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INTIMIDAZIONI E REPRESSIONE NON FERMANO LA LOTTA CONTRO LA DISCARICA DI ALBANO

LA LOTTA PER LA CHIUSURA DELLA DISCARICA DI RONCIGLIANO PROSEGUE, NONOSTANTE INTIMIDAZIONI E REPRESSIONE

Al compimento del mese di presidio contro l’ordinanza Raggi e dopo venticinque giorni di sversamenti di spazzatura romana nella discarica di Albano-Roncigliano, la questura di Roma emana un “foglio di via” della durata di 6 mesi per un nostro compagno del “Coordinamento contro l’inceneritore” preannunciandogli anche una denuncia per “blocco stradale” ed “interruzione di pubblico servizio”.

La questura ricorre banalmente al più ottuso dei provvedimenti repressivi per contrastare una protesta autenticamente popolare contro la prepotenza commissariale che va ben oltre le norme e la realtà dei fatti.

Prepotenza che si aggiunge a prepotenza senza timore di sprofondare nel ridicolo più totale.

Attribuire un provvedimento di questo tipo ad un compagno sempre presente in 14 anni di lotta e che abita a pochi km dal sito di Roncigliano, anche se in un comune diverso, ma contiguo alla discarica rimasta aperta fino all’incendio del 2016, sembra essere un chiaro messaggio intimidatorio verso tutti/e quelli/e che stanno generosamente partecipando al presidio e alle altre numerose iniziative che hanno come obiettivo la chiusura definitiva della discarica.

Va precisato che il questore di Roma cita nella sua ordinanza precedenti per “rissa”, “resistenza a pubblico ufficiale” e addirittura “violazione della normativa in materia di armi” che sono menzogne inventate di sana pianta per le quali si sta valutando di chiamarlo a rispondere nelle sedi opportune oltre ovviamente a ricorrere immediatamente contro il suo provvedimento “di via”.

Si vuole dare in pasto all’opinione pubblica una persona che, secondo le motivazioni scritte, si “trattiene ad Albano al solo scopo di commettere azioni delittuose” in quanto “non vi svolge alcuna attività lavorativa regolare”.

Falsa anche questa ultima affermazione, a meno che non sia reato essere assunti da precario guarda caso proprio ad Albano e trovarsi dal 30 giugno scorso disoccupato, in attesa di tempi migliori.

Il “foglio di via”, va ricordato, è un atto che ha origine nella legislazione fascista e si vorrebbe ora applicare a chi è attivo nelle lotte sociali secondo quella logica poliziesca che ragiona ritenendo ogni conflitto il frutto dell’azione esterna e sovversiva di donne e uomini tendenti “per natura” al subbuglio.

Se poi per “azioni delittuose” si intende il rallentamento dei TIR per lo sversamento dei rifiuti che inquinano tutta la zona, di sicuro non lo ha fatto solo il nostro compagno e non c’è di certo da vergognarsene.

Alla faccia della “transizione ecologica” e della famigerata “green economy”, il Comune di Roma, assistito dalla Regione Lazio, non trova di meglio da fare che continuare la ricerca di buche dove sversare l’enorme mole di rifiuti indifferenziati di ogni genere causando gravi danni per l’ambiente e la salute dei cittadini.

Forse, e sottolineiamo il forse, le “azioni delittuose” potrebbero essere meglio ricercate da chi di dovere e che invece, continua a garantire con l’uso della forza pubblica e, a questo punto, con provvedimenti e denunce lo scempio contro cui ci stiamo opponendo, peraltro ignorando ad esempio l’interdittiva antimafia che ha coinvolto diverse società responsabili della discarica attuale di quella di Malagrotta, tutte riconducibile al noto “imprenditore” Manlio Cerroni.

Senza la presenza costante di decine di agenti, probabilmente la popolazione presente avrebbe già rispedito verso il Campidoglio tutti i TIR carichi di immondizia.

Continuiamo la mobilitazione e le iniziative, tra le quali il presidio venerdì 3 settembre sotto la Regione Lazio (piazza Oderico da Pordenone) dalle ore 10.30 e la costruzione di una manifestazione quanto più partecipata possibile ad Albano per la prossima settimana per ribadire il concetto che la discarica va definitivamente chiusa e che ogni forma di intimidazione e repressione non ci farà arretrare mai, neanche di un solo passo.

COORDINAMENTO CONTRO L’INCENERITORE DI ALBANO – 1 settembre 2021

https://noinceneritorealbano.noblogs.org  

Comunicato no inc foglio di via – def – 1 settembre 2021

SABATO 24 LUGLIO: MANIFESTAZIONE AD ALBANO

SABATO 24 LUGLIO, ORE 18.00

MANIFESTAZIONE AD ALBANO

(ritrovo in piazza S.Pietro)

“CHIUDERE LA DISCARICA DEFINITIVAMENTE,

RISPEDIAMO L’ORDINANZA RAGGI AL MITTENTE!”

Il settimo invaso della discarica di Roncigliano va chiuso e non riempito ulteriormente al ritmo di 1.100 tonnellate al giorno.
L’Autorizzazione Integrata Ambientale del 2009 non può essere derogata perchè già ampiamente scaduta, estinta.
Perché ci sono gli idrocarburi nella falda.
Perché la falsa bonifica è fallita.
Perché il sito di Roncigliano è inagibile e chiuso dal 2016, quando un incendio distrusse l’impianto di Trattamento Meccanico Biologico.
LIBERIAMOCI DA DISCARICHE, INCENERITORI E BIOMETANO
AD ALBANO E DA QUALUNQUE ALTRA PARTE
COORDINAMENTO CONTRO L’INCENERITORE DI ALBANO
https://noinceneritorealbano.noblogs.org

PIANO ANTENNE E AREE DI NUOVE INSTALLAZIONI: 20 LUGLIO NUOVO INCONTRO CON L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

Pubblichiamo un nostro studio riguardante il “Piano Antenne” (la cui sigla è “P.R.A.E.E.T.” e la ditta che lo ha redatto si chiama “P.R.A.E.E.T. srl”) che il Comune di Marino si appresta ad approvare in sede di Consiglio Comunale.

Di seguito, una nostra “sintetica” analisi di 2 paginette, corredata da una mappa di tutti gli impianti di telefonia mobile già presenti, le aree di ricerca per nuove installazioni, le aree “suggerite” dal Comune ai gestori e la localizzazione di scuole e ospedali.

Negli altri allegati in PDF a fondo pagina ci sono:

  • le localizzazioni con gli indirizzi di tutto ciò che è riportato visivamente nella mappa (impianti, aree di ricerca per nuove installazioni, aree preferenziali indicate dal Comune)
  • i 24 punti che abbiamo individuato come “critici” all’interno del “Piano Antenne” in via di approvazione
  • il confronto di tutti gli articoli del “Regolamento” che il Comune di Marino si appresta a votare con la versione precedente, approvata dalla Giunta Comunale a febbraio, e con il regolamento in vigore ad Albano il quale è stato redatto dalla stessa ditta

Assemblea contro la Cementificazione

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IL PIANO ANTENNE DEL COMUNE DI MARINO
NON TUTELERA’ LA POPOLAZIONE
DAGLI INTERESSI DI GESTORI, IMPIANTISTI E LOCATORI

A breve il Comune di Marino approverà in Consiglio Comunale il “P.R.A.E.E.T.”, cioè il “Piano Antenne”.

Esso non vieterà l’installazione su tutto il territorio di nuove antenne (chiamate S.R.B., Stazioni Radio Base) qualora i gestori telefonici, tramite le ditte di installazione, decidessero di mettersi d’accordo privatamente con i locatari di terreni ed immobili.
Infatti, la ditta “P.R.A.E.E.T. Srl” (si chiama come il “Piano Antenne”) di intesa con il dirigente comunale all’urbanistica e con la Giunta Comunale ha individuato ben 14 “Aree Preferenziali” dove “suggerisce” ai gestori telefonici le aree dove posizionarsi per nuovi impianti S.R.B.

Purtroppo, la legge nazionale 36/2001, nota come “Legge Gasparri”, approvata dall’allora centro-destra e mai cambiata da centro-sinistra e Cinquestelle, assimila le antenne ad opere primarie di urbanizzazione, come le fogne. Quindi è veramente difficile opporsi alla costruzione di una “Stazione Radio Base”, anche in prossimità di scuole, asili ed ospedali.

Però qui a Marino, in particolare a Castelluccia (via delle Molette) e a S.Maria (Green House) da molti mesi i cittadini si sono organizzati e stanno lottando con tenacia contro due nuovi impianti: a Castelluccia per il momento non hanno “piantato un chiodo” mentre a S.Maria hanno installato il “palo” ma non la cabina, in quanto l’area è stata posta sotto sequestro. E per fortuna si tratta di due aree che il “P.R.A.E.E.T.” non prevede
neanche come quelle idonee per le “Stazioni Radio Base”. Tutto ciò a dimostrazione dell’inutilità di tale strumento di regolamentazione quando gli interessi privati trovano una loro convergenza ma anche a sostegno del fatto che la capacità di mobilitazione a volte può bloccare tali scempi che mettono a rischio la salute.

Sono stati censiti attualmente 13 Impianti Tecnlogici (I.T.) che ospitano un totale di 24 Stazioni Radio Base (SRB): 9 di Vodafone, 7 di TIM, 6 di Wind/3 e 3 di Iliad (per un totale di 25, se abbiamo fatto bene i conti).

Le “Aree di Ricerca”, cioè quelle zone su cui i gestori vogliono installare nuovi impianti, sono in totale 21: 10 Iliad, 8 TIM, 3 Vodafone mentre Wind/3 non le ha comunicate (e quindi il totale potrebbe sfiorare le 30 aree)

Minore è il numero di Impianti Tencologici di un gestore, maggiore saranno le sue Aree di Ricerca: Iliad ne possiede solo 3 e quindi ne sta cercando altre 10. Viceversa, Vodafone ne ha già 9 e ne sta cercando solo altre 3.

Il Comune di Marino ha individuato, a fronte di 21 ricerche (più quelle mancanti di Wind/3), 14 Aree Preferenziali: 8 su Impianti Tecnologici già esistenti e 6 su zone totalmente libere.

Questo significa in parole semplici che il Comune “invita” le compagnie a sistemarsi sui pali di 8 impianti già esistenti aumentando così di fatto l’elettrosmog in tutta l’area circostante oppure a realizzare il nuovo impianto in 6 zone finora libere da questa “necessità”.

Tra le cose peggiori è che all’inutilità del “P.R.A.E.E.T.” per quanto concerne l’impossibilità di imporre divieti di installazione si somma il regolamento in via di approvazione dal Comune. Lo abbiamo infatti confrontato con quello in vigore ad Albano ed elaborato dalla stessa ditta, la quale è beneficiaria di 24.000 euro per il lavoro finora svolto.
Il regolamento che si vuole approvare qui a Marino è totalmente sbilanciato a favore degli interessi delle compagnie telefoniche e delle ditte di impiantistica ed, inoltre, nella sua sua versione più recente è addirittura stato “certosinamente” peggiorato rispetto al preliminare approvato a febbraio.

Ad esempio, mentre a febbraio non potevano essere costruiti impianti telefonici a meno di 50 mt di distanza da scuole, asili e ospedali adesso sarà possibile farlo. Non basta: sarà possibile farlo anche dentro le scuole e gli ospedali o i parchi gioco, nonostante siano stati dichiarati “siti sensibili”.

Ad Albano i gestori sono obbligati a installare e pagare centraline di monitoraggio che pubblicano ogni giorno i dati di inquinamento elettromagnetico prodotto su tutti gli impianti esistenti.

A Marino la rete di monitoraggio non viene invece loro imposta.

La costituzione di un Gruppo Tecnico Volontario non servirà a nulla: esso è infatti solo un organo consultivo e non ha potere decisionale ma esprime solo un parere obbligatorio. E riguarda tutti i GTV di tutti i comuni.
Ad Albano ne fanno però parte anche tecnici di ARPA, USL e Soprintendenza dei Beni Archeologici. A Marino, nel regolamento di febbraio, hanno depennato la Soprintendenza. Nell’ultima versione il Comune esclude anche ARPA e USL. Facciamo tutto “tra di noi”. A febbraio il Gruppo Tecnico Volontario veniva investito della competenza di promuovere e organizzare attività di informazione didattica nelle scuole del territorio. A luglio questa possibilità è stata cancellata.

L’aspetto forse più grave che il Comune di Marino sta per sancire nel regolamento in approvazione tra poche settimane è quello che esso vieta la pubblicazione delle caratteristiche tecniche degli impianti tecnologici.
Ad Albano invece alcune di esse, quelle principali, vengono rese pubbliche a beneficio dei cittadini.

Ci sono anche altre norme che confrontandole con quelle del vicino Comune di Albano o con il regolamento approvato in via preliminare sono state cancellate o stravolte.
Abbiamo fatto un confronto dettagliato al quale vi rimandiamo con uno specifico allegato evidenziando 24 criticità.

Così come abbiamo realizzato una mappa con tutte le aree interessate dai gestori telefonici e un elenco quanto più preciso degli indirizzi in cui esistono o esisteranno Stazioni Radio Base.

Vi invitiamo a prendervi un po’ di tempo per leggerli e diffonderli.
Questo Comune rischia quello che rischiano tutti gli altri: a seguito della necessità dello sviluppo di nuove tecnologie, principalmente utili per questioni superficiali e comunque per interessi di mercato, si rischia seriamente di vivere in territori dove le emissioni elettromagnetiche antropiche giornaliere saranno notevolmente superiori a quelle già presenti.

E infatti il Parlamento si appresta ad aumentare di ben 10 volte i limiti tollerati, da 6 Volt al metro a oltre 60.

Alla faccia di tutto quello che si sta passando con la pandemia: la salute viene dopo il profitto, è questo il messaggio.

In rete si trovano molti studi sulla nocività delle onde elettromagnetiche e a breve ne evidenzieremo alcuni.
Vale la pena ricordare che i gestori stanno continuando ad impiantare antenne per la trasmissione anche in 3G, 4G, 4G+ e 4,5G oltre al “famoso” 5G. Sostanzialmente ogni gestore si vuole costruire una propria rete di telecomunicazione. Se, ad esempio, esistesse un gestore unico monopolista l’inquinamento elettromagnetico
dovuto alle S.R.B. diminuirebbe notevolmente. Il libero mercato invece fa mettere a profitto i terreni e gli immobili dei locatari, con grave danno per la salute e l’economia della popolazione delle aree limitrofe.

Non c’è tempo da perdere.

Occorre informarsi ed impedire che gli interessi dei privati creino un regolamento a tutto loro vantaggio nonché una serie di infinite diatribe nel vicinato interessato dalla speculazione commerciale degli operatori.

A livello generale, il Decreto Semplificazioni approvato da centro, destra, sinistra e cinquestelle è un altro regalo ai gestori telefonici che ricadrà negativamente sulle tutele per tutta la popolazione. Ecco quali sono le “nuove occasioni” che la pandemia crea: un’accelerazione per gli affari delle multinazionali, che si sommano alla fine del blocco dei licenziamenti e alla fine del blocco degli sfratti. Tutto a vantaggio della rendita
economica, a discapito della vita delle persone.

Possedere un telefonino, un autoveicolo, prendere un areo l’anno o gettare immondizia non significa dover accettare che da 13 siti telefonici si possa arrivare a 40, vedere la stradina sotto casa trasformata in tangenziale, accettare che l’aeroporto di Ciampino sia passato da 30 voli istituzionali a 200 voli commerciali oppure costruire discariche e inceneritori perché non si vogliono ridurre le produzioni di merce.

Assemblea contro la cementificazione di Marino – http://stopcemento.noblogs.org – stopcemento@inventati.org

ALLEGATI

[01] Documento di Sintesi – Assemblea contro la Cementificazione

[02] Punti di Criticità del Regolamento P.R.A.E.E.T. – Assemblea contro la Cementificazione

[03] Tabella delle Aree Preferenziali, delle SRB esistenti e delle Aree di Ricerca – commenti al PRAEET – Assemblea contro la cementificazione

[05] Confronto puntuale tra regolamento di Albano, regolamento preliminare di Marino e bozza di luglio – Assemblea contro la Cementificazione

LA DISCARICA DI ALBANO DEVE ESSERE CHIUSA. PER SEMPRE.

Riportiamo il comunicato del “Coordinamento contro l’inceneritore di Albano” sulla vicenda che vede la sindaca di Roma dotarsi di super-poteri che, secondo lei, le consentirebbero di riaprire la discarica di Roncigliano (frazione del Comune di Albano) perché in 5 anni di amministrazione non è minimamente riuscita ad organizzare un minimo di raccolta differenziata.

 

 

Ieri 1 luglio 2021,  come Associazione contro tutte le nocività – Coordinamento No Inc, Alternativa Sostenibile, Comitato Risanamento Ambientale, Coordinamento Energia Rifiuti Lazio, nel corso di una video riunione, abbiamo richiesto al direttore regionale dott. Vito Consoli, subentrato di recente al posto dell’inquisita ing. Flaminia Tosini, di valutare e fornirci risposte sulla serie di anomalie e forzature delle procedure amministrative formulate nelle determinazioni regionali del 31 ottobre 2019  e del 5 ottobre 2020 a firma della stessa dirigente.

Atti grazie ai quali la validità dell’Autorizzazione Ambientale (AIA) del 2009, benché dichiarata defunta nel 2019 è stata protratta fino all’ottobre 2024 e poi volturata alla soc. ColleVerde per il TMB e alla soc. Ecoambiente  per il VII invaso.

Con la conseguenza che in questo momento il VII invaso è disponibile per ingoiare rifiuti e permette a una qualsiasi Raggi di tentare l’operazione.

Al riguardo abbiamo chiesto risposte sull’avvenuto deposito o meno dei documenti richiesti dalla Regione alla soc. Ecoambiente entro il 5 aprile 2021ai fini della voltura dell’AIA, in caso contrario la determina del 5 ottobre 2020 dovrebbe essere dichiarata decaduta.

Abbiamo infine chiesto al dott. Consoli di intervenire sull’altra anomalia, grazie alla quale l’Arpa Lazio, a fronte dell’accertato e continuato inquinamento organico delle falde, esegue controlli solo biennali e solo su quattro pozzi anziché su tutti quelli presenti nel sito. Benché sia formalmente aperto un procedimento di bonifica, non se ne vedono i segni, come non li abbiamo visti nella bonifica farsa del 2016.

Non abbiamo avuto risposte ma solo ascolto e disponibilità a studiare atti e documenti, mentre non aspetta e incombe la minaccia dell’ordinanza Raggi incurante del suo palese conflitto di interessi  e dei disastri dei piani rifiuti capitolini.  

Sabato 13 marzo, ore 10.30, di nuovo in piazza ad Albano!

13 marzo 2021 – Presidio No INC ad Albano No biogas No biometano – in PDF

PRESIDIO CONTRO L’IMPIANTO RIFIUTI-BIOMETANO A CECCHINA-RONCIGLIANO

SABATO 13 MARZO –  ORE 10,30 –  PIAZZA S. PIETRO ALBANO

E’ il caso di cominciare a far vedere l’opposizione alla messa a profitto del nostro territorio tramite l’uso dei rifiuti con la presenza di esseri umani in carne ed ossa.

L’impianto proposto, sempre nel sito della discarica viene presentato come gioiello della transizione verde.

Benchè il signor industriale abbia già modificato il progetto originario, utilizzando la forsennata corsa alle osservazioni presentate anzitempo, cancellando il modulo REMAT (recupero materia) proposto in pieno vincolo del fosso di Valle Caia, rimane la sostanza: decine di mezzi pesanti ogni giorno trasporteranno le 120.000 tonnellate anno, 400 t giorno da stoccare nell’area devastata da 40 anni di discarica e TMB, tenere in piedi la fermentazione nei digestori, estrarre il metano dal gas
sporco così prodotto, portarlo a liquefazione e raccoglierlo in bombole, come l’anidride carbonica. Il signor Cesaro dopo aver incassato congrui incentivi continuerebbe a fare cassa con la vendita di metano e C02, gli rimarrebbe da pagare il gas fossile Snam che brucerebbe per alimentare la fermentazione.

Il cerchio si chiuderebbe ancora una volta sulla pelle delle solite nostre popolazioni.

Per questo non può bastare fare conferenze telematiche e far volare pezzi di carta.

Serve l’impegno visibile in prima persona, quello che ha impedito la costruzione dell’inceneritore e che ha spinto tutte le amministrazioni ad adottare una raccolta differenziata che, bene o male, ha dimostrato come per trattare i rifiuti si può fare a meno di discariche, TMB e mostri industriali vari.

Coordinamento contro l’inceneritore di Albano

http://noinceneritorealbano.noblogs.org

11esimo DISCAMPING “NO INC” – SABATO 5 E DOMENICA 6 SETTEMBRE

L’ASSEMBLEA CONTRO LA CEMENTIFICAZIONE INVITA TUTTI/E A PARTECIPARE ALLA CONSUETA INIZIATIVA ORGANIZZATA DAL “COORDINAMENTO CONTRO L’INCENERITORE DI ALBANO”, PRESSO IL “VILLAGGIO ARDEATINO”. ORA E SEMPRE CONTRO OGNI NOCIVITA’!

11° DISCAMPING CONTRO DISCARICHE, INCENERITORI

BIOMASSE, BIOMETANO, PER UNA SANITA’PUBBLICA

LIBERATA DAGLI SFRUTTATORI PRIVATI

Dopo l’ordinanza della Regione Lazio dell’ottobre scorso che trasferisce alla ColleVerde SRL di Cristiano Cesaro l’autorizzazione già della Pontina Ambiente, incombe su tutta l’area circostante la discarica e il TMB di Roncigliano la realistica possibilità di altri 20 anni di traffico e trattamento di rifiuti. La recente approvazione del nuovo piano regionale dei rifiuti che dovrebbe prevedere il superamento dei TMB, di fatto consente di prorogare all’infinito il sistema discariche inceneritori con l’opzione forte per gli impianti biogas biometano rappresentata bene dal futuro maxi-impianto di Colleferro.

D’altra parte sia per Roncigliano che per Guidonia la dirigente Tosini indica nel 2024 la validità dell’AIA dei due TMB, cosa che va nella direzione ricordata. Che dal 2015 fosse aperta una conferenza dei servizi per la revisione dell’AIA del complesso TMB/DISCARICA della Pontina Ambiente e che quest’ultima, come tutto il gruppo COLARI, sia sottoposta dal 2014 ad interdittiva antimafia è tranquillamente accantonabile sia da parte della Regione che dai tribunali.

Il TAR LAZIO E IL CONSIGLIO DI STATO hanno respinto la richiesta del Comune di Albano di sospensione cautelativa dell’ordinanza regionale, ora bisognerà attendere il giudizio di merito e noi siamo in causa, ma la magistratura con diverse sentenze penali e amministrative ha fatto capire di essere nelle braccia degli speculatori della “monnezza”, quelli stessi che “chiudono il ciclo dei rifiuti”coi bei falò della ECOX di Pomezia o della LOAS di Aprilia. Gli incendi a ripetizione si sposano con l’inquinamento delle falde e alimentano l’aggressione alla salute delle popolazioni.

Nelle nostre ultime iniziative per il rilancio della sanità pubblica abbiamo insistito nel denunciare l’incidenza delle patologie oncologiche nelle aree prossime alla discarica, per sostenere un adeguato rafforzamento del dipartimento di prevenzione e per fare dell’ARPA un adeguato presidio della salute pubblica piuttosto che l’attuale ente per cui tutto va bene madama la marchesa.

NON SI TRATTA SOLO DI DARE CONTINUTA’ ALLA MOBILITAZIONE POPOLARE MA DI RILANCIARLA IN MODO ADEGUATO.

SABATO 5 SETTEMBRE ORE 18,00 ASSEMBLEA AL VILLAGGIO ARDEATINO SU RIFIUTI E DINTORNIKM 24,5 VIA ARDEATINA; ORE 20,30 CENA SOCIALE PER CASSA LEGALE C/O TRIPOLINI,                  VIA VILLAGGIO ARDEATINO 16

DOMENICA 6 SETTEMBRE ORE 18,00 ASSEMBLEA SANITA’ RM6 – KM 24,5 VIA ARDEATINA; ORE 20,30 CENA SOCIALE C/O TRIPOLINI

COORDINAMENTO CONTRO INCENERITORE DI ALBANO

Venerdì 28 febbraio, presidio alla Regione Lazio per la chiusura della discarica di Roncigliano

https://noinceneritorealbano.noblogs.org/post/2020/02/24/venerdi-28-febbraio-presidio-alla-presidenza-dellaregione-lazio-via-rosa-raimondi-garibaldi-7-garbatella-h-10-30/

Venerdì 28 febbraio, Presidio alla presidenza della Regione Lazio, via Rosa Raimondi Garibaldi 7, Garbatella, h 10.30

PARTENZA PULLMAN ore 9,30 DAL VILLAGGIO ARDEATINO

Andiamo a rivendicare la revoca/sospensione dell’ordinanza regionale del 31 ottobre scorso con la quale la ing.a Flaminia Tosini ha trasferito l’autorizzazione Integrata Ambientale dell’impianto meccanico biologico di Roncigliano dalla Pontina Ambiente di Cerroni alla Colle Verde srl di Cristiano Cesaro. Questo atto consentirebbe al signore ultimo arrivato di trattare rifiuti per i prossimi 20 anni e oltre, in un territorio che, a partire dall’incendio del TMB avvenuto il 30 giugno 2016, ha dimostrato di saper fare a meno di TMB, discarica e inceneritore.

Chiederemo come, vigente l’interdittiva prefettizia antimafia del 22 marzo 2014, la Regione Lazio abbia potuto pensare di prorogare l’AIA del 2009 per il solo fatto che la Pontina in quella data aveva aggiornato la fidejussione per l’impianto.

Chiederemo come, in presenza di un atto che impedisce ogni rapporto con la P.A., la Pontina dopo il marzo 2014 abbia potuto continuare a svolgere un servizio essenziale dei 10 comuni dei Castelli e riscuotere le relative spettanze, nonché partecipare alle varie conferenze dei servizi al Comune di Albano e alla Regione Lazio dopo gli sforamenti molteplici dei limiti per gli inquinanti nelle falde nell’area Cancelliera – Villaggi Ardeatini.

Nella giostra delle leggi che regolano la validità dell’AIA è difficile raccapezzarsi ma una cosa è chiara: il 13 agosto 2019 sono trascorsi 10 anni dall’AIA del 13 agosto 2009 e la voltura alla Colle Verde dell’ottobre scorso è arrivata fuori tempo massimo.

All’atto dell’apertura della revisione dell’AIA per mano della stessa Tosini e nelle successive sedute fino al maggio del 2016 tutti convenivano sul fatto che il TMB della Pontina era una grossa fonte di guai da non riproporre. Il fatto che oggi si pretenda di ripristinarlo ante incendio è un abominio, ancora di più ora che le migliori tecnologie da adottare (BAT) sono cambiate proprio nel 2018 per Direttiva Europea recepita.

A distanza di 6 anni  dal rapporto ARPA DEL 2014, che elencava 19 violazioni delle prescrizioni AIA, il quadro gestionale del sito di Roncigliano non è cambiato se non per il fatto che il capannone del TMB è distrutto per metà.

LA REGIONE DEVE RITIRARE L’ORDINANZA DEL 31 OTTOBRE SCORSO, IL SITO DI RONCIGLIANO VA CHIUSO E BONIFICATO, VA IMPEDITO QUALUNQUE NUOVO IMPIANTO A CALDO CHE TRATTI RIFIUTI.

Coordinamento contro l’inceneritore di Albano

Incontro pubblico su rifiuti e cemento alla Biblioteca Popolare di S.Maria delle Mole

Nel territorio in cui viviamo è da anni in corso una vasta cementificazione che mette insieme gli interessi imprenditoriali e quelli dei partiti politici. Il TAR del Lazio ha dato ragione ai costruttori che avevano presentato ricorso contro alcuni provvedimenti del consiglio comunale di Marino. Lo stesso tribunale che in 8 anni non ha voluto esprimersi sui ricorsi presentati dai comitati cittadini che lottano contro il progetto da un milione di metri cubi di cemento. A pochi passi da qui, lungo la via Ardeatina, l’impianto TMB della discarica di Roncigliano andato a fuoco nel 2016 rischia di essere riattivato grazie ad una nuova autorizzazione regionale mentre le buche della “Ecofer” alla Falcognana vengono indicate come possibili siti per i rifiuti della città di Roma, in eterna emergenza

Già nel 2013 una grande mobilitazione popolare, con 10.000 persone in corteo al centro di Roma, riuscì a fermare il primo tentativo di rendere la “Ecofer” la discarica che avrebbe sostituito la famigerata Malagrotta.

Nel frattempo, la lotta contro l’inceneritore, il TMB e la discarica di Roncigliano non si è mai fermata ed ha visto 500 persone manifestare ad Albano lo scorso 7 dicembre.

I partiti in continua campagna elettorale cercano invece visibilità proponendo gli inceneritori come soluzione e intervengono contro la “Ecofer” solamente perché nelle adiacenze ci sono i progetti di Parnasi e “DeA Capital” per quasi 25.000 nuovi abitanti: 12.500 al Gotto d’Oro e altrettanti a S.Palomba e Paglian Casale. Se a tutto ciò si aggiunge l’inquinamento dovuto agli aerei e il rumore causato dalle nuove rotte, il quadro sull’invivibilità del territorio si completa.

Che cosa sta accadendo ? Quali sono i soggetti che portano avanti progetti di devastazione dei territori ? Come organizzarsi per opporsi efficacemente e in tempo utile ?

Facciamo il punto della situazione parlandone insieme alla “Bibliopop”, venerdì 20 dicembre, dalle ore 18.00.

Assemblea contro la cementificazione e Biblioteca Popolare

http://stopcemento.noblogs.org — stopcemento@inventati.org

Manifesto 20 dic 2019 alla Bibliopop contro rifiuti e cemento in PDF

Dal corteo di Albano una risposta alle speculazioni che generano emergenze

RIFIUTI, AEREI E CEMENTO: LA POPOLAZIONE SI MOBILITA E NON SI PRESTA AGLI INTERESSI DEI PARTITI IN CAMPAGNA ELETTORALE

Sabato 7 dicembre circa 500 persone hanno partecipato al corteo organizzato dal Coordinamento contro l’inceneritore attraversando strade di Albano per protestare contro l’autorizzazione regionale che consentirà all’impianto di trattamento meccanico biologico di Roncigliano di tornare in funzione dopo l’incendio del giugno 2016. L’impianto TMB si trova all’interno della discarica lungo la via Ardeatina e quindi è presumibile che anch’essa torni a disposizione per continuare a essere riempita causando ulteriori danni in aggiunta ai suoi ormai 40 anni di attività.

L’Assemblea contro la Cementificazione di Marino ha partecipato al corteo, come in tutte le altre occasioni, insieme ad altre associazioni e movimenti di lotta del territorio per dare seguito all’idea di unire le forze contro ogni tipo di nocività come ben sintetizzato dallo striscione d’apertura: l’imprenditoria tricolore ed estera, in cerca di facili guadagni, vuole imporre i propri “progetti” nel quadrante di Agro Romano in cui viviamo e per farlo foraggia tutti i partiti dell’arco parlamentare, come già dimostrato da diverse inchieste tra le quali spicca la “nostra” Risorgimento con il costruttore Parnasi coinvolto insieme agli uomini di riferimento di Lega, PD, M5S e Forza Italia.

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Negli ultimi mesi i cambi delle traiettorie di decollo degli aerei e i ripetuti sforamenti negli orari notturni hanno provocato vive proteste da parte degli abitanti delle frazioni di Marino e di Ciampino, però il TAR, l’ENAC e AdR fanno fronte comune insieme alle compagnie aeree come la Ryanair e le soluzioni come i decreti ministeriali non vedono mai alcuna efficacia.

In queste ultime settimane si è riacceso il “gioco” del toto-discarica perché Roma è di nuovo in emergenza con la gestione dei suoi rifiuti. Non proprio una novità, si può dire. Per questo motivo la discarica di rifiuti pericolosi della società “Ecofer Ambiente” situata in via Ardeatina, nel comune di Roma in zona Falcognana ma confinante con il comune di Marino, è diventata una delle maggiori candidate ad ospitare centinaia di tonnellate quotidiane di rifiuti della capitale. Già nell’estate del 2013 ci fu questo rischio e solo la mobilitazione popolare , conclusasi con un corteo di 10.000 persone a Roma, riuscì a bloccare la creazione di una nuova Malagrotta. Però nel frattempo la “Ecofer” si è dotata di un terzo invaso, per una volumetria autorizzata insieme ai primi due di circa 2,2 milioni di metri cubi di rifiuti smaltibili ed ora questa nuova buca fa “gola” per i profitti che potrebbe generare ma anche perché potrebbe, temporaneamente, salvare i partiti politici al governo della Regione Lazio (cioè il PD) e garantire ad AMA un sito di smaltimento in vista della prossima chiusura della discarica di Colleferro. Così da evitare di peggiorare l’attuale consueto disastro che si vede ogni giorno all’interno della città di Roma. In questo caso però i 5 Stelle al Campidoglio e anche al governo nazionale andrebbero in difficoltà rispetto al loro elettorato dato che, da sempre, sono dichiaratamente contro discariche e inceneritori ma, da quando governano, continuano comunque ad utilizzarli per gestire i rifiuti capitolini magari fuori dalla vista dei cittadini romani, qualche km più in là come in Abruzzo.

In questo contesto, si inseriscono poi i movimenti dei partiti politici di opposizione: da Fratelli d’Italia alla Lega (sempre più “selfisti” con tutti i nomi ben elencati per ricordarseli al momento del voto), passando per Forza Italia, i quali provano a farsi campagna elettorale strizzando l’occhio ai comitati cittadini che si battono a difesa dei territori e della salute. Memorabile la scena del senatore Brunetta che si è incatenato per la durata record di ben 30 secondi al cancello della “Ecofer” per far convergere su di sé i riflettori di tutti i mezzi di informazione e che durante il presidio dei cittadini è intervenuto affermando senza vergogna che al “Nord Italia tutto funziona bene, i problemi sono solo qui da noi al Sud, c’è la terra dei fuochi in Campania e il termovalorizzatore di Brescia funziona benissimo”. Qualcuno di noi, presente a quel presidio, è intervenuto contestando le affermazioni del deputato e ha precisato che nel fantastico Nord Italia Brescia è in cima alla classifica delle città più inquinate d’Italia, grazie anche al contributo delle sue industrie e dell’inceneritore tanto caro a Brunetta ma contestato da oltre 40 comitati locali. Inoltre, sempre al Nord non si contano gli incendi negli impianti di stoccaggio dei rifiuti, anche pericolosi, e in ultimo tutti abbiamo visto le immagini di Venezia sommersa per oltre una settimana dal mare mentre il MOSE, costato oltre 5 miliardi di fondi pubblici, è solo la storia di una inutile grande opera che però almeno è stata utile ai colleghi della coalizione di centro-destra, come Galan, che si sono intascati oltre un miliardo di tangenti.

Bisogna quindi evitare di affidarsi a questi soggetti che solo perché residenti occasionalmente proprio nei pressi della “Ecofer” sostengono la vertenza ma in realtà fanno molti danni e, in passato, hanno spesso accusato comitati di altri territori di essere “egoisti” (o “nimby”, in inglese) usando la più violenta repressione e persecuzione, come nel caso dei No-Tav in Val di Susa. Anche qui da noi a Marino diversi politici locali che fanno comunella coi palazzinari, come già successo nel 2013, si stanno muovendo dicendo che “siamo tutti sulla stessa barca”, solo perché in realtà temono che i loro profitti basati sul mercato immobiliare e sugli 1,3 milioni di metri cubi di cemento contro i quali lottiamo da anni possano venir danneggiati dalla presenza dei rifiuti della “Ecofer”. A queste meschine manovre vanno sommate purtroppo altre due lottizzazioni per un totale di 11.000 possibili nuovi residenti e denominate “S.Palomba” e “Paglian Casale” che sono state approvate in questi ultimi anni dalle giunte romane e che ricadono lungo via Ardeatina proprio nella zona tra la “Ecofer” e la discarica di Roncigliano. In particolare, a S.Palomba, vicino Pavona-Cancelliera ci sono già diversi sbancamenti per i lavori di costruzione delle opere propedeutiche ai palazzi per 4.000 nuovi abitanti previsti per l’housing sociale approvato dalla giunta Raggi lo scorso anno. La Cassa Depositi e Prestiti garantirà 150 milioni di euro alla società “DeA Capital” per tale iniziativa: di “housing” ci sarà altro cemento, di “sociale” ci sarà la garanzia dei fondi pubblici, come al solito. Ricordiamo che la “DeA Capital” è la stessa società che, in accordo con Parnasi, prevede di costruire al Gotto d’Oro altri palazzoni per 4.000 nuovi residenti, per il progetto approvato dalla giunta Palozzi a Marino e da quella Polverini nel 2013 in Regione Lazio.

Infine, è notizia recente che il TAR ha di nuovo “colpito”: stavolta ha dato ragione ai palazzinari di Mugilla, la zona a ridosso delle scuole di via Maroncelli a S.Maria delle Mole, annullando le delibere comunali della giunta 5 Stelle di Marino che lo scorso anno affermavano la “sospensione dell’efficacia” sia del “Protocollo di intesa del 2011” che dei “PRINT” riguardanti il Masterplan da 1,3 milioni di metri cubi. A breve comunicheremo un’analisi più approfondita però si può già sostenere che il Tribunale Amministrativo Regionale ha fatto carta straccia dei provvedimenti comunali sostenendo le “ragioni” dei palazzinari senza aver neanche preso in considerazione i ricorsi dei comitati cittadini depositati ormai da 8 anni negli stessi uffici. Dovremo quindi presto dare una risposta concreta a questa presa di posizione che tutela gli interessi degli speculatori a danno della popolazione che vive nei territori delle frazioni di Marino.

Tutte queste continue emergenze sono causate e gestite sempre dagli stessi attori. Cerchiamo di non stare al loro gioco ma di organizzarsi davvero tra di noi per non farsi travolgere dai forti interessi economici che hanno individuato nel nostro quadrante di Agro Romano una zona per loro molto appetibile. E non abbocchiamo agli allisciamenti che i vari partiti in perenne campagna elettorale fanno durante le loro pubblicitarie apparizioni nelle occasioni dove la gente si raduna preoccupata da quanto sta accadendo.

Continuiamo ad invitare tutti/e ad ampliare la partecipazione alla lotta.

Assemblea contro la Cementificazione – riunione ogni lunedì alle 21.30 presso il CdQ di S.Maria delle Mole in via N.Tommaseo (adiacente alla scuola “Elsa Morante”)

Coordinamento contro l’inceneritore di Albano – riunione ogni martedì alle 21.30 presso la sede della circoscrizione a Cecchina, in via Rocca di Papa.

ps: un sentito ringraziamento a quanti da Magliano Sabino, Guidonia, Roma e dal resto della provincia hanno partecipato al corteo del 7 dicembre per cercare di unire le lotte. Per chi invece si è fatto l’ennesimo selfie elettorale con il proprio partituncolo fascistoide mezz’ora dopo la partenza del corteo nella stessa piazza da dove ci eravamo radunati non ci sono parole che descrivano bene la tristezza infinita nascosta dietro la solitudine dei sorrisi sfoggiati solo per fotografarsi. Da una parte le lotte, con centinaia di persone, dall’altra uno smartphone e qualche politico di professione o in cerca di uno strapuntino al prossimo giro di voti…

Discariche e Impianti di Trattamento: sabato 7 si torna in piazza

Sabato 7 Dicembre, Manifestazione contro il ritorno del malefico ciclo TMB-DISCARICA-INCENERITORE, ore 15.00, Piazza S.Pietro, Albano Laziale

La voltura dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale)  dell’agosto 2009 alla società ColleVerde srl affittuaria del TMB di Pontina Ambiente, consente al sig. Cristiano Cesaro di trattare i rifiuti come già fatto da  Manlio Cerroni fino a tre anni fa.

Il ripristino del TMB (Trattamento Meccanico Biologico) di Roncigliano-Albano comporta una nuova ondata di rifiuti per i prossimi vent’anni.

Vengono cancellate le proteste contro i miasmi ai cancelli della discarica; dimenticate le centinaia di sforamenti degli inquinanti in falda; stracciati i verbali della ASL RM6 e gli atti delle amministrazioni locali.

La stessa mano che nel 2015 aprì il riesame dell’AIA 2009, abbattuta dal verbale ARPA del 2014, torna oggi ad autorizzare il duo Cerroni-Cesaro.

L’immarcescibile Manlio si sente autorizzato a nuove avventure anti popolari dalle scandalose assoluzioni del Tribunale di Roma e dalla comode indagini del PM di Velletri che a tre anni e mezzo dall’incendio comunica chel’inchiesta è in istruttoria preliminare, così aumenta il voltastomaco.

Il signore di Eraclea-Venezia  ha il permesso di ricostruire lo stesso impianto fallito e bruciato e produrrebbe lo stesso combustibile da rifiuti delle truffe cerroniane, la stessa FOS (Frazione Organica Stabilizzata) da smaltire in discarica, magari nel 7° invaso, anche se non volturato.

Questa operazione non fornisce un servizio al territorio, ma favorisce chi cerca di sfruttare il disastro romano dei rifiuti  facendolo pagare agli ingenui burini.

I comuni dei Castelli romani, dopo le mobilitazioni contro inceneritore e altre nocività, hanno voltato pagina nella gestione dei rifiuti.

Ora c’è da andare avanti, colpire i nuovi pescecani a valle delle differenziate tipo EcoX; respingere i prossimi avvelenatori di territori con BIOGAS, BIOMETAMO, BIOMASSE.

SICURAMENTE NON SI PUO’ TORNARE ALLA PREISTORIA: TMB, DISCARICA, INCENERITORE