Per i comuni singoli cittadini o per quelli organizzati in comitati di rompiscatole, comunque soggetti che per le istituzioni spesso non sanno di cosa (s)parlano si tratta del “Piano Antenne”.
Per chi se ne occupa da addetto ai lavori, il nome è ben più altisonante: “Piano di riassetto analitico delle emissioni elettromagnetiche territoriali”, al quale non può non essere associato il miliardesimo acronimo dei tempi moderni, ovvero “P.R.A.E.E.T.”
Quello che continueremo a chiamare per brevità “Piano Antenne”, di cui il Comune di Marino è stato finora sprovvisto, in generale non garantisce la popolazione dalle esposizioni ai campi elettromagnetici delle SRB (Stazioni Radio Base, cioè il sistema palo-antenne-cabine per telefonia mobile), senza considerare quindi gli elettrodotti che invece lavorano a frequenze estremamente basse e altrettanto,se non di più, pericolosi.
Il piano favorisce i gestori telefonici, ai quali non è comunque impedito nulla: potranno comunque piazzare un impianto dove vorranno mettendosi d’accordo con i proprietari di immobili e terreni
Questo accade in virtù della “Legge Gasparri” del 2001, approvata dal centro-destra, mai cambiata né dal centro-sinistra né dal Movimento 5 Stelle.
Tale legge equipara le SRB alle fogne, quindi opere di primaria importanza contro le quali non ci si può (potrebbe) opporre. Conosciamo bene molti posti dove la rete idrica e quella fognaria sono inesistenti o malridotte, però l’urgenza di vederle sistemate da parte dei comuni non esiste in quei casi. Per le antenne invece, l’iter per l’approvazione e l’installazione è velocissimo proprio grazie a tale escamotage.
Il “piano antenne” è un accordo tra gestori telefonici e il Comune che redige il piano affidandosi, come nel nostro caso, ad un lavoro svolto da una ditta esterna. Spesso, viene solo fotografata la situazione “sregolata” già esistente sul territorio comunale, si ascoltano le esigenze dei gestori e, se si fa avanti qualche comitato, solo successivamente e spesso per meri motivi elettorali si cambia di qualche metro l’ipotesi di un nuovo impianto.
Quando a febbraio del 2020 comunicammo alla popolazione l’avvenuta concessione dell’autorizzazione paesaggistica alla “ELICOM RADIO SISTEMI” e ad “ILIAD” per la SRB in via delle Molette da parte dell’ufficio urbanistica, l’amministrazione comunale, in difficoltà verso la cittadinanza, si sbrigò ad approvare una delibera di giunta nella quale dichiarava di voler entrare nell’ALLEANZA CONTRO IL 5G”.
Ricordiamo che la “ELICOM RADIO SISTEMI” ha subìto il sequestro di un suo impianto a Lenola (Latina) lo scorso anno per abusivismo edilizio in un’area di proprietà comunale dove vige il vincolo di inedificabilità assoluta e dove la stessa giunta comunale aveva ritenuto necessario la sola SCIA della ditta, a fronte invece degli esposti presentati dalla popolazione. Bel precedente di “collaborazione” pubblico-privato. E, nonostante ciò, la stessa identica società vorrebbe piazzare la sua SRB nel nostro comune, come se niente fosse? Dove è finita l’intransigenza ai limiti dell’ossessione legalitaria nei confronti di chi ha simili “precedenti” ?
https://latinatu.it/lenola-sequestro-della-stazione-radio-il-sindaco-responsabilita-e-delle-precedenti-amministrazioni/
L’antenna in questione, peraltro, è sia 3G, 4G che 4G+. Il 5G sarebbe solo la classica ciliegina sulla torta.
Quella delibera di giunta era e rimane una mera dichiarazione di intenti, del tutto inutile ai fini pratici per chi non vuole vivere sotto ulteriori ed inutili esposizioni elettromagnetiche.
Di recente, le ditte incaricate dai proponenti hanno provato il “blitz” ma sono state fermamente respinte dai residenti e si è svolto alcuni giorni fa un incontro pubblico “in loco” con gli assessori Trinca e Tammaro che hanno ribadito che il Comune di Marino non può fermare, anche volendo, l’installazione della SRB.
Tutto vero. Poteva però tergiversare o evitare l’autorizzazione paesaggistica, perché non lo ha fatto ?
Solo la vigilanza attiva e la mobilitazione dei residenti ha finora impedito l’installazione di un vero e proprio impianto industriale, non distante tra l’altro rispetto alla scuola elementare e per l’infanzia “A.Silvestri”.
Si conferma l’inutilità della delibera “NO 5G” e il fatto che nessuno ha dato seguito alla richiesta formale di un anno fa di conoscere l’ubicazione e la tipologia di tutti gli impianti esistenti e di quelli nuovi che i gestori vorrebbero installare. Ci fu assicurato che avremmo avuto in poco tempo queste importanti informazioni, ma ciò non è avvenuto mentre ora troviamo “qualcosa” solo sulla mappatura di cui parleremo a breve…
A dicembre 2020, infatti, per la modica cifra di 24.000 euro, con la determina 1286 in via diretta è stato assegnato l’incarico di redigere il “Piano Antenne” alla società “Progetto PRAEET” (dal nome poco originale), che si trova alle Mole di Albano.
det_01286_10-12-2020 – Qui il testo in PDF della determina di assegnazione dell’incarico
Questa società ha già redatto il piano riguardante Albano che è stato già approvato e messo in atto.
Regolamento di Albano PRAEET in PDF
Il 24 febbraio, il verbale n.14 della Giunta Comunale di Marino ha approvato gli “Elaborati Preliminari”. Considerate le festività, i tempi sono stati veramente brevi, anche se non si tratta ancora del piano definitivo.
dlg_00014_24-02-20211- Qui la Delibera di Giunta Comunale che approva il piano preliminare
A breve, non è possibile sapere quando, l’amministrazione comunale tramite il dirigente all’urbanistica e non sappiamo chi altri, incontrerà i gestori telefonici per prendere visione dei loro progetti di rete. Così è scritto.
ConvocazionegestoriMarino20211- Qui la bozza snza data esplicita per la convocazione del dirigente all’urbanistica del Comune di Marino per partecipare all’incontro con i gestori
Nonostante ci sia questa situazione in evoluzione, avvengono un paio di tentativi da parte delle società interessate a piazzare la SRB a via delle Molette: possibile che nessuno gli abbia chiesto quantomeno di attendere l’approvazione definitiva del “Piano Antenne” ?
Già questo, unito alla legislazione vigente e alle conferme date dagli assessori competenti dovrebbe far comprendere l’inservibilità ai fini della tutela della salute del “PRAEET” che sarà approvato dopo il tavolo tra amministrazione e gestori. E’ una torta che solo per il 5G vale oltre 6 miliardi di euro che lo Stato si appresta ad incassare a seguito delle concessioni delle frequenze ai vari operatori, così come da risultati dell’asta avvenuta nel 2018.
https://it.wikipedia.org/wiki/5G_in_Italia
Sembra una situazione piccola e locale quella di via delle Molette, ma il piano nazionale per il 5G vede come controparti attori molto potenti, che calano sui territori forti dell’accordo a suon di miliardi con lo stato, con amministrazioni comodamente esautorate dal poter intervenire efficacemente e con le ditte che effettuano i “Piani Antenne” che di media certificano le situazioni già esistenti e fanno i copia-incolla di regolamenti validi per ogni comune, più qualche piantina “a cavolo”, come nel “nostro” caso.
Volendo verificare le nostre supposizioni, abbiamo confrontato articolo per articolo i regolamenti di Albano (vigente) e di Marino (preliminare) redatti dalla società “Progetto PRAEET”, pensando di trovare gli stessi contenuti.
Possiamo già affermare che quello approvato preliminarmente dal nostro Comune a guida 5 Stelle è addirittura peggiore di quello vigente ad Albano, targato PD che tutto è fuorché un partito amico dell’ambiente.
Proposta Regolamento preliminare Comune d iMarino in PDF
Vale la pena ricordare che qualsiasi tipo di partito di opposizione non ha avuto nulla da dire finora, immaginando la loro “fatica” per la campagna elettorale che non prevede di certo andarsi a mettere contro i gestori di telefonia per difendere la salute dei cittadini o la tutela del territorio. Di certo, ci scommettiamo, nessun candidato sarà andato a leggersi e ad analizzare il regolamento preliminare. Vanno quindi respinti, secondo noi, sin da subito i tentativi di voler ricevere una spalla da qualsiasi soggetto partitico si affacciasse solo ora a via delle Molette.
Innanzitutto, partiamo dalla mappatura degli impianti esistenti, delle “aree preferenziali” e dei “siti sensibili” (scuole, ospedali,etc…) che è stata redatta palesemente da chi non conosce il territorio del comune che gli ha concesso 24.000 euro. Forse è una cifra troppo bassa per alzare il sedere dalla poltrona del proprio ufficio.
Si evince, ma aspettiamo una smentita che difficilmente arriverà, che la società ha redatto tale mappa, almeno per individuare le scuole, al massimo con qualche ricerca su internet.
Infatti gli edifici evidenziati come “scuole” in molti casi non sono scuole e coincidono, casualmente, con gli stessi errori fatti da “Google Maps”: è il caso, ad esempio, della scuola “Ippolito Nievo” di Cava dei Selci, della scuola “D’Azeglio” a Marino (confusa con la “Carissimi”, che neanche viene citata nell’elenco) e anche della “Silvestri” di via delle Molette, cioè di quella più vicina al sito della SRB che la “ELICOM” e “ILIAD” vorrebbero installare. Si sono dimenticati di censire ed evidenziare la scuola elementare “Verdi” e l’asilo “Ciari” di via Maroncelli a S.Maria delle Mole e la paritaria “S.Chiara” di via Manzoni. Ecco qui la mappa in formato alleggerito che conferma le nostre affermazioni, unitamente all’elenco in PDF del tutto incompleto.
Elenco SRB presenti a Marino 2021 in PDF
Elenco Provvisorio siti sensibili in PDF
Questo fa capire che anche gli uffici tecnici comunali, il suo dirigente, tutti gli assessori e il sindaco che hanno votato l’approvazione preliminare non hanno controllato o riconosciuto questi gravi errori e mancanze.
Già questo sarebbe bastato per far capire la “serietà” di tale società chiamata a redigere il piano e la superficialità, come minimo, di chi gli ha affidato tale compito. Sarebbe da rompere qualsiasi contratto posto in essere con la stessa e chiederle i danni per la perdita di tempo.
La delibera comunale di approvazione del preliminare si propone di raggiungere il seguente ambizioso obiettivo
il Comune di Marino intende minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettrici,magnetici ed elettromagnetici dotando il territorio di uno strumento di PianificazioneTerritoriale per la localizzazione degli impianti di telefonia mobile, in grado di garantire ilcorretto insediamento urbanistico e territoriale, nel rispetto di uniformi criteri di tutela dellasalute, dell’ambiente e del territorio;
Se già dalla mappatura si sbaglia e nessuno se ne è accorto tra le decine di persone che avrebbero potuto e dovuto, è lecito porsi come minimo la domanda: “ma che stanno a dormì ?”
Ma questo è solo l’inizio, passiamo alla comparazione tra i due piani, articolo per articolo.
Fermo restando che pure quello vigente per il Comune di Albano certifica le criticità esistenti e che nessuno di questa amministrazione o di quelle che verranno dopo potrà avere buoni strumenti per opporsi ad eventuali antenne che non facciano parte del piano che sarà approvato. Le ragioni stanno da un lato, le leggi dall’altro.
Questo perché l’approvazione del piano, ribadiamo, accelera l’iter procedurale per la costruzione di antenne nei siti approvati ma non impedisce che i gestori possano comunque installarle altre in luoghi diversi nello stesso comune. E’ un concetto chiave, riteniamo di doverlo evidenziare chiaramente.
La comparazione tra i due piani antenne redatti dalla stessa società occupa circa 8 pagine, tra citazioni testuali e considerazioni. Per chiunque voglia leggere tutto, e vi invitiamo a provarci, mettiamo a disposizione qui il nostro PDF
Possiamo sintetizzare gli aspetti che riteniamo più interessanti, in ordine sparso, trovati e non trovati (o modificati) nei due regolamenti. E ci viene da porre la domanda all’amministrazione e alla società: in fase di redazione vi siete già confrontati ? Chi lo ha fatto ? Quando ? Quale regolamento originale la “Progetto PRAEET” ha esposto all’attenzione dei soggetti tecnici del comune eventualmente consultati ? Si può averne visione così capiamo anche come si sia “evoluto” nella seguente “ciofeca” ?
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Ad Albano le società che vogliono costruire una SRB DEVONO installare a proprie spese un monitoraggio attivo h24 con delle centraline che pubblicano i dati giornalmente sul sito del comune e viene anche specificato che gli oneri per la locazione dei terreni/siti comunali o per le concessioni di permessi su siti privati devono essere vincolati a utilizzi per la tutela ambientale, servizi ricreativi e a scomputo per il monitoraggio. Sul sito comunale dei “nostri vicini” ci sono effettivamente i monitoraggi pubblicati. Nel regolamento marinese, di questo non vi è la minima traccia e anzi i soldi incassati dal comune non è scritto come saranno utilizzati.
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Ad Albano viene specificato che vanno rese pubbliche sul sito comunale le caratteristiche principali dell’impianto, non appena ricevuta l’istanza per l’installazione dello stesso e fino al termine dei lavori. A Marino c’è l’esplicito divieto di pubblicare i dati caratteristici dell’impianto nonostante l’istanza vada comunque pubblicata, seppure solamente per 30 giorni dalla data di ricezione
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Ad Albano le misure di mitigazione prevedono esplicitamente la delocalizzazione degli impianti esistenti, a Marino questa ipotesi non viene esplicitata e si parla solo di risanamento in termini generali
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Se non c’è una rete di monitoraggio, a cosa serve istituire un “Gruppo Tecnico” per controllo, verifiche e valutazioni a Marino? “Famo a naso” ?
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A Marino viene specificata la distanza minima di 50 metri per l’installazione delle SRB mentre ad Albano il limite non viene specificato. Purtroppo, la normativa generale e numerose sentenze amministrative dimostrano che le società che fanno ricorso contro tale limite vincono sempre. Vedere ad esempio quanto citato a pag.18 di questa sentenza del Consiglio di Stato
http://dirittoambiente.net//file/territorio_sentenze_307.pdf
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A Marino i “vincoli insuperabili” si potranno comunque “superare” installando le “micro celle”, che come ci ricorda il sito dell’operatore Fastweb “pur essendo molto importanti già nel[…]3G e[…] 4G LTE. Il loro vero punto di forza sarà però nell’implementazione delle reti di nuova generazione, le cosiddette reti 5G, per le quali le small cells rappresentano l’insostituibile struttura portante”. Con la delibera “NO al 5G” si afferma un’intenzione, con il regolamento operativo preliminare si suggerisce di superare vincoli insuperabili tramite una tecnologia che sarà sfruttata proprio per il 5G.
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In entrambi i comuni, se i gestori hanno impianti che sforano i limiti, avranno 12 mesi mesi per presentare un piano di risanamento, così come previsto dalla legge nazionale, ma ad Albano il comune addebiterà le spese di istruttoria ai gestori inquinanti, a Marino invece no, saranno quindi i cittadini a sostenerle.
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Una volta approvato il piano, le istanze dei gestori saranno subito accolte. Se non ci sarà risposta, nel comune di Marino vigerà una sorta di silenzio-assenso dopo 90 giorni, mentre ad Albano non c’è questo limite temporale. In sostanza, comunque, il piano redatto serve più ai gestori per velocizzare le pratiche che ai cittadini per controllare cosa accade.
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Albano specifica che i controlli sugli impianti vanno fatti ogni anno e che il personale incaricato per effettuarli non può ricevere opposizione dai gestori e dai proprietari. Marino, che non esplicita come eventualmente dotarsi degli apparecchi di controllo, coerentemente non specifica neanche ogni quanto questi controlli dovrebbero avvenire.
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Il comune di Albano prevede alcune tempistiche certe, predispone anche i cambiamenti urbanistici per l’attuazione del piano, fornisce indicazioni sul bilancio comunale ma la cosa più importante è che specifica che se il sindaco rileva gravi pericoli per l’incolumità pubblica può intervenire con propri provvedimenti. A Marino questa ipotesi non è prevista nel piano in fase di approvazione definitiva
Un’ultima considerazione sui monitoraggi che effettuano ad Albano: in molti dei punti inizialmente indagati, i dati non sono più aggiornati da 2-3-4 anni e non viene comunicato l’esito dei controlli annuali.
Per fare un esempio, l’Ospedale S.Giuseppe è dal 2017 che non viene più monitorato, come si evince a questo link
http://tools.sinproambiente.it/area_amministrazione/file_upload/monitoraggi/01_Albano-2_11_18_07AF.pdf
Questo a significare, forse, che il PRAEET è più una pietra tombale sulla questione “elttrosmog”, e serve a mitigare non tanto gli eventuali effetti sulla salute umana, quanto le lotte per contrastare il continuo insediamento di impianti SRB.
Articolo redatto dall’Assemblea contro la Cementificazione – http://stopcemento,noblogs.org