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A CASTELLUCCIA DI MARINO LA GENTE DI NUOVO IN STRADA PER IMPEDIRE L’INSTALLAZIONE DI UN IMPIANTO DELLA ILIAD

IL PIANO ANTENNE NON SERVE A PROTEGGERE LA CITTADINANZA

L’amministrazione comunale di Marino si appresta ad approvare il “PRAEET”, cioè il “Piano Antenne”, entro poche settimane.

In un incontro con l’assessore all’urbanistica Trinca e il dirigente Gentilini, responsabile della redazione del “Piano Antenne”, svoltosi l’8 luglio a S.Maria delle Mole, abbiamo avuto la conferma che purtroppo esso non può vietare alle compagnie telefoniche di installare OVUNQUE vogliano le loro “Stazioni Radio Base” (cioè il sistema antenne+cabina).

Già lo sapevamo e lo avevamo scritto come potete controllare nell’articolo di alcuni mesi fa sul nostro blog.

Allora a cosa serve il “Piano Antenne” ?

Esso “suggerisce” a seguito di un apposito studio svolto da una ditta incaricata dal Comune per la modica cifra di 24.000 euro alcune “Aree Preferenziali” sulle quali far convergere i nuovi impianti telefonici. Diverse aree sono di proprietà comunale, cosicché i canoni di locazioni potranno essere riscossi dall’Ente e non dai privati.

Ma non c’è scritto come essi verranno poi impiegati.

Se un gestore ritenesse più utile fare l’impianto in una zona diversa da quelle preferenziali, basta che si metta d’accordo con il proprietario del terreno o dell’immobile, produca il progetto, avverta l’ARPA e richieda eventuali autorizzazioni paesaggistiche al Comune o ad altri Enti competenti e potrà comunque piazzare la propria antenna scavalcando i “PRAEET”.

Vale, purtroppo, la legge nazionale nota con il famigerato nome di “Gasparri” del 2001 (centrodestra) che non è stata abolita né dal centrosinistra, né dal Movimento 5 Stelle.

Sta bene, evidentemente, a tutto l’arco parlamentare.

Il quale a breve potrebbe esprimersi su un emendamento presentato da “Italia Viva” che vuole alzare i limiti di legge dai 6 Volt al metro attuali a 61 Volt al metro: li vuole cioè decuplicare proprio per favorire la proliferazione delle antenne su tutto il territorio nazionale, così come richiesto dalle compagnie telefoniche, dalla AGCOM e dal ministro Colao che proviene proprio dal settore delle grandi società di telecomunicazioni.

Il tutto a scapito della salute e della sicurezza della popolazione.

E meno male che con la pandemia gli aspetti riguardanti la salute pubblica dovevano essere maggiormente tutelati.

In un prossimo articolo parleremo più dettagliatamente del perchè il “Piano Antenne” del Comune di Marino non va bene, secondo noi, delle 6 nuove aree dove l’amministrazione sarebbe favorevole all’installazione di nuovi impianti e delle altre 8 aree dove già esistono e possono essere ulteriormente potenziati. Le richieste dei gestori non sono 14 ma addirittura 21. Mancano quelle di Wind, quindi potrebbero essere ancora di più.

Insomma in mezzo a tutta questa selva di pali di 20-30 metri di altezza che emetteranno radiazioni a ciclo continuo, ci riserviamo di scriverne più in dettaglio a breve perchè dal “Piano Antenne” approvato in via preliminare a febbraio, già da noi definito “ciofeca”, a quello che l’amministrazione ci ha esposto a luglio c’è stato un certosino lavoro in senso ulteriormente peggiorativo.

Comunque, non abbiamo fatto in tempo a finire la riunione con l’assessore e il dirigente che, a riprova di quanto sopra, stamattina 9 luglio siamo scesi in strada alle molette, nella frazione Castelluccia di Marino, perché si è presentata la ditta che da febbraio 2020 vorrebbe installare 26 metri di palo della Iliad e non c’è ancora riuscita grazie alla costante mobilitazione della popolazione residente.

Si fa notare che quell’area non è stata inclusa nel “Piano Antenne”, a dimostrazione del fatto che le ditte possono fare quello che vogliono a prescindere, basta che si accordino con il privato.

Nel caso specifico, uno dei responsabili della ditta incaricata di montare il palo è anche il proprietario di una quota del terreno su cui dovrebbe essere realizzata l’antenna.

Guadagno doppio. Ottimo. Per lui.

La popolazione residente lo ha di nuovo inizialmente bloccato, tanto che l’imprenditore si è sentito in dovere di chiamare la polizia, intervenuta inizialmente con una sola pattuglia.

Nonostante le discussioni, si è andato avanti così per alcune ore e visto che i lavori, riguardanti dei sondaggi geologici che saranno propedeutici ad un altro accesso per la costruzione vera e propria, non riuscivano a partire per la ferma opposizione dei presenti. si sono scomodati i dirigenti del Commissariato di Polizia di Marino.

Sono intervenuti minacciandoli di identificare gli abitanti e di denunciarli per “manifestazione non autorizzata”.

Erano tutti sul vialetto privato di casa loro, l’unico accesso al terreno oggetto degli appetiti dell’imprenditore.

Siamo arrivati a questo punto ? Non è possibile neanche scendere di casa nel proprio vialetto ?

Comunque, le persone, non sapendo bene se la minaccia fosse giustificata o meno hanno dovuto a malincuore concedere, per la prima volta in 18 mesi, il passaggio al soggetto in questione, forte dell’intervento della polizia.

Il lavoro è durato piuttosto poco, trattandosi di un carotaggio. Andati via i personaggi non desiderati, ci si è riuniti sotto la veranda di una delle famiglie preoccupate di quanto stava avvenendo e si è discusso di come procedere, cercando tutta la documentazione. Non si è presentato nessuno politico dell’amministrazione grillina, pur avvertito, né dell’opposizione, per dovere di cronaca.

All’uscita dall’abitazione di questa famiglia, dopo 5 ore dall’inizio della mobilitazione si presenta una pattuglia dei vigili urbani marinesi con una “tecnica” che si sta facendo le ossa sulla materia.

Risultato: tutti e tutte identificate, minacciati pure di essere denunciati/e per “procurato allarme” perché, secondo una delle due vigilesse, visto che la ditta non c’era più e che aveva fatto solo i carotaggi e non l’antenna non dovevamo chiamarli. Ma chi lo sapeva cosa avrebbe o non avrebbe fatto la ditta ?

Inoltre, nessuno di noi aveva chiamato i vigili urbani, piccolo dettaglio. Così abbiamo chiesto noi a loro chi l’avesse interpellate via telefono alla centrale ma non ci hanno saputo rispondere e si sono arrampicate sugli specchi

Alla fine, si sono svolte nel tardo pomeriggio due ulteriori riunioni: una a Castelluccia e una nell’adiacente frazione di Due Santi.

Era già stata fissata una riunione pubblica con l’amministrazione comunale il 20 di luglio ma, evidentemente, ci sarà da continuare a monitorare la situazione in questi giorni perché non basta fare le pulci al “Piano Antenne”.

Brevi considerazioni: le ditte private si comportano da “padroni” ottocenteschi, la polizia interviene intimidendo persone tranquillissime ma che non vogliono una nocività del tutto inutile vicino casa (e vicino la scuola), l’amministrazione comunale fa un piano antenne che serve a poco, nessuno di loro si presenta in loco a vedere la situazione (neanche i consiglieri che abitano in zona!), mandano però i vigili che identificano chi usciva dall’abitazione di una delle famiglie residenti dove ci si era riuniti per fare il punto della situazione, Colao e “Italia Viva” chiedono al Parlamento di alzare i limiti di legge…insomma il quadro del rapporto tra istituzioni e cittadini ci sembra piuttosto chiaro e alquanto compromesso, per usare un eufemismo.

Nonostante ciò, ribadiamo che a Castelluccia l’antenna, dopo 18 mesi, ancora non esiste e a S.Maria delle Mole ce ne è una sotto sequestro e su cui incombe l’atto di demolizione.

A seguito esclusivamente delle capacità delle popolazioni di comprendere che non è giusto accettare nuovi rischi per la propria salute solo perché il mercato delle vacche è regolato da leggi che sono state fatte per favorire gli interessi commerciali a tutto discapito di quelli sanitari.

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ALLE MOLETTE I CITTADINI RESPINGONO IL BLITZ: L’ANTENNA NON PASSA!

E’ passato un anno esatto da quando il dirigente comunale all’urbanistica del Comune di Marino concesse l’autorizzazione paesaggistica alla nota azienda ILIAD e alla ELICOM RADIO SISTEMI per l’installazione di una stazione radio base (SRB) alta la bellezza di 24 metri, con 17 antenne settoriali, 9 parabole e numerose cabine per la loro alimentazione elettrica e la loro gestione.

Secondo il progetto, tali antenne ospiteranno sia ILIAD che altri gestori di rete ed opereranno sulle frequenze del 3G, del 4G, del 4G+ e del 5G.

Era già successo alcuni mesi fa che l’azienda costruttrice di questo impianto tentasse di raggiungere il terreno, che si trova in una traversa di via delle Molette, a Castelluccia, frazione di Marino prossima alla via Nettunense.

E già allora i residenti scesero in strada e riuscirono a bloccare i tentativi di sondaggio e di successiva installazione della SRB.

A metà febbraio è successo di nuovo, e stavolta una ditta incaricata dai soggetti privati interessati all’affare, cioè la ditta costruttrice e uno dei proprietari del terreno che riceverà un cospicuo canone annuale a quattro zeri, era stata mandata all’imbocco della traversa per rimuovere due pesanti cubi di cemento che i residenti avevano piazzato sulla propria via di acceso al terreno.

E li avevano rimossi ma i cittadini residenti si sono subito organizzati per raddoppiarne il numero.

L’intervento di forze dell’ordine e vigili urbani è stato, solo a parole per fortuna, volto a spaventare la cittadinanza che è scesa in strada in buon numero a difendere anche il giorno successivo la propria salute dalle speculazioni e dalla mancanza di qualsiasi trasparenza e informazione da parte degli organi territoriali.

Nel frattempo, via delle Molette e la scuola “Silvestri” si sono riempite di striscioni contro “l’antenna”, come si può vedere dalle foto.

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C’è molta preoccupazione e il comportamento subdolo dei diretti interessati “all’affare” che solo ora che non sono riusciti nel blitz hanno provato a parlare coi residenti, non è stato preso bene da chi li ha di fatto respinti.

C’è una particolarità: il terreno interessato è di chi non tiene per nulla in considerazione il vicinato e la prossimità con la scuola “Silvestri” (10 classi per le elementari, più alcune sezioni per l’asilo), ma la via di accesso è dei condomini e su di essa vige solamente un diritto di passaggio.

Ma i mezzi d’opera che servirebbero per i carotaggi e l’installazione della SRB non passano: sia per i pesanti cubi di cemento, sia per la vigilanza posta in essere da una rete di persone che non ha per nulla intenzione di vedere messa a rischio la propria salute oltre che a trovarsi vicino non più ad un terreno agricolo ma ad un vero e proprio impianto industriale.

La paura di una nuova nocività ha dato vita ad un circolo positivo fatto di incontri per strada, qualche battuta, discussioni, ricerca di informazioni e anche un po’ di socialità che si era persa in questo lungo periodo di pandemia.

Insomma, da una situazione che si poteva e si doveva evitare sta nascendo non solo una risposta autorganizzata da parte della popolazione di Castelluccia ma, grazie anche al clima primaverile, una voglia di socialità “in presenza” che nessuna onda elettromagnetica sarebbe in grado di sostituire.

Mica male, di questi tempi.

Conoscendo bene le dinamiche elettorali marinesi, c’è da aspettarsi di tutto da parte di chi avrà interesse a cavalcare la mobilitazione di chi sta giorno e notte sbattendosi per evitare che la zona sia insidiata dalla SRB.

Starà ai cittadini che si stanno autorganizzando evitare che gli esponenti locali dei vari partiti li dividano promettendo loro un “miracoloso” intervento, dopo che la legge Gasparri (centro-destra) ha fatto si che le antenne fossero assimilate ad opere primarie come le fogne e né il centro-sinistra, né i cinquestelle hanno minimanente pensato a cambiare tale legge, origine di tutti i mali.

Anzi, nel 2018, con al governo M5S e Lega, è avvenuta la vendita delle frequenze per il 5G ai gestori telefonici che ha fruttato oltre 6 miliardi di euro allo Stato. E’ ovvio quindi che sia la legislazione, sia le azioni di istituzioni e rappresentanti delle stesse debbano garantire alle multinazionali come ILIAD di poter installare quel che vogliono.

La delibera di giunta comunale con cui, in fretta e furia, il Comune di Marino si è apprestato un anno fa ad aderire alla “Alleanza contro il 5G” è una dichiarazione di intenti, peraltro molto ambigua, che in realtà non è nulla di operativo.

Gli atti concreti, infatti, sono stati l’autorizzazione paesaggistica rilasciata a dicembre 2019, l’intervento dei vigili urbani in questi giorni che hanno minacciato sanzioni contro i cittadini e il progetto preliminare del “piano antenne” appena approvato e di cui avremo modo di scrivere in un articolo dettagliato a breve.

Se la capacità di mantenere alta l’attenzione e di costruire partecipazione sarà quella già in atto, allora ci sarà la possibilità di risparmiare il territorio dall’installazione di una nuova nocività ambientale.

Come infatti è successo a S.Maria delle Mole, dove in zona Green House, in piena notte è stato installato un sistema di antenne alto 36 metri e che è stato sequestrato ed ora è sotto ordine di demolizione grazie al pronto intervento dei cittadini. Anche di questo ci occuperemo prossimamente.

L’Assemblea contro la cementificazione fa notare che adesso si stanno evidenziando anche le contraddizioni tra gli interessi di chi gioca al monopoli su un terreno agricolo divenuto un sito per un impianto nocivo e le agenzie immobiliari che chiedono ai cittadini di rimuovere gli striscioni perché gli acquirenti devono rimanere ignari della situazione.

Bell’esempio di imprenditorialità nostrana, non c’è che dire.

In mezzo a questi “giochetti”, purtroppo e per fortuna, un sacco di gente che non ci sta a mettere a rischio la propria salute perché qualcuno, senza farsi troppi problemi, ha la bava alla bocca e non vede l’ora di chiudere i propri affari.

Anzi, a maggior ragione in un contesto di sanità territoriale ai minimi termini grazie ai tagli effettuati in tanti anni, c’è maggiore attenzione da parte di (quasi) tutti per evitare inutili ulteriori rischi per la salute.

Seguiranno aggiornamenti sulla mobilitazione, sul piano antenne comunale e sulla SRB del Green House.

Intanto, pensiamo sia il caso che tutti vedano di persona cosa sta accadendo e quale è la risposta della popolazione.

Anche perché, finora, nessun organo di informazione si è degnato di farlo.