preoccupazione si trasformi, ad esempio, in raccolte firme in cui si sbaglia pure l’oggetto su cui sono basate:

  • A) le autorizzazioni paesaggistiche rilasciate dal comune, di cui due per il ripetitore di via dei Ceraseti e una per quello delle Molette, rimangono in vigore, cioè non sono state annullate/revocate ad esempio in autotutela come avevamo richiesto; le aziende private possono quindi contare su una base di appoggio relativamente solida; resta quindi valido il nostro suggerimento rivolto ai cittadini di valutare la possibilità di impugnare le autorizzazioni paesaggistiche con un ricorso al TAR (entro il 18 aprile) o al Presidente della Repubblica (entro il 18 giugno) perché da quanto si evince dalle dichiarazioni dell’assessore, ad oggi, questa richiesta non è un’ipotesi che l’amministrazione intende praticare;
  • B) anche l’avvio dell’iter del diniego nel rilascio dei titoli a costruire le stazioni radio basi (si parla al plurale perché sembra di capire ce ne sia più di una in ballo), può essere impugnato dalle ditte private proponenti, così come ogni atto amministrativo, a prescindere dalla “ragione”; ognuno ha le proprie e a volte con degli avvocati molto bravi, con un potere economico rilevante e dei giudici più o meno accondiscendenti, non è detto che prevalgano le leggi vigenti o il buonsenso della tutela della salute pubblica (ammesso e non concesso che le leggi vigenti tutelino in questo ambito in primis la salute pubblica)
  • C) Al punto (4) della delibera contro il 5G appena approvata dal comune si legge

    Allo stesso tempo si dispone verso gli uffici di tener conto nella valutazione delle pratiche di SCIA o nelle istanze di autorizzazione, della relazione necessaria tra il rispetto dei termini temporali legati all’obbligo di terminare i lavori entro 12 mesi dalla validità del titolo autorizzatorio e la data del 1° luglio 2022 prima della quale non è possibile attivare impianto di tecnologia 5G.”

e l’assessore all’urbanistica dichiara

Con la Delibera approvata in Giunta lo scorso 25 marzo la nostra amministrazione ha inteso regolare l’istallazione di antenne telefoniche non certo per limitare le legittime aspettative imprenditoriali di chi opera nel settore, tra l’altro legittimate dalle norme, ma ha voluto altresì far prevalere l’interesse pubblico di tutela della salute ricorrendo al principio di cautela che in materia ambientale costituisce un principio fondamentale…..Da un punto di vista normativo in tema di installazione di ripetitori telefonici è necessario fare riferimento al “decreto Gasparri”, D.lgs. n. 198 del 4.9.2002, che ha concesso maggiori libertà nel posizionamento di ripetitori per la telefonia mobile sul territorio nazionale.

Tutta questa parte è interessante e riguarda per forza di cose la politica di gestione dei territori.

Perché spesso “le legittime aspettative imprenditoriali”, in qualsiasi settore, sono in contrasto con la tutela dell’ambiente e della salute di cittadini e lavoratori delle stesse imprese. Ora, allargando il discorso, ci sembra evidente soprattutto in questo periodo che un sistema basato sugli interessi dell’imprenditoria, nostrana o estera, visto che tende al massimo profitto forte del proprio potere economico tende a imporre nocività e speculazioni che c’entrano poco o nulla con i bisogni di tutti noi.

Sull’origine di tutti i mali, cioè la legge Gasparri, essendo non una calamità naturale ma un prodotto della mente di uno statista tanto geniale così come interpretato da Neri Marcorè proprio all’epoca dell’approvazione del testo, ci permettiamo di far notare che il centro-destra l’ha realizzata, il centro-sinistra l’ha criticata (e basta) e un paio di governi a guida Movimento 5 Stelle non l’ha cambiata. Insomma, una legge che va bene, di fatto, per tutto l’arco parlamentare da quasi 20 anni.

Le leggi possono cambiare, se si vuole. Di certo non lo può fare un Comune o un assessore, però magari le proprie maggioranze,volendo.

Forse però a livello parlamentare, più che il principio di precauzione, prevale e di molto l’interesse dei soggetti privati del mondo delle telecomunicazioni. Non ci sembra di dire cose inappropriate.

Sul fatto che le antenne 5G non potranno essere attivate prima del 1 luglio 2022 e che i permessi per la loro costruzione durano un anno, chiediamo pubblicamente all’assessore di farci comprendere meglio e per essere espliciti e diretti:

nel 2021 si va al voto per le elezioni comunali e fermo restando i danni provocati dalle altre forze politiche, più o meno tutte parte in causa del disastro legato all’espansione indiscriminata del cemento nel nostro territorio, se abbiamo capito bene una delle motivazioni per le quali sarebbe inutile da parte delle ditte private chiedere i permessi a costruire è proprio l’inutilità degli stessi almeno fino al 1 luglio del 2021.

A noi, messa così, ma forse abbiamo (speriamo) capito male suona un po’: ripassate dopo le elezioni.

Lo diciamo senza malizia e, purtroppo, notando i precedenti, cioè le delibere comunali del 2018 che il TAR ha annullato e che dovevano tutelarci dal cemento dei palazzinari, per via proprio delle motivazioni addotte nelle stesse che riguardavano sostanzialmente i progetti di “pubblica utilità” dei privati, ad esempio. Certo non sono state annullate solo per tali motivi, c’è altro, ok. Per esempio l’iter amministrativo del 2011 che il TAR ha preso per buono. E’ pure vero che su questo non ci pare che il Comune abbia preso parola al TAR, anche perché è stato lo stesso Comune ha agevolare tale iter, sotto i colori dell’amministrazione Palozzi, ma comunque con lo stesso “stemma” della casata Colonna. Al TAR e nelle delibere non ci risulta alcuna dichiarazione contro l’iter procedurale degli accordi di programma perché, in sintesi, il Comune dovrebbe censurare sé stesso.

Oppure, nella stessa giornata in cui si deliberava contro il 5G e si attaccava giustamente l’amministrazione precedente per il suo ruolo al servigio di Parnasi, l’attuale giunta ha approvato il PUA di Spinabella (via garofano – via ginestre) che l’anno scorso invece era stato respinto ed aveva portato ad un ricorso al TAR ora risolto con l’accordo nella costruzione di tre villini e la cementificazione di circa 3.000 mq di suolo “a vigneto” e “a frutteto”. Poca roba, ma inutile, del tutto inutile, se non atta a garantire l’interesse del privato che avrà pure ceduto 110 mq al Comune, ma ancora non abbiamo capito a cosa serve continuare a costruire e deturpare una zona comunque verde sulle pendici del Lago di Albano.

E ancora: ma quanti abitanti può sostenere il nostro comune,oltre gli attuali 45 mila e con quali risorse e servizi ?

Questo perché il Comune ufficialmente ha dichiarato che non conosce quante abitazioni sono sfitte e quante effettivamente abitate. Come si fa allora a continuare a rilasciare permessi a Palaverta, via Kennedy, Quarto S.Antonio e Due Santi ?

Perchè appunto prevalgono gli interessi imprenditoriali e forse le leggi li tutelano maggiormente, e quando si va in causa si preferisce non andare fino in fondo come nel caso del PUA ?

Non vorremo che, passato un po’ di tempo, e con eventuali pressioni delle compagnie telefoniche, in qualche modo, venisse comunque realizzata l’infrastruttura 5G o potenziata la rete già esistente.

Perché infatti, non c’è fretta.

Poniamo questi interrogativi senza alcun intento polemico ma li poniamo perché riteniamo l’unico interesse legittimo quello citato dallo stesso assessore nel “principio di precauzione” riguardante la salute di tutti noi.

Altrimenti si rischia, con le dovute proporzioni, il replicarsi di situazioni simili all’ex-ILVA, alla TAV o all’inceneritore di Parma dove ad un principio enunciato e sbandierato si può abdicare con un “ci abbiamo provato”.

L’Assemblea contro la Cementificazione invita tutti/e a partecipare direttamente e ad informarsi.

Non per provarci, ma perché è necessario respingere interessi estranei alla vivibilità dei nostri territori.

Delibera n.32 Stop 5G in PDF

Relazione Tecnica sul PUA di Spinabella in PDF