COMUNICATO: FERMARE I PALAZZINARI, LA VERA EMERGENZA
L’Assemblea contro la Cementificazione di Marino ha elaborato un “dossier” di 12 pagine riguardante i progetti di devastazione e saccheggio del territorio a vantaggio degli speculatori immobiliari che, in accordo con alcuni partiti politici, hanno pianificato una colata di 1,3 milioni di metri cubi di cemento per 12.500 nuovi facoltosi abitanti su un’area di 160 ettari di Agro Romano, di pregio paesaggistico e ricca di ritrovamenti archeologici.
In questi giorni è in distribuzione e a breve sarà pubblicato su stopcemento.noblogs.org.
Tra i progetti approvati nel 2011, c’è anche quello di un centro commerciale tra i più grandi d’Italia: 100.000 metri cubi, di fronte al Gotto d’Oro. I “clienti” di tale eco-mostro saranno garantiti dai circa 5.000 abitanti del progetto di edilizia residenziale “Ecovillage”. E’ questo “lo sviluppo del territorio” che vorrebbe essere imposto alla già numerosa popolazione delle frazioni di Marino.
Dall’approvazione di questi progetti, i comitati locali si sono da subito opposti mobilitandosi sul territorio e presentando diversi ricorsi al TAR, i quali però non sono ancora stati discussi dall’organo di giustizia amministrativa che dispone di tutti gli elementi necessari a imporre l’annullamento degli atti sin dal 2012.
Lo stesso TAR sollecitato dai costruttori ha invece dato udienza ed emesso sentenze se i proponenti dei ricorsi sono i soggetti che giocano a un “Monopoli” poco divertente, che rischia di portare da 45.000 a quasi 60.000 gli abitanti marinesi, con tutte le nefaste ricadute del caso: dalle criticità delle falde acquifere, alla viabilità, dalla cementificazione del suolo, allo smaltimento dei rifiuti e la distruzione di un intero quadrante di Agro Romano.
Il 19 luglio il TAR discuterà il merito del ricorso presentato da numerose società coinvolte negli affari del Masterplan. Esse chiedono l’annullamento di due delibere comunali, approvate nel 2018, che sospendono l’efficacia del “protocollo di intesa” e dei “Piani Integrati”. Inoltre, citano il comune di Marino e la Regione Lazio per una somma di quasi 300 milioni di euro di indennizzo.
L’Assemblea contro la Cementificazione ritiene necessario annullare o revocare tutti gli atti prodotti negli anni precedenti che hanno provocato questa situazione. Vale la pena ricordare che se sul fronte amministrativo la palla è al TAR, sul fronte penale lo scorso anno la magistratura ha svelato i legami tra i costruttori (Parnasi, titolare del progetto Ecovillage) e i politici locali locali e regionali (Palozzi, Forza Italia e Civita, PD) con il faccendiere che doveva limare alcune situazioni proprio qui a Marino (Lanzalone, Cinque Stelle).
Gli elementi ci sono tutti per rispedire ai mittenti le richieste di indennizzo che, anzi, dovrebbero andare a carico, ad esempio, delle società che hanno costruito diversi abusi edilizi certificati nel comprensorio “La Casa nel Parco” nella zona archeologica di “Mugilla” a S.Maria delle Mole.
Queste società, pur perdendo il ricorso al TAR contro il comune di Marino lo scorso anno, il quale aveva imposto loro lo stop ai lavori nel 2017 dopo la presentazione di diversi esposti da parte dell’Assemblea, hanno clamorosamente potuto proseguire nella costruzione di 8 palazzine in spregio a tale vittoriosa sentenza.
L’ampliamento del Parco Regionale dell’Appia Antica, approvato in pompa magna lo scorso ottobre, ha inoltre aggirato tale nuovo agglomerato di case pur essendo lo stesso all’interno dell’area archeologica. Fino a quando la zonizzazione e il piano d’assetto non saranno approvati, i 1000 ettari in più di cui dispone il Parco saranno tutelati da non edificabilità, ma tale provvedimento resta comunque provvisorio e non garantisce nulla in futuro.
Una nota infine sui legali dei costruttori che citano addirittura la Costituzione a tutela degli interessi dell’iniziativa economica privata “dimenticando” che tale articolo così prosegue “Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale[…]”. Gli interessi delle società speculatrici e devastatrici del nostro territorio sono l’esatto opposto di qualsiasi forma di “utilità sociale”. A fronte di un calo demografico generale e di numerosi appartamenti lasciati sfitti, si vuole continuare a distruggere per sempre interi quadranti di territorio.
Quale è la logica se non quella di generare una situazione speculativa, da un lato, e di emergenza abitativa dall’altro, come abbiamo visto in questi giorni con lo sgombero di centinaia di famiglie che non possono permettersi di pagare un mutuo o un affitto ?
Marino, 18 luglio 2019
Assemblea contro la Cementifcazione — http://stopcemento.noblogs.org –- stopcemento@inventati.org
Comunicato – 18 luglio in PDF